I figli di
Ciro Natale Piccolo raccontano il sogno perduto del padre
Ciro Natale Piccolo era uno dei tanti emigranti partito dal Friuli
per andare a cercare lavoro in Belgio. Un viaggio finito in tragedia
nella miniera di Marcinelle che i figli Marina e Marino Piccolo
hanno ricordato, ieri, con la voce ancora rotta dall’emozione.
Nato a Savorgnano del
Torre (Povoletto), Ciro aveva deciso di lasciare il Friuli assieme
alla moglie di Faedis alla ricerca di miglior vita e aveva trovato
lavoro proprio nel sito minerario di Bois du Cazier in Belgio. Non
poteva certo immaginare che in quel luogo avrebbe trovato la morte a
soli 44 anni. «È una grande emozione essere qui, come tutti gli
anni, non si può mai dimenticare» ha esordito con un filo di voce
Marina giunta in Friuli assieme al fratello per la commemorazione.
Nonostante sia nata e vissuta in Belgio a pochi passi dal luogo
della tragedia, Marina Piccolo prova un forte attaccamento per il
Friuli dove suo padre è sepolto nel cimitero di Povoletto. «Mio
padre diceva sempre “morto o vivo voglio tornare in Italia” e così
lo abbiamo portato qui tanti anni fa» spiega lasciando trapelare
l’amarezza per la vita di stenti degli operai di allora. «Mio papà
lavorava tanto e guadagnava poco, abitavamo nelle baracche come
prigionieri». Il lavoro dei minatori «era disumano, le persone erano
costrette a lavorare in quelle condizioni». Appena arrivati in
Friuli Marina e Marino Piccolo sono andati sulla tomba del padre con
i loro nipoti desiderosi di conoscere le origini della famiglia.
Grati al Comune per aver intitolato un’area verde alle vittime di
Marcinelle, i fratelli Piccolo hanno fatto notare che «la gente si
ricorda dei minatori che hanno dato la loro vita per il progresso»
auspicando che la tragedia resti motivo di riflessione sugli
infortuni sul lavoro. Ecco perché hanno portato i figli prima e i
nipoti poi a vedere il sito ormai dismesso della miniera. (f.d.z.) |