Galleriano di Lestizza, 25
Settembre 2005
Galleriano: in Comune di Lestizza - Galleriano è un piccolo paese
di 650 abitanti ai centro del Comune di Lestizza. Come gran parte dei
paesi del Medio Friuli, non può vantare grandi particolarità, la zona
è pianeggiante e l'attività prevalente è quella agricola.
In questo senso Galleriano fa eccezione essendo per tradizione
consolidata dal susseguirsi delle generazioni, un paese
prevalentemente di commercianti e di piccoli artigiani. Questa sua
caratteristica forse ha fatto sì che un po' da sempre ma in maniera
massiccia nel secondo dopoguerra sia diventato un paese di grande
emigrazione.
Negli anni 45/50 in pratica ogni famiglia ha conosciuto
a volte come un dramma a volte come una fortuna l'opportunità di
andare alla ricerca della buona sorte, chi in Svizzera (grazie a
don Guido Trigatti prete degli emigranti in memoria del quale una
volta all’anno ci ritroviamo per una giornata di festa e di
riflessione sul nostro tempo) chi in Australia in Francia in
Lussemburgo ecc...
Oggi i tempi sono radicalmente cambiati e molti di loro
sono rientrati. La realtà di oggi ci porta a fare i conti con una
situazione capovolta, 50 anni fa eravamo noi ad andare, oggi sono
altri ad arrivare da ogni dove, ed i problemi che questo comporta non
sono semplici ne ancora ben definiti.
La Parrocchiale della fine del
1600, in
posizione bellissima al centro del paese, collocata su un piccolo
rialzo conserva forse i tratti di quella epoca lontana, quando anche
il cimitero era collocato all'intorno della Chiesa.
Questa contiene alcune opere notevoli, gli affreschi degli apostoli
del 1850 opera di Rocco Pitacco ed il pulpito scolpito in legno del
1855 di Biaggio Iuri. Interessante anche l'altare maggiore del 1730
opera di Francesco Fosconi di Udine, con le statue di S.Martino e S.
Paolo che "nel 1743 il Luogotenente della Patria del Friuli
permette ai Gallerianesi di ordinare a Luca Paleari due statue che
costano al Comune di Galleriano circa L. 1.900".
A fianco c'è il Campanile eretto agli inizi del 1700
probabilmente al posto di una torre di avvistamento, con in cima
originariamente un angelo girevole in legno, che viene sostituito nel
1828 da quello attuale in bronzo realizzato da un fabbro di
Mortegliano, certo Barbina.
Passarono gli anni e si arriva al marzo del 1918 quando
"il nemico invasore in mezzo alle maledizioni del popolo asportò i
sacri bronzi per fare armi di morte ". Tornano tempi migliori e
nel 1923 il nuovo splendido concerto di campane uscito dalla fonderia
Regolo Capanni di Reggio Emilia, viene benedetto dall'Arcivescovo.
Una particolarità mai spiegata se non forse con
il fatto che si diceva di essere un paese di commercianti e perciò di
gente che gira vede e riporta, è quella che il nostro campanile
ricorda praticamente quasi fosse una bella copia il campanile del
Castello di Udine.
CAMPANE
La chiesetta campestre di San Giovarmi del secolo XIV ha subito
diverse trasformazioni ed utilizzi nel corso della storia giungendo
durante la prima guerra mondiale ad essere adibita ad ospedale da
campo e perfino a riparo per il bestiame. In seguito il paese sotto la
guida del Parroco don Ernesto Toffolutti, provvide al restauro
voltando la facciata verso il paese e dotandola della statua di San
Giovanni l'Evangelista.
Successivamente riparata più volte, dotata come ad un
tempo della torretta campanaria ed ultimamente dedicata ai ''Migranti"
di ogni tempo e provenienza con la realizzazione di un opera (Cristo
in croce s. Giovanni e
la Madonna con
alla base ed ai lati alcuni simboli della emigrazione) in memoria di
don Guido e la realizzazione del pavimento in terrazzo alla veneziana
in memoria di quanti ci hanno lasciato.
La Messa per la
"festa degli emigranti" è stata celebrata dall'Arcivescovo Emerito mon
Alfredo Battisti, sotto un grande tendone eretto nell'ampio spazio verde
che si estende dietro la chiesetta. Accanto al tendone, in vari chioschi
e gazebo era stata allestita una pesca beneficenza e bancarelle per la
vendita di fiori ed altri prodotti, il cui ricavato sarà destinato a
scopi benefici.
Canti eseguiti dal Coro
Parrocchiale di Lestizza ed estratti audio dagli interventi di S.E. mons
Alfredo Battisti,
che da "emigrante" (come ama definirsi), ha celebrato la Messa per la
festa degli emigranti...
...benedizione e canto finale...
...la Messa era finita... ma la
festa continuava...
VEDERE
IL SERVIZIO>>>
Ripassando a grandi linee un poco di storia:
Se vogliamo dare uno sguardo alla evoluzione della istituzione
religiosa, il paese è stato per secoli collocato sotto la pieve di
santa Maria il cui Pievano ogni terza di mese veniva a presiedere la
celebrazione della Messa, la popolazione doveva preparargli un lauto
pasto, mentre il Cappellano residente in paese tirava la cinghia (a
questo proposito i vecchi raccontano che il Pievano mangiava un pollo
da solo e beveva come una spugna, poi ai Vesperi bello rubicondo
intonava i salmi con voce talmente potente e tonante che faceva
scappare tutte le passere dal tetto). Storie di altri tempi che
hanno forse anche segnato il colore politico del paese, negli anni il
più "Rosso" del Comune. Solo nel 1922 con il Toffolutti nasce
la Parrocchia di
Galleriano.
Chi volesse visitare il paese non avrebbe grandi cose da scoprire, i
nostri paesi scarseggiano di reperti storici essendo stati più di una
volta saccheggiati da diverse invasioni che arrivavano con estrema
facilità dall'oriente. Da queste parti sono passati un po' tutti,
dagli Unni di Attila passando per i Longobardi gli Avari i Franchi,
fino ai Turchi che in più di una occasione verso la fine del 1400,
hanno messo a ferro e fuoco tutta la nostra zona, si parla che
"ritornati nel 1499 bruciarono e saccheggiarono 132 paesi portando via
ogni cosa e violentando le persone che non massacravano o conducevano
prigioniere. Gli abitanti correvano a salvamento nelle Cortine delle
Chiese con tutti gli averi, da dove si
difendevano alla
meglio ".
Una ulteriore volontà di scoprire le bellezze del
Friuli sarebbe quella di dare una occhiata alla Villa Trigatti, una
villa veneta del 1700 lasciata andare dalla decadenza della proprietà
veneziana e restaurata con cura e passione dagli attuali proprietari
Licia Zamaro e Carlo Clocchiatti, persone molto gentili, grazie alla
disponibilità dei quali è divenuto luogo visitabile dove si svolgono
delle manifestazioni sia di carattere culturale che musicale.
Praticamente di fronte alla Villa infine, si trova la
“Trattoria da Gino" un posto dove sostare per gustare i piatti della
nostra cucina, fatta con cura e a prezzi accettabili: una opportunità
in più per visitare Galleriano.
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