Egregi Signori e Signore, cari benefattori e amici!
Per me e’ un grande onore essere qui e poter ringraziarvi
personalmente a nome di tutto il personale dell’Istituto di cure
medico - sociali per bambini – citta’ Vetren, per tutto quello che
l’ONLUS “Per Vetren” ha fatto per noi. Vorrei raccontarvi del
monumento della virtù, della bontà umana e dell’amicizia che avete
creato voi.
L’Istituto a Vetren e’ stato costruito nel 1923 con la
funzione d’essere sanatorio per malati di tubercolosi. Nel 1974 è
stato trasformato in Istituto per crescita di bambini, i cui
genitori non riescono a mantenerli e che corrono un rischio per la
loro salute e la loro vita.
L’Istituto è situato in una bassa zona montana nel
cuore di un bosco di conifere e di latifoglie.Si estende in un
territorio di 100 are (=10 dekari) ed è a ridosso di una collina.
L’aria è pulita, fresca, con aroma di pini.Il clima è secco, ma
temperato. Nella regione non vi è la presenza di industrie
inquinanti. La struttura è ampia, solida e adatta ad ospitare i
bambini.
Cosi è cominciata la storia di questo Istituto. Nel suo
sviluppo ci sono stati sia vertici, che discese, in dipendenza del
periodo e della gente che vi ha lavorato, perché il vero
protagonista e’ il personale. I bambini sono dei “fiori”, teneri e
sensibili, delicati e vulnerabili, e la loro salute psicologica e
fisica, dipende da chi li assiste e dalle condizioni nei quali
vivono.
E cosi siamo giunti all’anno 2000, quando la Bulgaria
sopravisse uno dei più cruciali momenti nel suo sviluppo – una
rivoluzione che cambiò la struttura dello Stato, il tipo
d’amministrazione, il modo di vita e di concepimento del mondo.
Questo cambiamento era emozionale ed entusiastico, ma anche troppo
penoso per la maggior parte della gente. L’economia e’ crollò, i
redditi diminuirono, i cibi e il gasolio non erano sufficienti,
l’elettricità mancava per lunghe ore durante la giornata e la
notte. Difficilmente riuscivano a sopravivere sia le famiglie, sia
le istituzioni statali e comunali, alle quali apparteneva
l’Istituto sociale. I mezzi finanziari non bastavano neanche per
necessità quotidiane. In questo periodo si cercavano dei
benefattori anche per mangiare, vestiti e gasolio. Per fare
riparazioni non si poteva neanche pensare. Si facevano riparazioni
indispensabili che non potevano essere rimandate: vetri rotti,
avarie del riscaldamento, superficiali ricostruzioni
dell’edificio, dell’acquedotto. L’attrezzatura era vecchia e si
guastava sempre.
Ma “Dio non abbandona le piccole anime innocenti” dice
l’infermiera Kratunkova che in quei tempi era infermiera
principale e che ci raccontava come segue: “ Un giorno
nell’Orfanotrofio sono arrivati Sig. Ezio Cleri e Sig.ra Nada
Cleri, portati da Sig. Marinkov. Li abbiamo fatto vedere
l’Orfanotrofio e loro hanno voluto aiutare i bambini. All’inizio
questo ci ha stupiti, la nostra reazione era negativa, perché
abbiamo pensato a cosa avrebbero potuto chiedere in _cambio. Con
un po’ di paura abbiamo cominciato a chiedere dei biscottini,
formaggio, pasta; siccome non abbiamo avuto dei mezzi finanziari e
i magazzini erano vuoti. E’ da notare che già il giorno dopo
l’ordine era eseguito. Un giorno e’ venuto un architetto che ha
guardato attentamente l’edificio e … cosi tutto e’ iniziato”.
All’inizio con doni singoli e dopo con un intero
programma della durata di quattro anni per eseguire il restauro
essenziale dell’edificio e di tutte le attrezzature lì presenti,
e’ iniziata un’opera grande, significativa e duratura che è
rimasta come un monumento e come un ricordo nei cuori di tutti
quelli che l’hanno creata, portata avanti e oggi la usano.
L’ONLUS “Per Vetren”, creata specialmente per questo
grandioso programma, e con l’attiva collaborazione dell’Abbazia di
Rosazzo, l’ha portato al suo termine. L’8 di agosto 2004 insieme
ai tanti ospiti dalle istituzioni statali bulgare, ai dirigenti
italiani e promotori nell’esecuzione dell’impresa e ai tanti
ospiti /italiani e bulgari/ è stato inaugurato il rinnovato
Istituto per bambini a Vetren.
Indimenticabili rimangono i contatti che sono stati
creati fra i volontari - muratori, gli organizzatori, il personale
dell’Istituto e i bambini. Il lavoro in comune li ha uniti. Si
raccontano delle storie, degli eventi, delle impressioni per la
gente venuta a lavorare e su quelli che ogni anno visitano
l’Istituto come si parla per amici vicini, dei bambini che sono
stati amati e sono gia cresciuti. Adesso l’Orfanotrofio e’ nuovo,
pulito, ben illuminato e perfettamente riscaldato. Sono stati
cambiati gli infissi con quelli moderni, d’alluminio, ben
guarniti. Tutte le porte sono nuove, i controsoffitti sono belli,
i pavimenti sono di copertura adatta. Sono stati rifatti:
l’impianto elettrico, l’impianto idrico e l’impianto di
riscaldamento; sono stati cambiati lavatrici, cucine, essiccatoi,
mobili. L’impianto elettrico e l’impianto di riscaldamento è stato
fornito di una moderna tecnica elettronica. Automaticamente si
regola la quantità di calore che ci ha portato a 50% d’economia di
gasolio in paragone dell’anno precedente.
Si lavora in un edificio bello e comodo. Nell’estate
scorsa e’ stato riparato lo spogliatoio per il personale ed e’
stato costruito un bel locale con armadi individuali, con doccia e
bagno separato adiacente. Ci sono nuovi locali per magazzinaggio.
Per la festa di vino - Trifon Zarezan – o San Valentino, il
14.02.2005, abbiamo inaugurato un locale solo per riunioni e
feste. In quel giorno era con una bell’ornatura, pieno di tanti
ospiti e di tutto il personale, e c’era tanta musica e balli.
La gente e’ tranquilla, lavora con piacere e stima il
proprio lavoro. Si gode il proprio lavoro, prende a cuore le
assistenze per tutti i bambini, si angoscia per il loro destino.
In quest’inverno abbiamo soperato una grave epidemia d’influenza.
Tutti bambini erano malati e tanti di loro erano con bronco
polmonite e con bronchiti asmatiche. Mi chiedevo come andrà a
finire? Sette bambini erano ospedalizzati, ma anche l’ospedale era
strapieno. Non si potevano accettare tutti i gravemente malati. E
ho detto: Ci fermiamo qui! Facciamocela insieme!
Tanti giorni e notti sono rimasta nell’Orfanotrofio.
Tutto il personale era in piedi e vigilantemente seguiva ogni
bambino, ogni tosse, ogni respiro. Abbiamo sopravissuto!
Tutti bambini e noi! Tutto questo grazie alla
responsabilità e alla coscienza nell’atteggiamento di questa gente
al lavoro, sempre pronta a sacrificarsi, a dedicarsi e nello
stesso tempo così normale. Senza il loro lavoro di qualità non
saremmo riusciti a farcela. Facendo un resoconto, secondo la mia
statistica, dovevo mandare in ospedale, avendo completamente
ragione dal punto di vista medico, 38 bambini. E solo per far
parallelo: a Pazardjik c’e’ un Orfanotrofio, che e’ come il
nostro, con 100 posti, e con 80 bambini. Durante l’epidemia 27 dei
loro bambini erano ospedalizzati.
Sapete perché vi racconto tutto questo? Perché a tutto questo
hanno contribuito i nostri benefattori. Cambiando l’edificio,
hanno cambiato anche la gente. Semplicemente loro sentono che
devono rispondere alle condizioni, con un lavoro di qualità.
Essere degni per l’ambiente, per il creato dagli altri per loro.
Grazie alle buone condizioni e assistenze, le malattie fra i
bambini sono diminuite bruscamente. A paragone dell’anno scorso si
vede che abbiamo una diminuzione del 45% dei mezzi finanziari per
medicinali.
Da tanti anni, ancora prima che fosse fatta questa
restaurazione, conosco questo Orfanotrofio come edificio, come
modo di lavorare, come assistenze prestate ai bambini. Adesso le
cose sono completamente diverse. Le soventi visite di tante
persone nell’Orfanotrofio, collegate alla riparazione,
l’inserimento delle vostre volontarie e dei vostri volontari nel
lavoro con bambini, ha cambiato il comportamento e il rapporto nei
loro confronti. L’Istituto si e’ aperto al Mondo. Adesso e’ pieno
di tante attrezzature, di tanti giocattoli, di biciclette, di
casette, di carrozzine, di altalene… Ogni dono arrivato
dall’Italia ha qualcosa d’interessante per i bambini:
macchine-giocatoli, scivolo, casetta. Non ci sono più dei bambini
tristi, apatici e annoiati. Loro sono vivaci, socievoli e tendono
mani, stringono le mani della gente esterna, vogliono partire con
loro. Non ci sono più questi bambini spaventati, che si stringono
nell’angolo quando qualcuno entra nella loro stanza. Ogni anno i
gruppi stranieri /Americani, Croce rossa tedesca / frequentano
tutti gli Istituti, il cui numero totale e’ 35 in tutto il paese
per dare dei regali per Natale. Dopo la loro visita da noi abbiamo
capito che hanno valutato il nostro Istituto come migliore di
tutti..
A settembre 2004 ci ha fatto visita la Commissione per
accreditamento presso l’Agenzia Statale per protezione dei
bambini, costituita di 7 membri con rappresentati del Ministero
della salute, dell’Amministrazione Regionale, degli Uffici
Regionali e Comunali per protezione dei bambini e del Centro
regionale della salute. Il loro obiettivo era di attestare tutti
gli Istituti nel paese, in visione di diminuire il numero del
personale, assistente i bambini. La valutazione dell’Istituto era
molto buona e la Commissione era stupita dal poco personale
assistente i bambini. Il personale e’ con 20 persone di meno in
confronto degli altri istituti con le stesse capacità quantitative
di sistemazione di bambini. I membri della Commissione non ci
credevano e facevano tante volte le domande sul numero del
personale, finchè non li abbiamo fatto vedere la documentazione,
confermante il numero di personale e l’ultima e’ stata presa da
loro. Hanno fatto il resoconto di un buono sviluppo fisico e
psicologico dei bambini nonostante il limitato personale che li
assiste.
Ogni impiegato dell’Istituto ha il “proprio” bambino e
gli presta una particolare attenzione, detta a lingua pedagogica
“legame privilegiato”. Gli da un sostegno particolare, lo veste
diversamente, lo fa passeggiare, lo porta a casa sua e poi piange
di più degli altri quando se ne va via. Custodisce la sua foto e
sogna di sapere la sua strada di sviluppo e solo per vederlo da
lontano, quando e’ gia cresciuto dopo aver passato tanti anni
dalla separazione.
Abbiamo creato un rito ufficiale e speciale per ogni
bambino che abbandona l’Istituto. Tutto il personale esce per
accompagnare il bambino alla nuova casa per affidarlo agli
adottatori. Gli augura salute con un mazzo di geranio e le parole
giuste e lo accompagna con un paiolo d’acqua con auguri per una
vita prosperosa. Tutti sono contenti per la nuova prospettiva per
il bambino e certo che piangono separandocisi. Perché loro sono
stati quelli che da 2500 gr l’hanno fatto crescere per diventare
un bambino bello e comprensivo.
Cari amici, Siamo grati a tutti voi per ciò che avete
fatto, per il fatto che tutto l’Istituto sa che ha degli amici in
Italia, che ci sono delle persone che pensano a noi e condividono
le nostre preoccupazioni. Ogni volta che arriva l’ennesimo dono da
voi – materiali edili, macchine, sofà, sedie, carrozzine,
biciclette, belle tavolette ci viene un sentimento caloroso che
durante tutto l’anno da qualche parte li lontano c’e’ qualcuno che
pensa a noi. Una cosa non tanto utile qui,_in Bulgaria può trovare
il suo posto ed ecco che ci mandano augurio tramite lui. Qui, come
dicono gli stessi italiani, avete la vostra “seconda casa” per la
quale c’e da pensare e da occuparsi.
Saremo felici che questi contatti continuino sia come assistenza,
sia come stimolo e come controllo perché ci tengono responsabili e
perché ci aiutano. In voi abbiamo visto dei benefattori, degli
amici e delle buone e compassionevoli persone
Voi non avete voluto niente in cambio! Ci avete
ringraziato perché vi abbiamo dato l’opportunità di fare quello
che avete voluto e l’avete detto sinceramente. Avete fatto le cose
per vostro piacere. Voi ci avete fatto vedere un altro punto di
concepimento della vita. Fare qualcosa di buono per l’altro solo
per il piacere proprio!
Vi ringraziamo a nome di tutto il personale dell’Istituto per ciò
che avete fatto e vi aspettiamo di nuovo da noi!
LIDIA STEFANOVA, dir. istit. San Stiliano, Vetren |