Il comune di Pravisdomini comprende le frazioni BARCO, FRATTINA e
PANIGAI.
In varie località sono venuti alla luce reperti preromani, romani e
medievali. L'interesse del visitatore è stimolato, oltre che dalla
tranquillità dei luoghi immersi nel verde di un'agricoltura confortante,
anche dal patrimonio artistico.
Informazioni: Municipio - via Roma, 21 33076 Pravisdomini (Pn) tel.
0434.644020
www.comune.pravisdomini.pn.it
CAMPANE
ESTRATTI AUDIO
La
chiesetta dedicata alla Madonna della Salute, che qui si trova,
risale per quanto riguarda la sua forma attuale, al XXVIII secolo anche
se è stata probabilmente edificata sulla base di un nucleo più antico.
Alcuni restauri sono poi stati eseguiti nei secoli successivi. Notevole
è la facciata, scandita da quattro lesene e culminante in un alto
timpano. Sulla sinistra, accanto all' edificio, si erge la torre
campanaria a sezione quadrata, con cella a quattro bifore delimitata da
da merli ghibellini. All' interno si trova l' altare ligneo intagliato
da Gerolamo Comuzzo intorno al 1650. |
Antichissime sono le origini di Pravisdomini e delle sue frazioni. I
primi insediamenti umani risalgono al neolitico (1250 a.C.) come
confermano alcuni rinvenimenti di selci lavorate sulle rive del fiume
Sile a Panigai. Tra il materiale archeologico custodito nella sede
municipale vi sono anche numerosi pezzi di manufatti in ceramica
riconducibili all'Età del bronzo. Sono stati trovati, inoltre, reperti
d'epoca romana, attestanti la centuriazione della zona, nonché pezzi di
origine medievale. Il toponimo, che compare solo dopo il Mille, deriva
dal latino "pratum vice domini", che senz'altro stava ad indicare i
possedimenti di un vicedomino, ossia di un amministratore dipendente dal
Patriarca di Aquileia e dal Vescovo di Concordia.
PRAVISDOMINI - Arte e Cultura
La Chiesa parrocchiale, ristrutturata nel XIX secolo, in cotto, presenta
elementi decorativi romanici (archetti pensili) e gotici; a fianco, un
alto campanile. All'interno, ad unica navata con volta a crociera,
esiste una pala con il Cristo risorto tra i Santi Antonio abate e
Giovanni Battista; opera della seconda metà del Cinquecento, appartiene
a Pomponio Amalteo (1571), documentato autore anche di una serie di
pitture a fresco nelle vele del coro nel 1579.
Allo stesso Amalteo viene anche attribuito un grande S. Cristoforo a
fresco (in condizioni fatiscenti) nel muro esterno della chiesa. Ad
Antonio da Firenze (fine secolo XV) possono essere attribuiti gli
affreschi raffiguranti l'Annunciazione con l'Eterno Padre ed angeli
musicanti nell'arco trionfale.
A Panigai, la Villa dei Panigai-Ovio, risalente al XVIII secolo, è
ancora arredata con mobili originali. Immersa in un parco secolare in
riva al Sile, è un complesso stupendamente conservato; ha ampia facciata
con frontone nella parte centrale; all'interno decorazioni murali
ottocentesche.
Nella Chiesetta di S. Giuliano a Panigai, alcuni lacerti a fresco con le
figure della Madonna allattante e dei Santi Rocco e Lucia: dipinti della
fine del secolo XV che, attribuiti a Pietro da San Vito, paiono
piuttosto vicini (soprattutto la Madonna) ai modi di Andrea Bellunello.