Basagliapenta (Basiliano),
23 Maggio 2004
CAMPANE
L'interno della
parrocchiale Santa Maria Assunta di Basagliapenta, prima e durante la
Messa
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Basagliapenta
e le sue origini
Sunto tratto dal
libro edito dalle Arti Grafiche Friulane nel 1982 dal titolo «BASAGLIAPENTA»
e scritto da Luigi Luchini e da don Sebastiano Degano predecessore di
pre Antoni Beline.
(TNX Vittorino
Zuliani)
Basagliapenta è
situata nel mezzo della pianura friulana, lungo la strada statale n.13 a
60 metri sul livello del mare. Dista 14 Km.da Udine, conta circa 600
abitanti ed è frazione del comune di Basiliano. Troviamo Basagliapenta
nominata per la prima volta in un documento del 1229 nella forma di «Basalgiapenta»
poi in altri successivi del 1231, del 1326 ecc. nella forma di
Basalgapenta, Basalgapinta, Bascagliapenta, Basalghiapenta,
Basilicapicta». Non è da escludere che tale nome possa identificarsi nel
toponimo in «duas basilicas» che appare nel documento sestense de 762. È
questo un atto di donazione, con cui i fratelli Longobardi Erfo, Anto e
Marco dotarono il monastero di Salt sulla sponda del Torre, per le
monache Benedettine, dove si era ritirata la loro madre e del monastero
di Sesto al Reghena per i monaci Benedettini. Lo stesso toponimo appare
in un documento del mille «Varianum, due basilice». Basagliapenta o
Basilicapicta e i suoi sinonimi deriverebbero da basilica picta cioè
chiesa dipinta, intendendo per basilica un luogo di culto; più che a una
Basilica romana dobbiamo pensare ad una piccola chiesa campestre. In
passato qualche studioso (Leicht) vedeva in questo nome una derivazione
bizantina o greca da «Basilike odos» o da « Basilejos» e «penta» nel
senso di strada regia o consiliare quinta. Ora però quest’ipotesi è
stata dai più abbandonata. Circa l’origine dell’abitato di Basagliapenta
possiamo dire che è medioevale (VII-IX secolo). Con questo però non si
esclude che il paese possa essere di origini romane. Di solito furono le
vie commerciali che diedero origine alle nostre comunità e Basagliapenta
sorgeva proprio lungo il tracciato di una strada romana che da Forum
Julii (Cividale) attraverso Orzano, Pradamano, Basaldella, Basagliapenta
raggiungeva Quadruvium (Codroipo) immettendosi poi sulla consolare
Postumia. Con l’invasione degli ungari, che desolarono anche la zona di
Basagliapenta, tutto fu sconvolto, perirono uomini, vennero distrutti
villaggi ed archivi. Basagliapenta è sempre stata sotto il diretto
possesso temporale e spirituale dei Patriarchi di Aquileia. Beni in
Basagliapenta possedeva il monastero di Aquileia. Notiamo in un
documento del 13 agosto 1229 che la Badessa Meregarda provava, davanti
al decano Corrado ed al canonico Filippo, giudici papali, le violenze
sui suoi possedimenti nella località di Beano, Pantianicco,
Basagliapenta e Villaorba, da Federico di Castello e dalle sue genti.
Altri beni aveva in Basagliapenta la nobile famiglia di Cuccagna come
notiamo da un atto di vendita fatto da Giovanni q. Tomaso di Cuccagna
l’8 aprile 1315. Così pure si nota da un atto del 3 gennaio 1356 che i
signori Mainardo ed Enrico vendono per cinque marche aquileiesi tutti i
loro beni in Basagliapenta a Coraduccio q. Giovanni di Coloredo. Dai
documenti del quindicesimo secolo notiamo che la maggior parte del
territorio era coperto da boschi e selve e le colture più in uso erano:
frumento, segala, orzo, miglio e pascolo. Basagliapenta figura pure
nell’elenco delle ville bruciate durante le terribili invasioni dei
Turchi e precisamente in quella del 30 ottobre 1477 in cui arsero anche
le ville vicine. La casa canonica deve essere stata completamente
distrutta, se nel 1501, pre Giorgio (era di origini meridionali), si
lamentava la perdita del «liber mortuorum» durante quella spaventosa
incursione. Nel 1855 si ebbe una grande epidemia di colera e vi morirono
53 persone tra il 19 luglio e il 30 agosto. Morirono 5-6 persone al
giorno. La difterite e il grup poi, nel 1875, portò via 20 bambini.
L’ultima grande epidemia fu quella della cosiddetta «spagnola»,
nell’estate-autunno 1918 a Basagliapenta perirono 40 persone.
La parrocchia - La parrocchia di Basagliapenta apparteneva alla
Pieve di S. Giovanni Battista di Variano assieme alle consorelle di
Blessano, Basiliano, Villaorba, Vissandone, Nespoledo e Villacaccia. La
parrocchia di Basagliapenta secondo quanto risulta dai documenti fu
sempre di «libera collazione» cioè la nomina del parroco fu sempre di
competenza del Patriarca prima, dell’Arcivescovo poi. Qualche volta,
però, la nomina del parroco veniva fatta dalla Curia romana.
La chiesa - L’attuale chiesa potrebbe essere la terza e forse la
quarta edizione, è un ampliamento della precedente eseguito in parte
nella metà del diciassettesimo secolo. Un ulteriore e radicale
ampliamento e sopraelevazione fu fatta tra il 1728 e il 1753. Della
precedente chiesa deve essere rimasto ben poco se il parroco del tempo
don Carlo Ambrogio Zanuttini poté scrivere nelle sue memorie: «...Ho
detto chiesa nuova e con ragione perché della vecchia, computate le
fondamenta, non saranno rimaste più di venti passa non saranno rimaste
più di venti passa». La chiesa sotto il titolo di S. Maria Maggiore o
della B.V. Assunta fu benedetta su licenza patriarcale, dal parroco
Zanuttini il 13 giugno 1753 e consacrata il 28 maggio 1780
dall’Arcivescovo Girolamo Gradenigo. La tradizione vorrebbe che le
fondazioni della torre campanaria fossero quella di una torre di guardia
o di segnalazione costruita nell’alto medioevo. La struttura della cella
campanaria è romanica. Ora è monumento nazionale.
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