biel lant a Messe a Feàgne

Fagagna, 5 Agosto 2001
Santa Messa nella chiesa di S. Giacomo, in occasione della

Fieste dai Furlans pal Mont
l'annuale raduno organizzato dallo
"Ente Friuli del Mondo"


CAMPANE


L'esterno e l'interno della chiesa di S.Giacomo, che è priva di campanile. 
Il suono della campane registrate, proveniva dal campanile di una chiesa sopra un colle.

Santa Messa cantata dalla "Corâl Feagne" nella chiesa di San Giacomo,
 celebrata da S.E. Monsignor Domenico Pecile

Profondo attaccamento alle radici
Messaggero Veneto del 6 Agosto 2001

L’arcivescovo Pecile, originario di Fagagna, nel celebrare la messa, dopo aver presentato i tre suoi concelebranti – i missionari Enrico Morassut, Dante Nevi e Cantusso, tutti e tre friulani e per certi versi emigranti –, ha candidamente dichiarato che, «se o ai qualchi cjosse di impuartant, o pensi in furlan». Poi, sul popolo friulano e sulla concreta storia di ogni giorno, ha sostenuto che il ricordo della patria è uno stimolo per mantenere i valori autentici e non soltanto i ricordi. A un certo punto, monsignor Pecile ha anche detto, altrettanto candidamente: «Cumò o ai piardude la cjarte», riferendosi agli appunti che aveva preparato. Non si è, però, perso d’animo perché anche lui ha portato una testimonianza della sua emigrazione.
Gina Patat, originaria di Maniaglia di Gemona, da 46 anni vive in Canada, dichiara di venire ogni anno in Friuli da 15 anni a questa parte: «Ritrovo un Friuli – dice – sempre più moderno e al passo con i tempi e credo che noi emigranti abbiamo conservato l’idea di un Friuli ancora quale lo conoscevamo ai tempi della nostra partenza. Ma mi pâr che sedin plui furlans chei che vivin all’estero di chei che vivin in Friûl».
Erminio Fontana, 55 anni, nato in Argentina, appartenente alla quarta generazione di emigranti: «È la prima volta che vengo in Friuli e sono molto emozionato. Mi avevano raccontato un Friuli molto, molto diverso. Ora l’ho trovato, invece, moderno».
Con lui, dal Paranà, sono arrivati per questo incontro di Fagagna altre 25 persone provenienti da Avelaneda di Buenos Aires, Salta e Tandil. Un’altra delegazione numerosa è stata quella riunita intorno al Fogolâr di Navarro di Buenos Aires, che compie 75 anni di vita, uno dei più vecchi fogolârs del mondo.
Lingua, storia e tradizioni sono i tre punti fermi della “politica” dell’ente Friuli nel mondo. Si sono appena conclusi, in Canada, tre seminari di apprendimento del friulano attraverso la musica e l’animazione teatrale. L’iniziativa, che sarà riproposta alla fine di questo mese anche in Australia, ha visto coinvolta una sessantina di bambini di un’età compresa fra i quattro e i sei anni. Un corso di formazione post universitario per venti laureati dell’America Latina sarà tenuto in collaborazione con l’Ice e il Mib di Trieste.
L’incontro di Fagagna è stato anche occasione per il dottor Enzo Cainero, testimonial delle Universiadi di Tarvisio, per parlare della grande opportunità che avrà il Friuli ospitando, nel gennaio del 2003, oltre 2.550 atleti provenienti da 45 Paesi.

Altra documentazione fotografica è disponibile nella pagina di
nuvitâs in Friûl e pal mont