Nuova affermazione del coro Polifonico di Ruda,
sul podio più alto al concorso internazionale di Linz
È l’unico coro friulano a partecipare a queste competizioni.
Fabiana Noro premiata come miglior direttore:
«Queste partecipazioni hanno innalzato il livello del coro»
I CONCORSI «IL POLIFONICO "tira fuori
l’anima", si caricano e si trasformano. Sono orgogliosa». Fabiana Noro,
direttrice del coro Polifonico di Ruda commenta così il nuovo successo
dell’ensemble friulano ad un concorso internazionale: questa volta il
Concorso «Anton Bruckner» di Linz, alla sua prima edizione, tenutosi dal 7
al 10 giugno.
E si è trattato di un successo pieno. Infatti, oltre a vincere nelle due
sezioni nelle quali si presentava, voci pari e musica sacra, il Polifonico
si è anche aggiudicato il «Grand prix», vale a dire la finale.
Nella categoria dedicata alle voci pari, il Polifonico, presentando brani di
Schubert, Hauptman e Saint-Saëns, ha totalizzato 25,92 punti su 30,
precedendo un coro ucraino e un coro tedesco.
Nella categoria musica sacra il punteggio è stato 27,39 punti su 30,
mettendo in riga il Lamarikuoro di Kampin Lalu (Finlandia) e il Dominicantes
di Poznan (Polonia). In questo caso i brani proposti erano di Rheinberger,
Poulenc e Derungs. Nella Grand prix il coro friulano – con i brani «Oce nasc»
di Natoli Kedrova e «La Preghiera di San Francesco d’Assisi» di Poulenc – ha
ottenuto un punteggio di 27,39 punti su 30, piazzandosi davanti a quattro
cori di Finlandia, Austria, Polonia e Russia. Non solo. Fabiana Noro si è
anche aggiudicata il premio come migliore direttore del concorso. E
applauditi sono stati anche i due strumentisti che hanno accompagnato il
coro in alcuni brani: il pianista Matteo Andri e il percussionista Giorgio
Fritsch.
Un risultato importante che si aggiunge alle precedenti affermazioni che il
Polifonico, sotto la direzione di Noro, ha ottenuto, da Vittorio Veneto a
Tallinn ad Arezzo.
«Mi auguro che la Regione tenga conto di questi risultati e investa sul
nostro gruppo che si confronta con la coralità mondiale», afferma il
presidente del Polifonico, Pierpaolo Gratton.
Certo è che tutta questa esperienza ai concorsi, secondo Noro, ha consentito
al coro di crescere: «Quando si studia per un concorso per forza di cose si
fa un lavoro più "di fino" rispetto ad un concerto normale, andando nei
dettagli. Ci prepariamo tanto: nella fase di lettura facciamo prove
separate, ogni sera, poi due prove settimanali a voci riunite. Abbiamo
curato molto la pronuncia. Poi conta la giornata giusta, la fortuna di
trovarsi ad essere i migliori in quel contesto. In questa occasione molto
bravi erano i gruppi finlandese e polacco, cosiccome i filippini. Forse gli
italiani però hanno una marcia in più nella capacità di trasmettere
emozione».
Dunque non è vero che i cori
italiani sono inferiori a quelli degli altri paesi europei? - «Per la
verità il giurato austriaco si è complimentato con noi dicendo che erano
anni che non sentiva un coro maschile così bravo e soprattutto italiano.
Segno che all’estero non abbiamo grande fama, anche perché, come noto, in
Europa la musica corale si impara fin da piccoli».
Qual è stato il brano venuto
meglio? - «La preghiera di Poulenc e anche il saltarello di Saint Saëns,
per il colore. E poi al grand prix, il brano di Kedrova».
Si è anche aggiudicata il premio
come migliore direttore. - «Sì, è un riconoscimento personale che mi fa
molto piacere».
È la prima direttrice friulana che
ottiene un riconoscimento così in un concorso internazionale? - «Credo
di sì, anche perché al momento di cori friulani che fanno i concorsi non ce
ne sono. Fare un concorso significa esporsi e tanti preferiscono non
farlo».
Quali sono i vostri prossimi
obiettivi? - «Ad ottobre saremo il "coro laboratorio" al concorso "Mariele
Ventre" di Bologna, un concorso per direttori nel quale noi saremo lo
"strumento" utilizzato per il repertorio romantico. Il direttore artistico
di questo concorso ci aveva sentiti ad Arezzo, poi è venuto ad ascoltarci a
Grado e infine ha fatto la proposta. Inoltre, a Linz il giurato inglese ci
ha chiesto di partecipare a un concorso per cori maschili. I concorsi,
quindi, hanno un valore anche per i rapporti che consentono di instaurare.
Ovviamente, prima di accettare bisogna pensarci bene, soprattutto vedere le
disponibilità dei coristi e i loro impegni di lavoro».
(STEFANO DAMIANI -
La Vita Cattolica del 16 Giugno 2007)
|