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Sabato scorso a Palazzo Mantica l’elezione del Presidente per il triennio 2010-2012
Lorenzo Pelizzo confermato alla guida della Società Filologica
Durante la seduta è stato nominato anche il nuovo Comitato direttivo

          È stato eletto sabato scorso il Presidente della Società Filologica Friulana per il triennio 2010-2012: con il 90% dei consensi, è stato confermato Lorenzo Pelizzo, al quarto mandato dopo aver preso la guida del Sodalizio nel 2001 – allora ricopriva la carica di tesoriere – in seguito all’improvvisa scomparsa di Manlio Michelutti.
         
Il rinnovo della presidenza Pelizzo avviene in un momento importante e delicato per Filologica, interessata dai lavori di ristrutturazione della sede centrale, Palazzo Mantica, nel cuore di Udine, in via Manin. Lavori nati dall’esigenza di ricavare nuovi spazi per gli archivi e la biblioteca, dopo che le indagini preliminari avevano accertato che sotto Palazzo Mantica esistevano ambienti riempiti con materiali di riporto, e che hanno visto emergere parte del terrapieno difensivo (tecnicamente definito aggere) riferibile all’antico castelliere di Udine. I rallentamenti provocati da tali importanti scoperte - la conclusione dei lavori era prevista a dicembre 2009 ma è tuttora ancora lontana - hanno creato disagi al pubblico e difficoltà finanziarie, motivi che hanno indotto Pelizzo ad accettare il rinnovo dell’incarico per accompagnare Filologica in questo delicato momento di passaggio.
          Quale sarà l’azione per il nuovo triennio? “È necessario mobilitarsi in più direzioni – spiega il Presidente riconfermato – delle quali è fondamentale la formazione. Accanto ai tradizionali corsi pratici di lingua e cultura friulana rivolti agli adulti, è necessario rivolgersi alle nuove generazioni affermando sempre di più la presenza della marilenghe nelle scuole. L’insegnamento del friulano, infatti, non va a discapito delle altre lingue, ma rappresenta una ricchezza, un valore da salvaguardare”.
          La seduta di sabato ha visto l’elezione anche del nuovo Comitato direttivo della Filologica, formato da: Angeli Giannino, Angeli Gloria, Begotti Pier Carlo, Bogaro Anna, Carlon Vittorina, Carlo del Torre Carlo, Ellero Gianfranco, Finco Franco, Frau Giovanni, Frisano Roberto, Madriz Anna, Marangon Francesco, Mariuz Giuseppe, Medeossi Renzo, Morandini Stefano, Pagnucco Dani, Pascoli Gianni Sergio, Rizzolatti Piera, Sclippa Pier Giorgio, Sedran Bruno, Serena Odorico, Tallone Monica, Vezzi Celestino, Vicario Federico.
Tra i componenti del direttivo sarà scelto a breve il nuovo ufficio di presidenza, che comprende i quattro vicepresidenti (Carnia, Friuli centrale, Friuli occidentale e Friuli orientale), il tesoriere e il segretario.

«Biele novele» a Montenars
DOMENICA 7 FEBBRAIO LA COMUNITÀ
HA ACCOLTO IL NUOVO PARROCO, DON DINO PEZZETTA
(MONIKA PASCOLO - La Vita Cattolica del 13 Febbraio 2010)

          AFFIDO «ALLA VOSTRA comunità una persona di grandi qualità umane, di grande cultura e competenza teologica». Così mons. Giulio Gherbezza, delegato «ad omnia» dell’Arcidiocesi di Udine, salito a Montenars, domenica 7 febbraio, per la cerimonia di ingresso di don Leonardo Pezzetta, conosciuto come don Dino, nuovo pastore della parrocchia di Sant’Elena imperatrice. La messa, celebrata nella chiesa di San Giorgio, si è aperta con la lettura, da parte di mons. Gherbezza, dell’atto d’insediamento ufficiale firmato dall’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato. Di seguito, la consegna a don Pezzetta delle chiavi della casa di Dio e del tabernacolo, e del legionario (il Santo libro dei Vangeli), segni che indicano l’impegno che il parroco si assume come guida della comunità dei fedeli.
          Un cammino, quello con la parrocchia di Montenars, che don Dino, classe 1938, ha avviato già a settembre: «Mi sono presentato a voi senza pretese o promesse – ha detto –; ora con lo spirito di pastore che deve dare l’esempio al gregge, assumo l’incarico di guidarlo e sorreggerlo, pur con difficoltà di salute. Ma, come dice oggi San Paolo, è Dio la mia forza e vengo per comunicarvi il Vangelo e camminare insieme fin dove riusciamo». E ha aggiunto: «Ho trovato una comunità che, anche senza prete fisso per molto tempo, ha saputo crescere nell’impegno sociale, soprattutto a favore dei malati. Vorrei con voi, comunità che ha saputo rimanere in piedi, dare un esempio e un aiuto da cristiani corresponsabili alla Forania. Sono convinto –ha proseguito, strappando anche un applauso–, che il futuro della chiesa passa per Montenars, paese di montagna che vive tante difficoltà, dove forse proprio per le sofferenze patite, la gente si è creata un carattere forte, che non si piange addosso».
          Uno dei primi progetti, ha anticipato, sarà la costituzione del consiglio pastorale, «non solo sulla carta, ma uno vero che sappia prendere decisioni, prospettare mete, analizzare difficoltà e traguardi».
          La messa, accompagnata dai canti in friulano del coro di Montenars, sotto la direzione di Sara Rigo, si è conclusa con la firma dell’atto che ha sancito l’ingresso del nuovo parroco. Quindi il saluto del sindaco Antonio Mansutti, che ha definito l’arrivo di don Dino, dopo gli avvicendamenti di don Ivo Belfio e dei padri Antonio, Silvio e Anselmo, «une biele novele» per il paese. Don Pezzetta entra, dunque, nella comunità di Montenars – «ed è valsa la pena aspettare tanto tempo», ha commentato la sacrestana Lida Agostinis – dopo aver guidato le parrocchie di Peonis, Trasaghis, Villalta e Oleis.
          Don Pezzetta, ordinato sacerdote nel 1962, rettore per 12 anni (fino al 2006) dell’Abbazia di Rosazzo, è stato anche, per molto tempo, responsabile della formazione di diaconi e delle scuole zonali di teologia per laici. Un impegno «che ha saputo offrire con grande apertura di cuore e mente», ha commentato mons. Gherbezza, sottolineando anche «l’importante ruolo avuto da don Dino nell’apertura alle chiese sorelle cristiane». Di recente, infatti, ha organizzato, proprio a Montenars, un incontro con la chiesa ortodossa della comunità bulgara di Stara Zagora-Vetren.

Giannola Nonino su La Patrie dal Friûl 
Zenâr-Fevrâr 2010

          Al è rivât di pôc tes cjasis dai abonâts il gnûf numar de riviste mensîl “La Patrie dal Friûl”, che si presente cuntune vore di novitâts. Za de cuviertine si pues capî che la gnove impostazion sot de vuide dal gnûf diretôr Andrea Valcic e je chê di dâ spazi ai personaçs che a àn fat e che a fasin cognossi il Friûl no dome a livel locâl. A vierzi cheste gnove linie e je Giannola Nonino che intune lungje interviste firmade di Dree Venier e conte traviers la sô esperience direte in ce maniere che la lôr Sgnape e je deventade un prodot mondiâl. Ma no dome: la ocasion de interviste e je stade chê dal Premi Nonino e “Risit d'Aur”. Di chi il spont par une riflession sul rûl che al à vût il mantignî salde la lidrîs identitarie, savintle coniugâ cu la determinazion “tal impegnâsi e tal rivoluzionâ cualitât e imagjin” e marche Giannola Nonino. Une maniere di lavorâ che e je stade cjapade sù ancje des fiis Antonella, Elisabetta e Cristina Nonino che za di timp a son impegnadis tal puartâ indevant la aziende di famee, come che al ven fûr intun aprofondiment che al compagne la interviste. Plui indevant, ricostruzion storiche su fats che a àn cuintriponût lis imposizion des autoritâts e la resistence dai coltivadôrs intes bataiis par un vin plui furlan. La prime part de riviste si siere cuntune riflession cun Sandro Sillani, professôr di Biologjie e Economie Agro-Industriâl de facoltât di Agrarie de Universitât dal Friûl che al aferme “Marketing? Il furlan al funzione”.
          E simpri sul teme de promozion “par furlan”, la riviste e va indevant cuntune interviste firmade di Elena Zanussi a Aldo Rossi, che si è indotorât cun 110 e laude a Triest in Publicitât e Comunicazion di Imprese cuntune tesi sul “Marketing in marilenghe”.
          Tra i personaçs sintûts su cheste Patrie e je ancje Elsa Martin, zovine cjantautore di Tumieç che e à par prime cirût di puartâ la lenghe furlane a Sanremo te sezion dai zovins: a intervistâle il so autôr dai tescj, Stiefin Montello, vôs dai FLK.
          Ulderica Da Pozzo invezit e firme la fotogallery di chest mês dedicantle al Carnavâl tes isulis linguistichis di Tamau, Sauris, Resie e Vals dal Natison.
          Chestis e tantis altris lis gnovis che si podaran lei sul prin numar dal 2010 da “La Patrie dal Friûl” che e sarà presentade tal Museu di Ruvigne in Vile joibe ai 25 di Fevrâr a lis 8 di sere, juste 2 dîs prime dal aniversari dal riviel contadin de Joibe Grasse dal 1511 che di cualchi an e ven ricuardade tant che Zornade furlane dai dirits come che nus dîs il puartevôs dal Comitât 482 Carli Pup intervistât di Enrico Turloni.
          Tal archivi dal sît www.lapatriedalfriul.org si puedin lei ducj i contignûts de riviste fint al mês passât. Si ricuarde che “La Patrie dal Friûl” si le cjate tes miôr librariis e ediculis o si ricêf a cjase par abonament.

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          Da poco è nelle case degli abbonati il nuovo numero della rivista mensile “La Patrie dal Friûl”, che si presenta con molte novità. Già dalla copertina si può capire che la nuova impostazione sotto la guida del nuovo direttore Andrea Valcic è dare spazio ai personaggi che hanno fatto e che fanno conoscere il Friuli non solo a livello locale. Ad aprire questa nuova linea è Giannola Nonino che in una lunga intervista firmata da Dree Venier racconta attraverso la sua esperienza diretta in che modo la loro “Sgnape” è divenuta un prodotto mondiale. Ma non solo: l'occasione dell'intervista sono stati il Premio Nonino e “Risit d'Aur”. Da qui lo spunto per una riflessione sul ruolo che ha avuto il mantenimento delle radici identitarie, sapendole coniugare con la determinazione “tal impegnâsi e tal rivoluzionâ cualitât e imagjin” sottolinea Giannola Nonino. Uno stile di lavoro che è stato raccolto anche dalle figlie Antonella, Elisabetta e Cristina Nonino che da tempo sono impegnate nel condurre l'azienda di famiglia, come risulta in un approfondimento che accompagna l'intervista. Di seguito, una ricostruzione storica sui fatti che hanno visti contrapposti le imposizioni delle autorità alla resistenza dei coltivatori nelle battaglie per un vino più friulano. La prima parte della rivista si chiude con una riflessione con Sandro Sillani, professore di Biologia e Economia Agro-Industriale della facoltà di Agraria dell'Università di Udine che afferma “Marketing? Il furlan al funzione”.
          E sempre in tema di promozione “par furlan”, la rivista prosegue con un'intervista firmata da Elena Zanussi a Aldo Rossi, che si è laureato con 110 e lode a Trieste in Publicità e Comunicazione di Impresa con una tesi sul “Marketing in marilenghe”. Tra i personaggi presentati su questa Patrie c'è anche Elsa Martin, giovane cantautrice di Tolmezzo che per prima ha cercato di portare la lingua friulana a Sanremo nella sezione giovani: ad intervistarla il suo autore dei testi, Stefano Montello, voce degli FLK.
         
Ulderica Da Pozzo invece firma la fotogallery di questo mese dedicandola al Carnevale nelle isole linguistiche di Timau, Sauris, Resia e Valli del Natisone.
          Queste e tante altre notizie di potranno leggere sul primo numero del 2010 de “La Patrie dal Friûl” che sarà presentata nel Museo di Ragogna in località San Giacomo giovedì 25 febbraio alle ore 20, proprio 2 giorni prima dell'anniversario della rivolta contadina della Joibe Grasse del 1511 che da qualche anno viene ricordata come Zornade furlane dai dirits come ci spiega il portavoce del Comitato 482 Carli Pup intervistato da Enrico Turloni.
          Nell'archivio del sito www.lapatriedalfriul.org si possono leggere tutti i contenuti della rivista fino al mese scorso. Si ricorda che “La Patrie dal Friûl” si trova nelle migliori librerie e edicole o si riceve a casa in abbonamento.

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Manzano, laurea honoris causa a Cleri per il progetto Vetren
(Messaggero Veneto del 29 gennaio 2010)

MANZANO. Il presidente della Bcc di Manzano, Ezio Cleri, ha ricevuto la laurea honoris causa per il suo impegno a favore della solidarietà per la onlus Per Vetren di cui è presidente. A conferirla è stato il rettore dell’Università di Tracia Stara Zagora (Bulgaria), Ivan Stankov, in una cerimonia cui ha preso parte, tra gli altri, il vescovo metropolita Galaktion Lubenov Tabakov. A Cleri è stato riconosciuto il grande operato della onlus che ha portato, tra il 2000 e il 2004, alla ristrutturazione dell’orfanotrofio di Vetren, che ospitava un centinaio di bimbi in condizioni igienico-sanitarie drammatiche. La ristrutturazione dell’edificio è stata portata a termine grazie a una decina di squadre composte da circa 12 volontari per turno, impegnate 10 ore al giorno per un totale di 750 ore di lavoro all’anno. Un milione di euro il sostegno per la realizzazione del progetto, frutto della generosità dei volontari, dei soci e di persone vicine all’associazione. «L’attenzione dedicata alla mia esperienza – ha spiegato Cleri – è conferma dell’impegno che ha accomunato, italiani e bulgari, non solo nella ristrutturazione di un orfanotrofio ma nel reciproco cammino alla scoperta delle nostre rispettive culture. Per questo – ha concluso - credo si possa dire che l’esperienza di Vetren ha aggiunto un mattoncino in più nella costruzione della nuova Europa». Cleri ha messo in luce il concetto di “volontariato”, evidenziando l’opera dei tanti volontari impegnati nel progetto Per Vetren.

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Tra Friuli e Bulgaria presto un gemellaggio
Orfanotrofio da un milione per i piccoli di Vetren
(Paola Treppo – Il Gazzettino del 18 Gennaio 2009)

Comunità unita a Montenars, ieri,  per l'accoglienza della delegazione bulgara di religione cristiano ortodossa della regione   di   Stara   Zagora. Dall'incontro, promosso dall'associazione onlus friulana "Per Vetren" e da don Dino Pezzetta, da tre mesi stabile nel paesino montano, è emersa la volontà di stringere rapporti sempre più stretti tra il   Friuli e la Bulgaria. Il sindaco Antonio Mansutti si è già attivato per avviare  le procedure finalizzare a stringere un gemellaggio col Comune di Belovo, ente rappresentato ieri dal primo cittadino Kuzman Marinkov. «Promuoveremo questi contatti partendo dal basso, dalla popolazione - ha detto don Pezzetta - i volontari di "Per Vetren", un centinaio di persone volonterose, hanno lavorato molto e hanno permesso di realizzare un orfanotrofio dignitoso e moderno per i bambini bulgari, nel villaggio che da il nome all'associazione». Un milione di euro sono stati offerti, in contanti e in lavori, per dare un tetto sicuro ai piccoli. «Per questo - ha detto Marinkov - l'Università di Tracia ha insignito  il  presidente  di  "Per Vetren", Ezio Cleri, della laurea ad honorem, per meriti di volontariato». Già la prossima settimana i bambini della materna di Montenars saranno guidati dalle insegnanti alla scoperta della vita dei loro coetanei in Bulgaria, dove povertà e abbandono li costringono a situazioni molti difficili. Saranno coinvolti i loro genitori, che sono anche di Artegna e di Gemona, allargando il bacino, quindi, alla Pedemontana. Lo  scambio  culturale andrà di pari passo col confronto religioso, affinchè la Chiesa cristiana d'Oriente e quella d'Occidente possano trovare un dialogo attraverso la fratellanza. «Partiamo da un piccolo paese - ha detto don Pezzetta -, con la conoscenza diretta e il coinvolgimento di tutti». Già ieri, nella chiesa di Sant'Elena, la messa è stata celebrata insieme, col commento del vangelo affidato al metropolita di Stara Zagora, il vescovo ortodosso Galaktion  Lùbenov Tabakov.   Un grande pane benedetto da entrambi i sacerdoti, è stato poi spezzato  a  quattro  mani  e distribuito a tutta la comunità presente.

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