Passaggio di consegne
da Premariacco a Udine
(a.c. -
Messaggero Veneto del 25 settembre 2017)
È stato il comune di Premariacco ad assumersi il ruolo di grande
traghettatore del congresso provinciale dell’Afds, prendendo il
testimone da Ampezzo e trasferendolo, con un simbolico passaggio di
consegne, al sindaco di Udine Furio Honsell che ospiterà il
sessantesimo anniversario. A fare gli onori di casa il primo
cittadino Roberto Trentin che si è giovato dello sforzo congiunto di
tante associazioni, famiglie e volontari giunti a dar man forte
affinché la comunità di una piccola sezione assicurasse una degna
accoglienza. A partire dalla pubblicazione con la quale ha omaggiato
tutti i donatori premiati: sintesi della storia e delle tradizioni
di una comunità agricola che ha saputo industrializzarsi e,
affrontando la crisi economica, irrobustirsi incarnando il “modello
Friuli”. Trentin, ricordando la lunga tradizione dell’Afds ha
ricordato che «fu con il terremoto del 1976 che la generosità dei
friulani divenne un esempio nazionale anche su questo fronte. È una
realtà questa, di cui dobbiamo andare fieri – ha commentato il
sindaco – la sezione di Premariacco e le associazioni locali hanno
dato il massimo per rendere speciale questa giornata durante la
quale molti saranno fieri di appuntare il pellicano sul bavero della
giacca».
Gli ha fatto eco il
presidente della sezione locale Massimo Crisetig: «Siamo orgogliosi
che il 59esimo congresso abbia acceso i riflettori su una piccola
sezione come la nostra, nata 55 anni fa, su iniziativa di Giuseppe
Saccavini – ha spiegato Crisetig – tutti hanno cercato di dare una
mano, chi, come le famiglie per creare gli addobbi, chi come i
nostri bambini, per dipingere un quadro realizzato per l’occasione».
Nonostante il maltempo tutto è filato liscio, dal servizio d’ordine
che ha dirottato tutti mezzi a nord del capoluogo fino al corteo che
dalla Cooperativa ha sfilato sostando davanti al monumento dei
caduti per la deposizione della corona per poi confluire nella
parrocchiale, scortato dalla banda. Quindi, dopo la messa si è
incamminato nell’ampio capannone allestito in via Ponte Romano dove
le soste ai chioschi si erano infittite sin dal primo mattino.
Fedele
al proprio stile, il presidente provinciale Pietro Fontanini ha
esordito al congresso a suon di picconate scandite in marilenghe.
«E je le ultime volte che al president al fevele, parcè che le
Provincie e sta murint, e mi displâs». Un incipit, quello del
presidente, che ha segnato un crescendo di toni. Partendo dalla
vicinanza di palazzo
Belgrado all'Afds Fontanini ha rincarato la dose: «Abbiamo
sempre cercato di darvi una mano e mi duole ammettere che la
politica abbia deciso di ridimensionare il nostro Friuli». E
poi, rivolgendosi ai presenti: «Voi siete l'associazione
friulana donatori di sangue. Non siete il Friuli Venezia Giulia,
siete friulani». «Chêi che fasin di bessôi» ha marcato. «Ma è
dagli anni Sessanta che diamo sangue agli altri, Roma compresa.
Oggi una realtà di questo calibro è tutta qui, ma la rete
televisiva regionale non si è fatta nemmeno vedere» ha tuonato
Fontanini senza nascondersi dietro a giri di parole, provocando
uno scroscio di applausi. «Non dimentichiamo di essere friulani
e nemmeno di essere orgogliosi di quello che siamo» ha tuonato
il presidente accomiatandosi e chiudendo il suo j'accuse.
ESTRATTO
|