Fanna (PN), 16 Novembre 2007
Diamo spazio a questo
importante evento con qualche giorno di ritardo a causa delle difficoltà
nel reperire le informazioni necessarie. Il materiale è stato raccolto
con paziente determinazione dal grande
amico del "natisone" Bruno Corva, che pur abitando a Cavasso Nuovo,
ha una
seconda residenza in quel di Fanna. Grazie Bruno. |
Commemorato Vittorio Cadel e Carlo
Giorgio Conti
 |
 |
Vittorio Cadel
Poeta e pittore
caduto in combattimento nei cieli di Macedonia
(1884-1917) |
Carlo Giorgio Conti
Medico e compositore
autore di musiche su parole di Cadel
(1881-1956) |

La casa natale di Vittorio
Cadel a Fanna
Comune di Fanna - Pro Loco di
Fanna
Venerdì 16 novembre, presso la Sala Operaia di Panna (PN), a cura del Comune
e della Pro Loco di Fanna, si è tenuta una manifestazione musicale in onore
e memoria dell'aviatore, pittore e poeta Vittorio Cadel, nel 90°
anniversario dell'eroica morte e del dott. Carlo Giorgio Conti, medico e
musicista udinese, nel 50° anniversario della scomparsa.
Il concerto, promosso dalla prof. Aurelia Conti, figlia
di Carlo Conti e da Alberto Picotti, cultore di Vittorio Cadel, ha visto la
partecipazione del mezzosoprano Mirna Pecile e del pianista e musicologo
David Giovanni Leonardi, entrambi docenti presso il Conservatorio "J.
Tomadini" di Udine.
In apertura, il locale Coro "Montelieto", diretto dal
M° Italo Piovesana, ha proposto Dongia il fogher e Matinada,
liriche di Cadel musicate da Carlo Conti, mentre nel corso del concerto il
coro è stato ancora protagonista di due pagine su versi di Cadel, Fana,
musica di Massimo Melocco e Bussimi, musica di Alfredo Narduzzo con
adattamento corale dello stesso Piovesana.
Di grande rilievo la proposta del duo Pecile-Leonardi,
con la prima esecuzione assoluta integrale del Quaderno di Vittorio Cadel di
Carlo Conti, formato dalle liriche I doi pôi, Vierta, ‘I ài
disfueât, Bruta ciuìta, Bussimi e La balconela.
A completamento della proposta musicale quattro pagine
pianistiche di Carlo Conti, Preludio (in prima esecuzione assoluta),
Sul Tèria, Nostalgia e Valzer delle rose; le ultime due
pagine conobbero, per la loro eccellente fattura, l'immediata pubblicazione
da parte dell'editore Bongiovanni di Bologna.

...alcuni momenti della
serata...
Poesia e musica con Cadel e Conti
Non vorrei
che passasse inosservata la recente commemorazione dedicata a Vittorio Cadel
e a Carlo Giorgio Conti. Tutti e due questi personaggi, pittore e poeta
l'uno (i cui quadri si trovano nel museo del Castello di Udine) e medico e
musicista l'altro, incontratisi idealmente nella prima metà del '900, ebbero
come risultato la nascita di quei quadri musicali ispirati a scene della
vita di tutti i giorni di un Friuli semplice e ancora romantico, che essi
seppero rendere immortale.
Fanna, questo piccolo paese perso tra le colline della
pedemontana, già noto come patria di Vittorio Cadel pittore, è stato per una
sera faro di cultura che il poeta Alberto Piccotti ha saputo accendere tra
un pubblico attento e interessato che ha riempito la sala fino
all'inverosimile.
Gli interpreti, il maestro David Giovanni Leonardi e la
cantante lirica Mirna Pecile, hanno dato il massimo di sé nell'esecuzione
dei pezzi proposti.
Il coro del maestro Italo Piovesana ha fatto da degna
cornice all'insieme, presentando anche due poesie di Cadel musicate da due
altri maestri.
Pur essendo io parte in causa dal punto di vista
affettivo, come figlia di Conti, penso di non sbagliare nel giudicare
l'impatto positivo sul pubblico del contenuto musicale sia dei brani per
pianoforte solo sia per pianoforte e canto.
Penso che una serata del genere non dia lustro soltanto
ai due personaggi ricordati, ma anche a tutta la nostra "Piccola Patria",
che non ha mai mancato di avere artisti e di talenti in ogni campo.
(Aurelia Conti - Udine)
Tal gno paèis ‘a è ‘na
balconela
cu’ ‘na ghirlanda atôr di gjelsumin,
di fuèis di lèria e flòurs di campanela,
e drenti al bat, ch’al sclopa, un curisìn,
e drenti un vôli al lûs come ‘na stela
tra il vâs di menta e chel amurìn,
e drenti ‘a sta chê bambinuta biela
ch’a mi ‘à robât la pâs dal gno distin.
Vittorio Cadel, La Balconela |
Jo ‘i sai
d’una taviela
‘ndulà ch’a son doi pôi
crissûz un dongja l’altri
Sun chel medesin troi,
e si ‘l soreli a sera ‘a j bat di
sbiegu,
a’ slungjn la ombrena sôra i prâz,
e lajù insomp, li pontis ch’a si tocjn
al pâr ch’a si fevelin di bussâz
Vittorio
Cadel, I doi pôi |
La vita di
Vittorio Cadel
Vittorio Cadel nacque a Fanna il 4 ottobre 1884. Dopo le elementari
trascorse in paese gli anni della fanciullezza attendendo alle
occupazioni di casa e di campagna. Sente già in questo periodo l'istinto
dell'artista e senza conoscere la metrica, scrive i primi versi; digiuno
di ogni conoscenza del disegno, dipinge un pò dovunque, anche sulle
pareti della casa. Sognava ardentemente di dedicarsi all'arte, ma in
famiglia ne era ostacolato. Finalmente con la sua costanza e volontà
riuscì a vincere ogni opposizione e nel 1901 è a Udine, dove frequenta
per due anni lo studio di pittura dei fratelli Filipponi e la scuola
serale d'arti e mestieri «Giovanni da Udine». Sotto la guida del prof.
De Puppo consegue successivamente il I° ed il II° premio. Nell'autunno
del 1903 si iscrive alla Accademia di Belle Arti di Venezia,
frequentando il corso preparatorio e riportando il premio di primo grado
(medaglia d'argento).
Dal 1905 al 1907 frequenta il corso speciale di figura
presso l'Accademia di belle Arti dì Firenze e poi anche il III° anno
facoltativo e ottiene una medaglia d'argento, una di bronzo ed un
certificato di lode.
Nel 1908 concorre alla borsa di studio «Marangoni» e
riesce vincitore: continua così gli studi di perfezionamento nella
pittura presso la scuola libera di Artistide Sartorio in Roma. Nel
saggio finale del I° anno di corso (1909-10) ottiene il massimo dei
punti e, dal Ministero della Pubblica Istruzione un viaggio a scopo di
studio, a titolo di premio.
Fin dal 1905 aveva conseguito presso l'Accademia di
Belle Arti di Modena l'abilitazione all'insegnamento del disegno e dal
1907 a Firenze, l'abilitazione all'insegnamento artistico. Nel 1910
presta servizio militare nel 6° Artiglieria da Fortezza di stanza a
Torino. Due anni dopo prende parte al concorso per la cattedra di
ornato, bandito dall'Istituto Ala-Ponzoni di Cremona, riuscendo 2°; e
poi quello per l'insegnamento del disegno presso la scuola Tecnica di
Chivasso (Torino) dove rimane quale professore fino allo scoppio della
guerra.
Nel 1912 aveva partecipato al concorso Nazionale per la
decorazione di alcune parti dell'Altare della Patria a Roma ed era stato
classificato 3° su 43 concorrenti.
Il 24 maggio 1915 viene richiamato sotto le armi come
sottotenente di complemento. Chiede ed ottiene di passare all'aviazione
in servizio di osservazione e di ispezione a favore dell'artiglieria.
Passa quindi alla 41° e poi alla 47° squadriglia, sfidando
quotidianamente la morte sul suo apparecchio disarmato; prende parte
alla battaglia di Gorizia avendo al suo attivo due gravi incidenti di
volo e numerose forature. In quei giorni, eloquente testimonio del suo
valore, gli viene conferita la medaglia di bronzo con la seguente
motivazione: «Osservatore d'aereoplano dimostrò calma ed ardire in varie
ricognizioni, riportando utili informazioni, volando con apparecchio
disarmato, osservando con cura i tiri di nostre batterie, benché avesse
avuto l'apparecchio più volte colpito e fosse stato attaccato da
velivoli nemici. Sambasso, 12 agosto; Biglia, 17 settembre; Prevaccina,
3 ottobre 1916».
L'anno successivo (1917) la sua squadriglia viene
inviata in Macedonia nel settore di Salonicco. Il 29 aprile è colpito a
morte dalle raffiche delle mitragliatrici di due apparecchi nemici, dopo
un faticosissimo e tragico volo. Alla sua memoria viene conferita la
medaglia d'argento al valor militare con questa motivazione:
«Osservatore d'aeroplano, eseguiva numerose ricognizioni, dando prova di
singolare ardimento. Durante una osservazione di tiro, eseguita tra
violente raffiche dell'artiglieria nemica, attaccato da due apparecchi
da caccia, impegnava un violento combattimento, finché, colpito a morte,
precipitava al suolo. Cielo della Macedonia Serba, 29 aprile 1917».
Nel 1924 la salma potè essere trasportata nel cimitero
di Fanna e composta amorosamente nella tomba di famiglia. |
Per implementare questa
pagina ho cercato su internet qualche poesia di Vittorio Cadel...
non
mi ricordavo fossero disponibili in una pagina del nostro sito>>>


|