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Il secondo viaggio a
San Giorgio della Richinvelda, è stato in occasione della Messa che
era inclusa nel quadro delle manifestazioni per ricordare il Beato
Bertrando, il Patriarca aquileiense assassinato in quei luoghi nel
1350.
L’evento mi era stato segnalato da Francesco Orlando, Assessore del
Comune di San Giorgio e uno dei principali animatori del comitato che
lavora per salvaguardare le antiche tradizioni di quelle zone del
Friuli tramandate da generazione in generazione.
Alle
8.30 stavo già girovagando per le strade del capoluogo, fotografando
quello che mi appariva più interessante, scoprendo anche alcune tracce
del famoso “ventennio”, stranamente salvate dall'accanita volontà di
cancellare dalla memoria un periodo, durante il quale malgrado tutto
la gente ha continuato a vivere, gioire, soffrire, nascere e morire
esattamente come oggi…
Intorno alle nove ero in avvicinamento alla chiesetta di San Nicolò,
girandogli attorno (sempre in automobile) in cerca di inquadrature
diverse, per poi cercare un parcheggio il più vicino possibile al
luogo dei festeggiamenti.
Prima di trovare la
definitiva sistemazione, sono stato intercettato dallo stesso
Francesco Orlando che mi ha ringraziato per essere presente a San
Giorgio in quella giornata speciale, dandomi i ragguagli sullo
svolgimento della cerimonia e degli eventi che sarebbero seguiti.
La giornata era splendida, anche se leggermente arieggiata, forse
troppo per la maggioranza delle persone, ma ideale per me.
Ho avuto tutto il tempo per fare una serie di fotografie all’interno
della chiesetta, pur sapendo che anche in quel luogo per fare ciò, ci
sarebbe voluto un permesso speciale dalle competenti autorità
ecclesiastiche, permesso che non mi è ancora stato concesso…
Ritenendomi
soddisfatto, mi sono trasferito al centro di uno spiazzo erboso
coperto di alberi, dove era già stato allestito l’altare, mentre gli
incaricati del Comune e della Protezione Civile, stavano predisponendo
una serie di panchine. Un signore che da sempre si prende cura
della chiesetta di San Nicolò ed in questa occasione faceva le
funzioni di sagrestano, è stato ben contento di tirare le corde per
permettermi di registrare l’argentino suono delle due campanelle.
Pian piano lo spiazzo sotto ghi alberi cominciava a riempirsi di
gente, mentre un gruppo misto si predisponeva ad un lato effettuando
alcune prove in voce e con alcuni strumenti musicali.
Poco dopo le undici è iniziata la Messa condotta dal parroco di
Rauscedo don Danilo Olivetto e concelebrata dal parroco locale don
Giovanni Cuccarollo.
Confesso che durante le cerimonie domenicali a cui ho modo di
assistere, la mia attenzione non è particolarmente concentrata sul
significato dell’evento, quanto nel cercare di cogliere i momenti più
significativi, stando molto attento a non interferire con i momenti di
raccoglimento che le varie fasi della liturgia richiedono, utilizzando
una digitale silenziosa senza l’uso del flash.
Non è possibile
descrivere le sensazione che ho provato in quel luogo seduto su
quella panchina circondato da tanta gente raccolta in quello spiazzo
verde, mentre il venticello smuoveva le fronde degli alberi miscelando
ed espandendo i vari profumi di fiori.
Dopo la Messa si è
snodata la processione con l’immagine del Beato Bertrando verso il
luogo della sua uccisione, ed era affascinante vedere quella lunga
fila di persone, che pian piano si snodava sfiorando una
chiaranda al limite dell'ampio prato. Sebbene la stessi osservando
da una discreta distanza, non riuscivo ad inquadrare la “testa” e la
“coda” della processione nel grandangolo della mia nuova reflex ed
anche azionando il suo potente zoom, da quella distanza non potevo
cogliere i minimi particolari… Questo non mi preoccupava minimamente…
sapevo di poter contare su un operatore “mobile” munito di “digitale”
propria, mentre uno dei miei registratori era stato piazzato sulla
pedana ai piedi della statua del Beato portato a spalla da quattro
robusti giovanotti. In questo servizio, l’aiuto di Francesco è stato
determinante… magari ogni tanto potessi disporre di un’assistente così
prezioso…
Dopo una ventina di
minuti la processione era nuovamente nel luogo di partenza, e dopo una
preghiera finale la gente ha cominciato a disperdersi per recarsi
all’interno della chiesetta o nello spiazzo del parcheggio dove ci
sarebbe stata la benedizione delle auto e delle macchine agricole.
Mentre raccoglievo le mie attrezzature, tra i fedeli ho riconosciuto
il dott. Silvano Antonini Canterin, Presidente della Fondazione CRUP,
che si era avvicinato all’improvvisato altare per salutare il parroco.
In attesa che mi restituissero il registratore, utilizzato per riprendere alcuni antichi canti in latino e friulano
all’interno della chiesetta, sostavo con il mio borsone degli attrezzi
appoggiato sul muretto a fianco della chiesetta, e li sono stato avvicinato da diverse
persone (alcune mi avevano già visto in giro per il Friuli) che,
avendo saputo la ragione della mia presenza a San Giorgio, mi
segnalavano alcuni eventi in quelle zone che avrebbero potuto
essere interessanti per il mio lavoro.
Riunito tutte le mie
attrezzature, ho salutato Francesco Orlando puntando decisamente verso
est per superare il Tagliamento ed avvicinarmi a Leproso, contento di
avere raccolto materiale molto importante per documentare con immagini
e suoni, una delle più antiche ricorrenze delle tradizioni popolari
friulane.
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