Cividale del Friuli (UD), 31
Ottobre 2009
Duomo di Santa Maria
Assunta
Comitato per le celebrazioni del secondo centenario della nascita di
Giovanni Battista Candotti
(1809-1876)
www.bicentenariocandotti.it
Concerto
candottiano
Liliana
Moro,
soprano -
Elena
Boscarol,
contralto
Alessandro
Cortello,
tenore -
Armando
Badia,
basso
“Schola dilecta”
di Udine - maestro Giovanni Zanetti
“Parrocchiali di Bertiolo e Pozzecco” -
maestro Giancarlo Schiavo
“G.B. Candotti”
di Codroipo - maestro Liliana Moro
Friuli Sinfonietta -
Orchestra giovanile del Conservatorio di Udine
Direttore:
Walter Themel
Per informazioni riguardanti cori, solisti, maestri e
orchestra, vi rimandiamo al concerto
effettuato nel Duomo di Codroipo
due giorni prima, mentre in questa pagina riportiamo l'articolo su G.B.
Candotti, tratto da
www.bicentenariocandotti.it al
quale aggiungeremo il servizio fotografico effettuato nel Duomo di Cividale
Giovanni Battista Candotti
Codroipo, 1.VIII.1809 – Cividale, 11. IV.1876
Biografia - Giovanni Battista Candotti, giovane di pronta intelligenza,
entrò nel seminario di Udine frequentando quel ginnasio-liceo con risultati
eccellenti. Assorbì tanto dal mondo classico, greco e latino, che giocando
sul suo cognome Can-dotti si sottoscriveva Giovanni Battista Kynòsofos, o
Cinòsofo (Cane dotto) Codropolitano. Le prime nozioni musicali gli furono
impartite dal m.o Antonio Diana e quindi dal m.o Leonardo
Marzona di S.
Daniele (noto per aver cantato sia le glorie di Napoleone, sia quelle di
Francesco I), ma fu, se si eccettuano queste poche nozioni teoriche, in gran
parte autodidatta.
Incominciò a comporre a
16 anni; l’op. 1 (1826) è una Messa a tre voci e organo, eseguita in
seminario per la festa di S. Luigi. Accanto alla Messa op. 1 e ad alcuni
altri lavori di quegli anni giovanili annoterà: «non vale niente».
Il 30 settembre 1832 fece
eseguire un mottetto a quattro voci in occasione della celebrazione della
sua prima messa e il successo riportato gli procurò l’interessamento del
decano del Capitolo di Cividale del Friuli, G. Ferrandini, che lo nominò
organista del Duomo e poi Maestro di Cappella.
Il suo trasferimento a
Cividale, ove trascorse tutta la sua esistenza, gli permise di dedicarsi con
una certa continuità alla musica, sebbene numerose incombenze legate al suo
ufficio sacerdotale lo distogliessero spesso dall’attività prediletta. In
oltre cinquant’anni, arrivò a produrre un ricco corpus compositivo, tanto
che il suo Catalogo cronologico e tematico conta almeno 519 numeri d’opus
comprendenti messe, salmi, inni, brani per organo, ecc.
Dopo la primavera del
1869 incominciò ad avere disturbi agli occhi, per cui era ridotto a dettare
le sue creazioni, ma riacquistò la vista nel gennaio del 1873 dopo una cura
fatta a Padova.
Al ritorno nella sua
Cividale fu accolto trionfalmente, anche perché oltre ad essere un musicista
che dava lustro al luogo, era sacerdote tanto dotto quanto pio e cordiale,
ricercato catechista e predicatore, sapendo conquistare con il ministero
della parola un vasto uditorio di fanciulli, giovani e adulti che lo
circondarono di stima e di amicizia. Rimase sempre un sacerdote esemplare
impegnato nella educazione dei giovani e nella predicazione. Fu anche uomo
di non comune sensibilità sociale, cui si deve, tra l’altro, la fondazione
di un ginnasio per i ragazzi di Cividale.
Ebbe tra gli allievi
Jacopo Tomadini, grande compositore, che svolse il suo servizio di organista
a Cividale accanto a lui Maestro di Cappella; insieme si adoperarono
lungamente per una riforma della musica sacra e per la diffusione del
movimento ceciliano. Candotti morì a Cividale l’11
aprile 1876.
...la "Friuli Sinfonietta" ed i cori
ripresi da differenti angolazioni...
La
produzione musicale - Della sua vastissima
produzione, prevalentemente di genere religioso, si ricordano almeno:
- 81 messe, di cui 19 a tre voci virili con orchestra, 36 a tre e
quattro voci virili con organo obbligato, alcune delle quali furono premiate
in concorsi internazionali di musica sacra, 26 a voci sole o con organo ad
libitum;
- 99 salmi tra i quali emergono 16 Dixit Dominus con orchestra
o organo;
- 31 Magnificat e altri pezzi;
- 34 inni (tra essi raggiunsero una vasta notorietà l’Invictus
heros numinis a voci dispari, soprani, contralti, tenori e bassi,
destinato alla Cappella Imperiale di Praga, composto nel 1871, e Jesu
redemptor omnium, op. 320, per tenore, coro, orchestra e organo,
che composto nel 1839, venne poi rielaborato per soprano, coro e organo ed
eseguito nel 1874 con grande successo sempre nella Cappella Imperiale di
Praga).
Particolare rilievo per
l’ampiezza della struttura armonica, riveste inoltre il processionarium
foroiuliense op. 328 (1852), composto di 16 inni corali, poi riveduti
e rielaborati nel 1873 con il numero d’opera 480; fu autore inoltre di
litanie, responsori, Te Deum, antifone e varie
parti isolate del Proprio e dell’Ordinario della messa.
Si aggiungono a queste composizioni di carattere liturgico varie canzoncine
e cori, musiche per organo solo o per banda, distribuite in sei volumi
comprendenti sinfonie, marce, pastorali (tra le quali emerge per originalità
quella denominata «la berecchinissima», composta nel 1837 per organo e bùgul,
uno strumento caratteristico del cividalese) e altri pezzi di genere
diverso.
Le musiche organistiche
di Giovanni Battista Candotti coprono un periodo di tempo che va dal 1827 al
1848, l’anno della Rivoluzione, in cui molti del clero friulano si esposero
manifestando le loro simpatia per l’Italia, pagando poi lo scotto di una
severa epurazione.
...alcune
espressioni del direttore
Walter Themel...
Le
composizioni del Candotti, uscite d’istinto dalla sua penna, dove tutto è
ovvio e conseguente, rivelano una fervida fantasia melodica: il suo
linguaggio non si rivolge a coscienze addottrinate di alta cultura, bensì
all’anima universale di ogni dove. Va però osservato che non siamo troppo
lontani dalla vecchia strada del mondo barocco, della musica liturgica
concepita al fine di offrire un legittimo godimento ai fedeli, che alle
solennità e alle feste ci andavano per assistere ad uno spettacolo liturgico
con della bella musica, tanto più se questa era del riformista Candotti,
premiato a Firenze, dove egli diresse la sua Messa «formata
prendendo» pezzi da cinque precedenti lavori. Ai suoi ordini aveva un
complesso di «50 cantori, organo, 4 violoni e 4 violoncelli»; fra i presenti
in prima fila il finanziatore del concorso S.E. il Duca di S. Clemente,
Casamorata direttore del conservatorio fiorentino, numerosi maestri e dietro
molto pubblico. Un edificante spettacolo sacro.
Per questo quando i
riformisti ottocenteschi, pieni di santo zelo, scrivevano che bisognava
cambiare la musica sacra fattasi frivola per ricondurla al suo vero
carattere grave e religioso, bisogna prendere il loro dire cum grano
salis. Non per niente Piero Pezzè, scrivendo dello stile del Candotti,
dice che il suo discorso «assume alle volte modi ed accenti... vicini alla
villotta friulana» e che questi elementi si alternano «con quelli di
ispirazione melodrammatica e strumentalistica».È vero che il Candotti negli
ultimi anni fu più attento agli aspetti di un’arte musicale in armonia con
le esigenze celebrative, specie nelle composizioni vocali, meno, però, in
quelle organistiche, dove resta sempre problematico capire se quanto si
ascolta sia stato prodotto prima o dopo le prese di posizione a favore della
riforma.
Una curiosità: le sue
composizioni «alla Palestrina», lo stile dei riformatori, sono soltanto
quattro.
Compositore spontaneo,
dotato di una scorrevole vena melodica, il Candotti fu considerato sia in
Italia sia all’estero come uno dei più dotti e severi assertori della
tradizione polifonica italiana e dedicò la sua vita alla riforma della
musica sacra. Uomo di vastissima cultura musicale, in possesso di una
eccezionale tecnica contrappuntistica, nelle sue composizioni di genere
religioso sostenne la necessità di ritornare ad uno stile severo e lineare,
in cui pur senza fare ricorso alle rigide formule del gregoriano, si
evitasse il pericolo di cadere in uno stile arieggiante il genere profano o
teatrale, secondo una consuetudine ormai da tempo entrata far parte del
repertorio musicale sacro contemporaneo.
Sostenne pertanto
l’esigenza di un ritorno alla struttura polifonica tradizionale, ravvivata
da brevi interventi solistici senza tuttavia indulgere ad effetti
melodrammatici; allo stesso tempo giudicò più adatta al genere sacro
l’adozione della fuga e del contrappunto, da usarsi con moderazione al fine
di non alterare con troppi artifici il significato del testo, che doveva
invece aderire alla musica.
Deplorò di conseguenza i
virtuosismi canori, gli abbellimenti arbitrari e le alterazioni ritmiche
dettate esclusivamente dalla ricerca di effetti estranei alla dignità e alla
severità della composizione sacra.
Le sue composizioni
ebbero larga diffusione nelle cantorie italiane per tutta la seconda metà
del secolo XIX, soprattutto per la fluidità e la chiarezza della struttura
armonica e contrappuntistica e gli valsero numerosi riconoscimenti e premi
in competizioni internazionali.
Nel 1854 una sua Messa
a tre voci vinse il primo premio al concorso bandito dalla Société de
musique religieuse di Nancy (Francia) e nel 1862 un’altra sua Messa a
quattro voci virili riportò il secondo accessit al concorso
indetto dal Union Choral di Parigi e fu poi pubblicata dall’editore
Repos; nello stesso anno risultò primo con un Messa a tre voci maschili
a un concorso di Firenze, dirigendone poi la prima in S. Gaetano.
...i solisti...
Gli
scritti musicologici - Candotti fu anche autore di
due notevoli saggi sulla musica sacra: Pensieri sul carattere della
musica da chiesa (Ricordi, Milano, 1851), preceduto da Sul canto
ecclesiastico e sulla musica sacra (Venezia, G. B. Merlo, 1847), che
ebbero larga diffusione e notevole influsso in Italia ed all’estero, e di
numerosi articoli su riviste locali, italiane e francesi, d’argomento
prevalentemente legato alla storia musicale.
A lui si deve anche –
tramite l’intraprendente e dotto G. Onorio Marzuttini, bibliotecario
dell’Università di Padova - la segnalazione, fatta a Felix Danjou nel 1847,
del ricco patrimonio monodico e discantistico contenuto negli antichi e
preziosi libri corali della biblioteca capitolare cividalese.
La segnalazione, subito
raccolta da Edmond de Coussemaker, fruttò la pubblicazione dei drammi sacri
ed il successivo interesse internazionale per le fonti musicali cividalesi.
Candotti fu anche assiduo
collaboratore di François-Joseph Fetis, della Revue de la Musique
Religieuse, Populaire e Classique, di Parigi diretta sempre dal Danjou.
Socio della Regia Accademia di Firenze, scrisse vari articoli per la
Gazzetta Musicale di Milano contenenti originali profili dei
maggiori musicisti friulani.
...gli applausi alla fine del concerto...
L’epistolario - L’epistolario di G. B. Candotti,
conservato presso l’Archivio Capitolare di Cividale, comprende oltre 4.000
lettere scritte e ricevute nell’arco di un cinquantennio (1826-1876).
Tra i destinatari delle
sue missive figurano musicisti più o meno noti (Franz Xaver Witt, Alberto
Mazzucato, Michele Indri, Jacopo Tomadini, Francesco Comencini, Onofrio
Turchetto...) ma anche musicologi di primissimo piano (Adrien de la Fage,
Edmond de Coussemaker, François-Joseph Fétis, Felix Danjou, Gaetano Gaspari,
Francesco Caffi, Guerrino Amelli...), editori musicali (Giulio Ricordi e
Luigi Berletti), importanti riviste (La Gazzetta Musicale di Milano,
Musica Sacra), oltre naturalmente a molti intellettuali e studiosi
friulani protagonisti dell’epoca.
...e dopo il bis...
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
IL PROGRAMMA
Duomo di Cividale del Friuli, 31
Ottobre 2009
Concerto candottiano
Giovanni Battista Candotti (1809 - 1876)
Liliana
Moro,
soprano -
Elena
Boscarol,
contralto
Alessandro
Cortello,
tenore -
Armando
Badia,
basso
“Schola dilecta”
di Udine
- maestro Giovanni Zanetti
“Parrocchiali di Bertiolo e Pozzecco”
-
maestro Giancarlo Schiavo
“G.B. Candotti”
di Codroipo
- maestro Liliana Moro
Friuli Sinfonietta
Orchestra giovanile del Conservatorio di Udine
Direttore:
Walter Themel
|
1 |
4.45 |
Sinfonia in re maggiore per orchestra
op. 26 (1827)
Andante maestoso, Allegro vivace
|
2 |
4.10 |
Quam dilecta tabernacula tua
op. 339 (1853)
Mottetto per coro e orchestra
|
3 |
35.03 |
Messa per soli, coro e orchestra
op. 234 (1843)
Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Agnus Dei
|
4 |
3.28 |
Fuori programma
(Agnus
Dei) |
|