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Orsaria di Premariacco, 27 Novembre 2005
MESSA SOLENNE per il centenario della
Chiesa di S. Ulderico



 CAMPANE

Eucaristia presieduta da mons. Igino Schiff, concelebrata con don Pietro Moratto parroco di
Premariacco-Orsaria e don Luigi Paolone, parroco di San Giovanni al Natisone, originario di Orsaria



 CANTO D'INIZIO

 ESTRATTI AUDIO

 Don Pietro Moratto

 Mons. Igino Shiff

 Don Luigi Paolone

 
        
 CANTI


Il coro interparrocchiale che ha animato la Messa, alcuni rappresentanti di Associazioni che
operano nel Comune di Premariacco e la moltitudine di fedeli presenti in chiesa per l'anniversario


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Copie della pubblicazione sono disponibili rivolgendosi direttamente all'autore Maurizio Cignacco di Orsaria o al parroco di Premariacco don Pietro Moratto

Premessa

Dire cose originali è già di per se stesso esercizio complicato; dirne di originali e nuove sulla storia della Chiesa parrocchiale intitolata a S.Ulderico è addirittura arduo.
Nonostante questa doverosa premessa, il Consiglio Pastorale pensò di sfidare il rischio di dire banalità e nel corso di una riunione del febbraio 2005, affidò al sottoscritto il compito di produrre uno scritto in occasione della ricorrenza dei 100 anni dalla fine del grande ampliamento e ristrutturazione cui fu sottoposta la Chiesa parrocchiale di S.Ulderico in Orsaria.
Perciò, nel presente breve lavoro, oltre a riproporre quanto già scritto da altri, ho cercato di sviluppare alcuni aspetti storici forse non noti ai più.
Esso è comunque solo un pallido accenno di ciò che potrebbe essere studiato e scritto circa le secolari vicende storico-religiose della nostra Parrocchia nonché dei suoi edifici di culto.
Rimando pertanto ad altra occasione una più ampia ed esaustiva trattazione di questo, per me, affascinante argomento.
Infine auspico che i benevoli lettori, sfogliando queste pagine, trovino un qualche diletto ed allo stesso tempo non guardino con occhio eccessivamente severo le inevitabili lacune o mancanze.
Ringrazio il parroco pro-tempore della Parrocchia di Orsaria, Don Pietro Moratto ed il Consiglio Pastorale in carica per la fiducia ed il sostegno accordatomi.
Grazie al Prof. Sergio Tomat per l’assistenza nella ricerca d’archivio.
Da ultimo, ma non per questo meno importante, un grazie di cuore a Don Edoardo Scubla per avermi cortesemente fornito consulenze storiche, religiose e linguistiche.

Maurizio Cignacco - Orsaria, novembre 2005


Le fonti
Nel 1918 veniva dato alle stampe, dall’ex-cappellano di Orsaria Don Paolino Urtovic, profugo di guerra in terra Toscana, un opuscolo intitolato “Una parrocchia friulana”, in cui venivano esposte una breve storia della comunità orsariese e le sue vicende religiose dagli albori fino al 1911.
Nel 1976 Don Mario Toller riproponeva integralmente il lavoro di Don Urtovic, aggiungendovi di suo una consistente appendice. L’opera veniva intitolata semplicemente “Orsaria”.
A tale testo si possono rivolgere tutti coloro che intendono farsi un’idea delle vicende religiose, civili e militari che hanno interessato la nostra comunità fino agli anni settanta del secolo XX°. Anch’io, per la stesura del presente contributo, ho abbondantemente attinto a questa fonte.
Mi sono avvalso inoltre di informazioni e dati ricavati, oltre che dall’Archivio Parrocchiale di Orsaria, anche da autorevoli studi storici relativi al nostro territorio, ovviamente per la sola parte di pertinenza. L’elenco dei testi e degli studi consultati e/o citati si trova in calce al presente libretto.


Cosa c’era anticamente sul colle della Chiesa: ipotesi.
Di certo sappiamo che la zona ove sorge attualmente la Chiesa parrocchiale è stata oggetto di frequentazione umana da diversi secoli. Reperti del periodo Neolitico (da 5 a 2 mila anni a.C.) furono ritrovati non distanti dal colle su cui sorge la Chiesa. “A sud dell’abitato, sulla sponda destra del Natisone, sono stati rinvenuti alcuni manufatti litici in una zona abbastanza vasta (...) Il poco materiale raccolto consiste in una lama ritoccata di grandi dimensioni, rara nelle ns. zone...” (I.P.T.U.).
Gli storici e studiosi che a vario titolo e in momenti diversi si sono interessati alla storia locale (Tellini, Quarina, Càssola Guida, De Gasperi...) sono concordi nel ritenere che l’aggere (terrapieno) su cui sorge la Chiesa (e ora anche la canonica), facesse parte di un Castelliere.
Lo storico e scienziato friulano Lodovico Quarina, nel suo studio pubblicato negli anni 1938-40, ce ne dà la definizione generica :”...quando si trovano sopra rialzi naturali o sulla sponda di un corso d’acqua (...) allora la forma del castelliere è obbligata dalla conformazione del terreno su cui sorge e l’argine (aggere) è limitato ordinariamente alla sola parte aperta, mentre la difesa lungo i corsi d’acqua si riduce a piccoli argini e forse solo a palizzate che dovevano circuire tutt’intorno l’intero castelliere”; nella sua genericità non ci è comunque difficile trovare in questa descrizione parecchie analogie con la zona della Chiesa.
Citiamo inoltre Paola Càssola Guida (da Castelli del Friuli vol.5°) “...più a sud, sulla riva destra del Natisone, un’altra fortificazione a terrapieno poteva essere nel sito dove oggi sorge la Chiesa di Orsaria (...) esso (il castelliere) poteva ben appartenere al formidabile sistema difensivo del Natisone, che proteggeva dagli attacchi nemici una delle principali vie di accesso alla pianura friulana...”.
Da ultimo riportiamo un decreto del 13 febbraio 1969 emesso dalla Direzione Generale delle Antichità, allora dipendente dal “Ministero per la Pubblica Istruzione”. Esso recita: “...l’immobile [il terreno nda] confinante a Nord con l’area della Chiesa Parrocchiale [...] in parte comprende i resti di un Castelliere ad argine di terra di epoca protostorica [...]” (APO).
Varie ipotesi sono state formulate circa l’epoca di appartenenza dei castellieri rilevati sul territorio friulano. Dai ritrovamenti si deduce che la loro costruzione ed utilizzazione data dalla fine dell’età del Bronzo al principio dell’età del Ferro (perciò grossomodo fra il 2000 e il 1000 a.C.)
Possiamo quindi supporre che i nostri antenati già circa 3000 anni fa abitarono ed utilizzarono il colle su cui sorge attualmente la Chiesa. Ma non solo! Ci sono testimonianze archeologiche (non relative ad Orsaria per il vero) che dimostrano come tali strutture furono utilizzate anche in epoca romana (il Castelliere di Firmano, parzialmente riutilizzato come necropoli in epoca tardo-antica; il Castelliere di Doberdò del lago (GO), o medioevale (il Castelliere di Udine).
Orsaria viene menzionata per la prima volta su un documento ufficiale il 24 novembre 1192 con una bolla di papa Celestino III (è definita “Ecclesiam de Ursaria”).
Non sappiamo con certezza se la prima Chiesa di Orsaria fosse ubicata nel sito attuale, ma ciò comunque non lo possiamo neppure escludere. Anzi ci sono tutti gli elementi per suffragare tale ipotesi: posizione elevata e quindi ben visibile e difendibile; luogo di sicura antica frequentazione umana ecc...
L’ipotesi avanzata da taluni (“Orsaria” pag.48) che la chiesetta detta di S.Martino (ora ridotta a rudere) posta a SUD dell’abitato, fosse l’antica Chiesa parrocchiale, non ha trovato sinora riscontri oggettivi.
Ci piace pensare che i nostri antenati del IV°-V° secolo d.C., abbracciata definitivamente la “nuova” religione cristiana, irradiatasi anche nel nostro territorio dalla non lontana Aquileia, abbiano per così dire “riconvertito” un preesistente sacello pagano in un luogo di culto aderente alla mutata realtà religiosa. Non esistono prove archeologiche di ciò sul colle della Chiesa, ma come possono provare altri esempi in località friulane, (Chiesa del Castello di S.Daniele; Chiesa di S.Giusto a Premariacco; Chiesa di S.Lorenzo a Leproso; la stessa Chiesa di S.Martino ad Orsaria) questa è stata una probabile naturale evoluzione del “paesaggio religioso” da pagano a cristiano.
Il luogo di culto ha convissuto nel tempo con altre strutture di carattere probabilmente militare. Infatti già nel XIV sec., durante la guerra civile fra Udine e Cividale, si accennava ad una “bastita” (fortezza; apprestamento difensivo) in costruzione sul colle della Chiesa di Orsaria (Bianchi, Diplomatario n.4968). Anche le cronache relative alla costruzione dell’attuale Chiesa riferiscono che “...negli scavi per le fondamenta della Chiesa, furono trovate precisamente tracce di muraglioni in diverse direzioni, che evidentemente non potevano appartenere che ad una fortezza” (“Orsaria” pag.14). Non avendo nessun altro elemento per poter valutare la natura di tali muraglie possiamo pensare che fossero effettivamente relative ad apprestamenti difensivi oppure, perché no, anche al sacello pagano sopra citato. Comunque, al di là di ogni ipotesi (per quanto suggestiva) sulla frequentazione antica
del sito e su un’ eventuale esistenza in passato di costruzioni ora scomparse, una minor incertezza potrebbe essere espressa solo dopo delle accurate ricerche archeologiche.

La Chiesa parrocchiale di Orsaria dal XVII al XIX secolo
Ammesso e non concesso che ci sia stato un utilizzo del colle per scopi diciamo prevalentemente religiosi o di culto fino al XVI sec., successivamente è testimoniata sul colle la presenza certa di una Chiesa.
Per gli abitanti di Orsaria (e per i parroci), decidere il luogo su cui costruire e/o riedificare la Chiesa parrocchiale nel corso dei secoli, non deve essere stata impresa di tutto riposo!
Bisogna senz’altro di nuovo ammettere che il luogo su cui sorge la nostra Chiesa è quanto di meglio si possa sperare dal punto di vista paesaggistico: amenissima posizione sulla sponda destra del Natisone che le fa da naturale e pittoresco contrafforte verso Est; leggera elevazione rispetto al territorio circostante, il che la rende visibile da lungi da tutti i punti cardinali. Fate una prova: sia da Nord, cioè da Premariacco, sia da Sud, da Buttrio, o da Est come da Ovest, la nostra parrocchiale svettante sul colle è il “faro” che indica quale direzione prendere per arrivare ad Orsaria a colpo sicuro. Non di meno si deve riconoscere che trovarsi appunto sulla sponda del fiume ha avuto, nel corso dei secoli, per così dire, anche degli “effetti collaterali” indesiderati.
La tradizione orale locale voleva che il terrapieno ove sorge la Chiesa fosse più vasto verso levante; addirittura si indicava che, “dietro la Chiesa (quindi fra la stessa ed il Natisone nda), passava la strada maestra che conduceva ad Aquileja” (“Orsaria” pag.11). Tralasciando il discorso della strada, privo per quanto ne sappiamo di ogni fondamento storico, documentale o archeologico, ci soffermiamo sul terrapieno.
Certamente esso doveva essere più ampio rispetto all’attuale. Come per tutte le parrocchiali situate nei centri abitati, anche intorno alla Chiesa parrocchiale di Orsaria esisteva il cimitero (sui lati NORD, SUD, EST). A causa dell’azione erosiva delle acque del Natisone si verificarono nel tempo vari cedimenti del terreno che coinvolsero anche parte del cimitero.
Infatti, il primo gennaio dell’anno del 1816, l’allora parroco De Narda annotava che “...è caduto il terrapieno del Cimitero che girava dietro la Chiesa parrocchiale con il suo antemurale giù nel Natisone...”. Nel 1859 si lamenta la caduta del nuovo cimitero attorno alla Chiesa (“Orsaria” pag.35-36). Come si vede il pericolo di crollo è sempre stato incombente e l’instabilità del terreno ha minacciato seriamente più volte la staticità stessa dell’edificio cultuale. Nel 1820, in un inventario dei mobili della Chiesa, redatto sempre dal parroco De Narda, si fa menzione dell’altare maggiore che “...era stato levato dal suo posto per il continuo pericolo di un crollo fatale”.
Per riparare i danni causati dai crolli e per arginare future simili minacce, furono eseguiti negli anni diversi interventi di riparazione e consolidamento sia del muraglione di riparo sia nella Chiesa stessa. Ma evidentemente il pericolo di crollo rimaneva sempre incombente.
Il citato parroco De Narda e Don Gio Batta Zorzenone prima di lui , non certo senza una buona dose di pragmatismo e di coraggio, proposero agli orsariesi di costruire una nuova Chiesa, non sull’antico colle, bensì nel centro del paese, per evitare così i rischi legati all’erosione delle acque e per ottenere una Chiesa parrocchiale la quale “...deve attrarre tutta la planimetria del paese dove si trova...” (“Orsaria” pag.36). Le proposte non furono accolte favorevolmente dai compaesani: tutt’altro! Il parroco Zorzenone, accusato dai suoi parrocchiani di voler edificare la Chiesa in luogo diverso dal tradizionale, dovette comparire a giustificarsi con ben 4 missive davanti al “Notajo di Cividale” e il parroco De Narda lasciò Orsaria probabilmente perché risentito verso il paese che gli moveva le medesime accuse (“Orsaria” pag. 22 e 36). Ma tant’è: il popolo diceva “i vecchi l’hanno fabbricata lì; è sempre stata lì e tanto basta”.


La costruzione della Chiesa attuale
Nella fase di raccolta dei dati per la preparazione di questa pubblicazione, con l’autorizzazione del parroco don Pietro Moratto e con l’assistenza del prof. Sergio Tomat, accedevo all’archivio parrocchiale, con la speranza di reperire quella fonte che, se trovata, di sicuro avrebbe consentito di ottenere una mole di informazioni preziosissime sulla vicenda costruttiva della attuale Chiesa: il cosiddetto “fascicolo della fabbrica della Chiesa”. La ricerca non dava purtroppo i frutti sperati; infatti non è stato trovato un tale fascicolo, carteggio o documentazione che si riferisse univocamente all’evento considerato.
Come testimoniato dalle fonti documentali, disegni ed i progetti esistevano (“Orsaria” pag.43 nota 1), ma presumibilmente sono, per così dire, finiti altrove. Allo stesso modo, i documenti di spesa (che pure dovevano esserci) si saranno probabilmente confusi e mischiati con le altre spese ordinarie della parrocchia oppure anche loro nel corso degli anni, hanno preso altre strade.
Naturalmente può essere che la ricerca non sia stata fatta con la dovuta attenzione; in tal caso chiedo venia e lascio il compito ad altri più solerti ricercatori di tentare in futuro, se lo riterranno, di risolvere questo “mistero”.
L’iniziativa di dotare Orsaria di una nuova Chiesa fu di Don Francesco Grillo (1870 – 1949). Egli assunse ufficialmente la cura della parrocchia di Orsaria dal 25 ottobre 1900, ma già dal settembre 1899 operava come aiutante del parroco Sante Maestrutti, che versava gravemente malato.
L’intraprendente sacerdote, fin dai primi giorni della sua permanenza ad Orsaria notò che la Chiesa parrocchiale era fatiscente e poco capace rispetto alle esigenze religiose della comunità.
Già nel 1865 (si era allora sotto il Regno Lombardo-Veneto) risulta fosse stata indirizzata una lettera, firmata dall’allora parroco Mesaglio e dalla Fabbriceria, a Maria Anna d’Austria [moglie dell’ex-imperatore Ferdinando I° d’Austria nda], nella quale si chiedeva un sussidio per ampliare la Chiesa parrocchiale, la quale era insufficiente per contenere tutti i fedeli.
Don Grillo chiamò a raccolta i capifamiglia di Orsaria. Con essi
discusse sulla situazione strutturale della Chiesa parrocchiale e sulla possibilità di costruirne una nuova. (Cosa avrebbero deciso i nostri antenati se solo avessero immaginato che la Chiesa, voluta così grande e maestosa per contenere tutti i fedeli, ai giorni nostri è ahimé spesso semivuota?). Non abbiamo reperito nella documentazione parrocchiale la delibera specifica, ma immaginiamo che la maggioranza dei capi famiglia fosse stata d’accordo con
Don Grillo. Probabilmente vennero fatti redigere diversi progetti; la scelta cadde su quello elaborato dall’allora parroco di Cassacco, Mons. Angelo Noacco e quindi, ottenute le necessarie autorizzazioni, si diede inizio all’opera.
Don Grillo “...si improvvisò autorevolmente nelle mansioni di ingegnere, di direttore dei lavori, e di...operaio...” (Il Prete friulano). Utilissimi consigli di carattere tecnico gli vennero forniti dal fratello geom.Vittore.
Naturalmente i parrocchiani ebbero una parte insostituibile nella realizzazione dell’impresa.
Contribuirono infatti con donazioni di denaro, generi alimentari e simili, ma soprattutto fornendo copiosa manodopera gratuita.
Mi sono state riferite a tal proposito, le testimonianze fornite anni fa da due nostre anziane compaesane, le quali all’epoca della ricostruzione della Chiesa erano poco più che bambine: Erminia Pittioni in Orgnacco (classe 1900) e Maria Quaiattini in Basso (classe 1897).
Esse narravano che, insieme a tanti altri bambini e adolescenti, dopo l’orario scolastico o dopo le funzioni religiose, contribuivano alla fabbrica della Chiesa portando sassi, sabbia ecc. dal letto del Natisone fin su al cantiere.
Un altro gustoso aneddoto del tempo narra che anche le massaie di Orsaria dettero un loro originale contributo. Infatti settimanalmente passavano di casa in casa per raccogliere le uova che poi rivendevano, donando il ricavato alla Chiesa. I soliti burloni non persero l’occasione per notare che la nuova costruzione si erigeva anche grazie “...alla sollecita collaborazione delle
galline!!!”.
Il cantiere lavorò a pieno ritmo dal 1902 al 1905. Il vecchio edificio di culto venne completamente inglobato nella nuova costruzione. Di esso si conservarono soltanto alcuni tratti dei muri perimetrali. Nel 1905 la ristrutturazione e ampliamento della nuova Chiesa poteva dirsi quasi completata nelle sue strutture principali. L’edificio di culto restava sempre intitolato, come i precedenti, al patrono del paese, S.Ulderico Vescovo di Augsburg. Sul frontone che sovrasta il portone centrale, venne posta la seguente iscrizione:

“D.O.M. • IN • HON • S • ULDARICI • EP • 1905”
(A Dio Ottimo Massimo. In onore di S. Ulderico Vescovo - 1905).

Don Francesco Grillo, nel 1910, fu chiamato dai superiori al delicato ufficio di Arciprete di San Daniele del Friuli. Egli lasciò quindi la cura della parrocchia di Orsaria che aveva
retto per circa 10 anni, non prima comunque di aver disposto anche l’intonacatura delle pareti, la decorazione e pittura del coro. I lavori di completamento ed abbellimento della nuova Chiesa proseguirono tra alti e bassi sotto la direzione del nuovo parroco Don Massimo Pozzi. Subirono peraltro un ulteriore rallentamento a causa del primo conflitto mondiale che distolse ingenti risorse umane e finanziarie dal progetto.
La consacrazione e dedicazione ufficiale del luogo di culto, officiata dall’Arcivescovo udinese Antonio Anastasio Rossi, ebbe luogo finalmente, il 23 febbraio 1924.
Così recita la dedicazione riportata sulla parete di raccordo tra la navata destra ed il presbiterio a ricordo di tale avvenimento:

D.O.M.
IN HON. S. ULDARICI EP.C.
FUNDITUS EXTRUCTUM INCOLARUM OPERA
ET IMPENSIS QUO LOCO VETUS IAM ARCTUM
PAGO IN DIES EXCRESCENTE SURGEBAT
ILLMUSS ANT. A. ROSSI ARCHIEP. UTIN.
SOLEMNITER DICAVIT DIE XXIII FEBR. MCMXXIV

(A Dio Ottimo Massimo; In onore di San Ulderico Vescovo, l’opera, fondata nello stesso antico luogo di quella smantellata, con il concorso degli abitanti faticosamente eretta, l’Illustrissimo Antonio Anastasio Rossi, Arcivescovo udinese, solennemente dedicava il 23 Febbraio 1924).

Testi, documenti, ecc. consultati e/o citati:
- Archivio Parrocchiale Orsaria (APO)
- Candussio Aldo, INSEDIAMENTI PREISTORICI DEL TERRITORIO UDINESE (IPTU), in Preistoria nell’Udinese - 1981
- Càssola Guida Paola, I CASTELLIERI, in Castelli del Friuli Vol. 5° di Tito Miotti
- Miotti Tito, LE GIURISDIZIONI DEL FRIULI ORIENTALE E LA CONTEA DI GORIZIA, in Castelli del Friuli Vol.3
- Quarina Lodovico, CASTELLIERI E TOMBE A TUMULO IN PROVINCIA DI UDINE, in Ce Fastu? del 1943
- Toller Mario - FRANCESCO GRILLO, IL PRETE FRIULANO, Udine 1967
- Urtovic Paolino- Toller Mario, ORSARIA, Udine 1976