ascoltato per voi

Auditorium Don Bosco di Villesse (GO), 21 Marzo 2005

 

CINQUECENTO, OTTOCENTO E NOVECENTO IN MUSICA
 

Coro Polifonico di Ruda
Direttore: Fabiana Noro
Pianoforte: David Giovanni Leonardi
Fisarmonica Sebastiano Zorza

Il Coro Polifonico di Ruda, costituitosi negli anni Trenta del XX secolo e ri-fondato nel 1945, ha tenuto concerti in tutto il mondo: dagli Stati Uniti all'Argentina, dal Canada alla Mongolia, dalle Filippine alla Russia, dal Portogallo alla Bulgaria, dalla Norvegia alla Grecia ad altri paesi europei
Ha partecipato a 42 concorsi regionali, nazionali ed internazionali vincendo premi ad Arezzo, Gorizia, Orvieto, Roma e Ravenna, nel folclore, nella polifonia e nel Canto gregoriano. Nel 2004, il coro ha addirittura vinto quattro primi premi al XXXIX Concorso Nazionale di Vittorio Veneto.
Collabora con le principali orchestre del Friuli-Venezia Giulia per particolari ed esclusive produzioni sinfonico-corali e registra per la RAI e per altre emittenti nazionali ed estere. Attivo nel campo dell'editoria, per la casa editrice Pizzicato ha pubblicato diverse monografie sui più importanti autori regionali del Settecento e dell'Ottocento. Sta ora pubblicando la collana "Organi e tradizioni organarie nel Friuli Venezia Giulia" che ha come obbiettivo la catalogazione di tutti gli organi esistenti nella nostra regione.

Riconosciuto dalla regione Friuli-Venezia Giulia "
ente di particolare rilevanza artistico-musicale", il Coro Polifonico di Ruda si è fatto apprezzare in questi decenni per aver proposto al pubblico programmi esclusivi, di rara esecuzione, spesso frutto di approfondite ricerche d'archivio alle quali collabora uno staff di apprezzati docenti del Conservatorio "Jacopo Tomadini" e dell'Università di Udine.
Il Coro è sempre alla ricerca di voci nuove da valorizzare e di nuove rapporti da instaurare con realtà corali e culturali nazionali e internazionali. Chi fosse interessato a entrare a far parte del coro o a conoscere questa realtà più da vicino, può contattare via e-mail o via telefono (
+39/0431/998621
) la presidenza e la direzione artistica del Coro. www.coropolifonicoruda.it

Fabiana Noro
Si è brillantemente diplomata in pianoforte presso il conservatorio J. Tomadini di Udine, sotto la guida del prof. U. Tracanelli. Ha frequentato contemporaneamente i corsi di Composizione del m° D. Zanettovich e di Musica corale e Direzione di coro di A. Cetrangolo ed A. Piani.
E' stata altro maestro del coro presso l'Ente Lirico "Pierluigi da Palestrina" di Cagliari per le seguenti produzioni lirico-sinfoniche: Carmen, La Bohème, I Pescatori di Perle, La Forza del Destino, Seconda Sinfonia di Mahler, Requiem di Verdi, Nona Sinfonia di Beethoven, Don Pasquale, ecc.
Dirige numerose formazioni corali fra le quali il DIAPASON CHAMBER CHOIR, coro professionale con il quale ha ottenuto il primo premio - DIPLOMA DI ECCELLENZA - al concorso internazionale di canto corale C. A. Seghizzi (1998) presieduto da Roman Vlad.
Svolge altresì un'intensa attività concertistica in Italia ed all'estero (Slovenia, Svizzera, Francia, Ungheria, Cina e Giappone) come pianista di cantanti di fama internazionale, fra cui: Bonaldo Giaiotti, Alfredo Mariotti, Vincenzo Bello, Mirna Pecile, Lella Cuberli, Giuseppe Taddei, Angelo Manzotti (sopranista) e Francesca Scaini (premio Callas 2000).
E' stata M° collaboratore di numerosi corsi di perfezionamento per cantanti lirici, fra cui quello tenuto dal m° Claudio Desideri sulle opere mozartiane e presso l'accademia lirica di Desenzano del Garda della signora Katia Ricciarelli.
E' pianista di master class della signora Raina Kabaivanska con la quale si esibisce in concerti.

 

IL PROGRAMMA

CINQUECENTO ...quando la parola si fece musica (per coro cameristico a cappella)
Mentre la bella Dafne - Giovanni Croce
Hor che'l ciel - Jacop Arcadeit
Imitazione del veneziano - Orazio Vecchi

Il Cinquecento può essere considerato il secolo d’ oro della Polifonia, cioè del canto a più voci. La vena musicale di artisti straordinari si è felicemente sposata in quei decenni con il ‘testo’ di autori altrettanto straordinari: sono nati così veri e propri gioielli, brani destinati a non tramontare mai, qualsiasi siano il gusto o la mentalità delle generazioni successive. Pur nella loro brevità i brani vocali di quel secolo testimoniano la raffinatezza del Rinascimento italiano, oppure la grandiosità delle imprese dei ‘fiamminghi’ così diversi ma così intimamente legati e, per certi aspetti, anche stregati da quando stava nascendo e si stava sviluppando in Italia.
Di quel periodo il Polifonico presenta tre esempi che, per essere filologicamente adeguati, saranno eseguiti da un gruppo ristretto di coristi. Giovanni Croce, detto il ‘Chiozzotto’, naque a Chioggia nel 1557 e morì a Venezia nel 1609. Sacerdote, fu maestro di cappella in San Marco, esponente di rilievo della cosiddetta ‘scuola veneziana’ e tra gli iniziatori dello stile concertante. Compose canzonette, madrigali, mottetti, salmi, messe e altra musica sacra. Mentre la bella Dafne è appunto una canzonetta, a due strofe, che il coro presenta nella versione di Giuseppe Radole, con un testo tutto intonato al dramma classico dell’ amore dipserato tra Dafne e Tirsi.
Di tutt’ altro genere è il brano seguente, Imitazione del veneziano di Orazio Vecchi, nato a Modena nel 1550 e morto nella stessa città nel 1605. Autore molto prolifico è soprattutto noto per aver composto le Veglie di Siena e, soprattutto, l’ Amfiparnaso, opera in un prologo e tre atti nella quale l’ autore utilizza stili multiformi (madrigale, canzonetta, balletto, dialogo, ecc) e viene realizzata una doppia vicenda, nello spirito della commedia dell’ arte. L’ opera si presenta ora in forma dialettale (quando parlano e agiscono le maschere), ora in italiano forbito (quando è la volta dei personaggi seri). La qualità del discorso musicale e la polifonia, anche nelle parti più caricaturali, come in questa ‘imitazione’, sono sempre di grande levatura.
Forse in pochi altri autori come in Jacop Arcadelt (1504 – Parigi 1568), compositore di scuola fiamminga, discepolo di Willaert e Verdelot, il rapporto tra parola e musica è stato tanto stringente e proficuo. Arcadelt conservò la classica semplicità voluta dalla forma ancora primitiva del madrigale italiano anche nelle composizioni sacre e profane del periodo francese. Come accade in modo mirabile in questo Hor che ‘l ciel composto su testo del grande Petrarca.


OTTOCENTO ...nell'era dei sentimenti
(per coro a cappella)
Oce Naš - Natoli Kedrova
Die Nacht - Franz Schubert
Die Rose stand im Tau - Robert Schumann
Preghiera - Gioachino Rossini

Dopo il secolo dei lumi ecco irrompere lo sturm und drang movimento letterario che finì per condizionare anche i musicisti del secolo XIX. Anche per i romantici i testi da musicare dovevano avere una importanza fondamentale. Quasi sempre questi testi avevano come tema principale, come sfondo, la Natura. Quest’ ultima, in una tipica visione romantica, fortifica l’ animo umano predisponendolo all’ amore. La bellezza della natura, della quale l’ uomo è parte fondamentale, è la sua sola ragione d’ esistere. Va precisato che per i romantici integrali la musica è la lingua originale della Natura; essa è nata dall’ Urklang, ovvero dal suono originario che ha dato vita al mondo.
Tutti questi elementi – dopo l’ Oce nasc (Padre nostro) di apertura – sono riscontrabili nel Die Nacht di Franz Schubert (composto su richiesta di un gruppo di esecutori) e nel Die Rose stand im Tau di Robert Schumann, autori che nn hanno bisogno di presentazioni. Nel brano di Schubert si decanta la sera e la natura e quindi la pace; in Schumann il tema è quasi analogo: una visione bucolica con la rugiada del mattino che pare aver trasformato le rose in veri e autentici rubini.
Naturalmente diverso è il caso di Giachino Rossini e della sua Preghiera scritta originariamente per un ottetto di coristi, che poco o nulla ha a che fare con la Natura essendo piuttosto una supplica al Signore in perfetto stile italiano. La composizione – che si divide nel finale fino a sette parti – presenta delle notevoli difficoltà e mette in risalto caratteristiche diverse dell’ organico maschile indugiando spesso nei contrasti tra ‘piano’ e ‘forte’ e tra andamento soffuso e improvvisi impeti lirici.


NOVECENTO ...la musica nel secolo breve
Stetit angelus (coro a cappella) - Giovanni Bonato
The ballad of little Musgrave and lady Barnard (coro e pianoforte) - Benjamin Britten
Volin gjoldi (coro e fisarmonica) Daniele Zanettovich
Suite di brani popolari di Arturo Zardini, Giovanni Danieli, Marco Sofianopulo, Rodolfo Kubik, Daniele Zanettovich e Cesare Augusto Seghizzi

Il Novecento – il cosiddetto secolo breve – può essere considerato quasi un frullato di esperienze, di percorsi artistici, di movimenti contrapposti praticamente in tutti i campi della cultura. Secolo profondamente segnato da due guerre tanto assurde quanto devastanti, sul piano musicale deve essere soprattutto rimarcata la prima metà del secolo non avendo ancora lasciato traccia gli sperimentalismi degli anni Sessanta e Settanta mentre le avanguardie dei decenni successivi sono ancora alla ricerca di una sistemazione definitiva.
Il primo brano in programma è una composizione di Giovanni Bonato, autore contemporaneo, veneto di origine e per anni docente al conservatorio ‘Jacopo Tomadini’ di Udine. Ai tenori è affidato il tema di questo Stetit angelus mentre le altre voci vocalizzano su varie vocali quasi a formare un tappeto di suono. Questa situazione viene interotta o contrastata da una poesia del tedesco Schimdt con la quale si esaltano le bellezze della natura e dell’ animo umano. Il successivo brano di Beniamin Britten – The ballad of lady Barnard and little Musgarve – e’ stato scritto nel 1943 per i detenuti inglesi di un lager nazista. Narra la storia di un amore e di una passione di lady Barnanrd per il giovane Musgrave, tradimento che sarà però scoperto e punito dal marito con un doppio omicidio. In questo brano è riscontrabile tutta la poetica di Britten che praticamente utilizza una tavolozza vastissima di suoni, colori e situazioni che finiscono per rendere questo brano quasi una pièce teatrale formalmente completa.
Tutta giocata sulla lingua friulana è invece la seconda proposta - la suite di Daniele Zanettovich Volin gjoldi – nella quale l’ artista triestino utilizza vecchie villotte friulane legandole unitariamente in un progetto autonomo, innovativo, e, speriamo, anche gradevole. Tra l’ altro vengono proposti brani di Kubrik, Zardini, Seghizzi, Sofianopulo e dello stesso Zanettovich.

Auditorium Don Bosco di Villesse (GO)
21 Marzo 2005
CINQUECENTO, OTTOCENTO E NOVECENTO IN MUSICA
 
Coro Polifonico di Ruda diretto da Fabiana Noro
Pianoforte: David Giovanni Leonardi
Fisarmonica: Sebastiano Zorza


CINQUECENTO
 ...quando la parola si fece musica

(per coro cameristico a cappella)

01 02.16 Mentre la bella Dafne - Giovanni Croce
02 03.29 Hor che'l ciel - Jacop Arcadeit
03 01.25 Imitazione del veneziano - Orazio Vecchi


OTTOCENTO
...nell'era dei sentimenti
(per coro a cappella)

04 03.00 Oce Naš - Natoli Kedrova
05 03.05 Die Nacht - Franz Schubert
06 02.01 Die Rose stand im Tau - Robert Schumann
07 03.07 Preghiera - Gioachino Rossini


NOVECENTO
...la musica nel secolo breve

08 06.35 Stetit angelus (coro a cappella) - Giovanni Bonato
09 08.56 The ballad of little Musgrave and lady Barnard (coro e pianoforte) - Benjamin Britten
10 18.42 Volin gjoldi (coro e fisarmonica) Daniele Zanettovich
Suite di brani popolari di Arturo Zardini, Giovanni Danieli, Marco Sofianopulo, Rodolfo Kubik, Daniele Zanettovich e C.A.Seghizzi