appunti di viaggio

Viaggio alla Richinvelda
5 giugno 2005

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     Il secondo viaggio a San Giorgio della Richinvelda, è stato in occasione della Messa che era inclusa nel quadro delle manifestazioni per ricordare il Beato Bertrando, il Patriarca aquileiense assassinato in quei luoghi nel 1350.
     L’evento mi era stato segnalato da Francesco Orlando, Assessore del Comune di San Giorgio e uno dei principali animatori del comitato che lavora per salvaguardare le antiche tradizioni di quelle zone del Friuli tramandate da generazione in generazione.
     Alle 8.30 stavo già girovagando per le strade del capoluogo, fotografando quello che mi appariva più interessante, scoprendo anche alcune tracce del famoso “ventennio”, stranamente salvate dall'accanita volontà di cancellare dalla memoria un periodo, durante il quale malgrado tutto la gente ha continuato a vivere, gioire, soffrire, nascere e morire esattamente come oggi…
     Intorno alle nove ero in avvicinamento alla chiesetta di San Nicolò, girandogli attorno (sempre in automobile) in cerca di inquadrature diverse, per poi cercare un parcheggio il più vicino possibile al luogo dei festeggiamenti.

     Prima di trovare la definitiva sistemazione, sono stato intercettato dallo stesso Francesco Orlando che mi ha ringraziato per essere presente a San Giorgio in quella giornata speciale, dandomi i ragguagli sullo svolgimento della cerimonia e degli eventi che sarebbero seguiti.
     La giornata era splendida, anche se leggermente arieggiata, forse troppo per la maggioranza delle persone, ma ideale per me.
     Ho avuto tutto il tempo per fare una serie di fotografie all’interno della chiesetta, pur sapendo che anche in quel luogo per fare ciò, ci sarebbe voluto un permesso speciale dalle competenti autorità ecclesiastiche, permesso che non mi è ancora stato concesso…
     Ritenendomi soddisfatto, mi sono trasferito al centro di uno spiazzo erboso coperto di alberi, dove era già stato allestito l’altare, mentre gli incaricati del Comune e della Protezione Civile, stavano predisponendo una serie di panchine. Un signore che da sempre si prende cura della chiesetta di San Nicolò ed in questa occasione faceva le funzioni di sagrestano, è stato ben contento di tirare le corde per permettermi di registrare l’argentino suono delle due campanelle.
     Pian piano lo spiazzo sotto ghi alberi cominciava a riempirsi di gente, mentre un gruppo misto si predisponeva ad un lato effettuando alcune prove in voce e con alcuni strumenti musicali.
     Poco dopo le undici è iniziata la Messa condotta dal parroco di Rauscedo don Danilo Olivetto e concelebrata dal parroco locale don Giovanni Cuccarollo.
     Confesso che durante le cerimonie domenicali a cui ho modo di assistere, la mia attenzione non è particolarmente concentrata sul significato dell’evento, quanto nel cercare di cogliere i momenti più significativi, stando molto attento a non interferire con i momenti di raccoglimento che le varie fasi della liturgia richiedono, utilizzando una digitale silenziosa senza l’uso del flash.

 

     Non è possibile descrivere le sensazione che ho provato in quel luogo seduto su quella panchina circondato da tanta gente raccolta in quello spiazzo verde, mentre il venticello smuoveva le fronde degli alberi miscelando ed espandendo i vari profumi di fiori.

     Dopo la Messa si è snodata la processione con l’immagine del Beato Bertrando verso il luogo della sua uccisione, ed era affascinante vedere quella lunga fila di persone, che pian piano si snodava sfiorando una chiaranda al limite dell'ampio prato. Sebbene la stessi osservando da una discreta distanza, non riuscivo ad inquadrare la “testa” e la “coda” della processione nel grandangolo della mia nuova reflex ed anche azionando il suo potente zoom, da quella distanza non potevo cogliere i minimi particolari… Questo non mi preoccupava minimamente… sapevo di poter contare su un operatore “mobile” munito di “digitale” propria, mentre uno dei miei registratori era stato piazzato sulla pedana ai piedi della statua del Beato portato a spalla da quattro robusti giovanotti. In questo servizio, l’aiuto di Francesco è stato determinante… magari ogni tanto potessi disporre di un’assistente così prezioso…

     Dopo una ventina di minuti la processione era nuovamente nel luogo di partenza, e dopo una preghiera finale la gente ha cominciato a disperdersi per recarsi all’interno della chiesetta o nello spiazzo del parcheggio dove ci sarebbe stata la benedizione delle auto e delle macchine agricole. Mentre raccoglievo le mie attrezzature, tra i fedeli ho riconosciuto il dott. Silvano Antonini Canterin, Presidente della Fondazione CRUP, che si era avvicinato all’improvvisato altare per salutare il parroco. In attesa che mi restituissero il registratore, utilizzato per riprendere alcuni antichi canti in latino e friulano all’interno della chiesetta, sostavo con il mio borsone degli attrezzi appoggiato sul muretto a fianco della chiesetta, e li  sono stato avvicinato da diverse persone (alcune mi avevano già visto in giro per il Friuli) che, avendo saputo la ragione della mia presenza a San Giorgio, mi segnalavano alcuni eventi in quelle zone che avrebbero potuto essere interessanti per il mio lavoro.

     Riunito tutte le mie attrezzature, ho salutato Francesco Orlando puntando decisamente verso est per superare il Tagliamento ed avvicinarmi a Leproso, contento di avere raccolto materiale molto importante per documentare con immagini e suoni, una delle più antiche ricorrenze delle tradizioni popolari friulane.

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