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Campolongo al Torre, 30 Gennaio 2005

Campolongo al Torre (UD)
CAP: 33040 - Altitudine (s.l.m.): m. 16
Abitanti: 710 - Superficie: Kmq. 4,63

Il nome Campolongo compare per la prima volta in un documento del 1327, dal quale si desume che la zona era abitata da “massari” (coloni) soggetti al dominio del Patriarcato. Dal 1420 al 1797 (Pace di Campoformido) la località subì il dominio della Repubblica di Venezia; successivamente il territorio fu annesso al Regno Italico per poi essere assegnato all'Impero Asburgico. Durante la Terza Guerra d'Indipendenza si verificarono numerosi scontri tra gli eserciti austriaci e le truppe del Regno Italico, al termine dei quali l'Austria risultò essere l'indiscussa vincitrice. La definitiva annessione all'Italia avvenne in seguito alla Prima Guerra Mondiale. www.turismo.fvg.it

  CAMPANE   

Santa Messa solenne per il 55° anniversario di sacerdozio di mons. Ennio Tuni,
animata dal coro parrocchiale di Campolongo, supportato da cantori di Tapogliano.

            
 canto - don Ennio - canto

            
Il concelebrante don Giorgio Giordani, ha fatto una breve rievocazione dei 55 anni di missione sacerdotale di don Ennio, che ha iniziato la sua difficile opera in vari paesi della zona nord-orietale, dove la popolazione era stata particolarmente provata dal lungo e sanguinoso periodo bellico. Alla fine don Ennio ha ringraziato tutti.

  


 canto finale

Le comunità hanno ricordato l’anniversario di ordinazione del loro parroco

Campolongo e Tapogliano in festa
per don Ennio, sacerdote da 55 anni 

     Nelle due parrocchie, quella di Campolongo dedicata a San Giorgio ed in quella di Tapogliano dedicata a San Martino si è festeggiato il parroco don Ennio Tuni per i suoi cinquanta anni di sacerdozio.
     Qualsiasi parola è superflua per ricordare il sacerdote che da oltre venti anni presta la sua opera a Campolongo, un paesetto di campagna dove era giunto nel 1983 e da un anno a questa parte è anche parroco di Tapogliano, paese limitrofo. In queste due comunità è ben voluto da tutti; spicca il suo modo di fare genuino, semplice, il suo modo di essere vicino sia agli anziani che ai giovani ed agli ammalati: in poche parole è una persona molto in gamba.
     Nonostante i suoi 77 anni (è nato il 29 luglio 1927) che cominciano a pesare anche a lui, porta avanti con coraggio la sua missione di fede con grande devozione.
     E’ stato ordinato sacerdote a Gorizia il 28 gennaio del 1950 dall’allora Arcivescovo Carlo Margotti. La sua missione pastorale è iniziata  a Gorizia, certamente in un momento storico non facile per le complessità che si erano venute a creare dopo la fine della guerra. Successivamente è stato a Terzo d’Aquileia e ad Aquileia.
     Da li è stato chiamato a dirigere, come rettore, il seminario arcivescovile di Gorizia, per poi aiutare il vescovo nella guida della diocesi come vicario generale dell’arcivescovo Pietro Cocolin fino alla morte dello stesso. Alla Santa Messa di domenica nella chiesa di Campolongo al Torre hanno partecipato parrocchiani di entrambi i paesi dove presta la sua opera.
     Don Giorgio, che lo coadiuvava nella celebrazione dell’Eucaristia, si è fatto portavoce di entrambe le comunità augurandogli di trovare sempre la forza nel continuare ad affrontare con quella particolare genuinità la missione sacerdotale iniziata con quantacinque anni fa.
(da “Voce Isontina” di sabato 5 febbraio 2005 - TNX Andrea Nicolausig)

Principali monumenti e opere d'arte
Ultimata nel 1734 e consacrata nel 1736, la Chiesa parrocchiale di Campolongo ha un bel portale d'ingresso, semplice ed elegante, ed un interno ad unica navata. Interessante l'altar maggiore del 1737 eseguito dallo scultore ed altarista udinese Simone Pariotti (uno dei componenti della prolifica famiglia di artisti) che fu pagato 846 ducati per il lavoro.
L'altare è adornato dalle statue dei Ss. Pietro e Paolo (opera di Giacomo Contiero jr.), la seconda delle quali particolarmente riuscita sia per l'intensità espressiva del volto che per la calibrata ed euritmica positura. Sulla parete di fondo, dipinto su tela del 1633 eseguito per 300 ducati dallo sconosciuto pittore e intagliatore udinese Gasparo Cordobense, che sappiano avere lavorato per S. Margherita del Gruagno e Lestans: è un'opera non eccezionale, ma nel complesso corretta e meritevole di essere tolta dall'oblio in cui (insieme con l'autore) si trova da tanto tempo.
Discreti altari nella chiesa (quelli di S. Rocco, di S. Luigi e del Rosario risalgono rispettivamente al 1739, 1740, 1752 e sono opera di Simone Pariotti), una bella pala di S. Luigi, di scuola veneta (ca. 1752), una serie di tondi del Rosario pure settecenteschi, "bozzetti" quanto mai piacevoli, affreschi nell'abside (una convenzionale Ultima Cena nella lunetta di fondo ed Evangelisti nella volta del goriziano Giulio Justulin, 1898) e nella navata (Martirio di S. Lorenzo, di grande effetto scenico, di Lorenzo Bianchini, 1865).
Importante il lacerto d'affresco da poco ritrovato, restaurato e posto, su pannello, nella parete destra della navata. Raffigura la Madonna col Bambino, ed è attribuibile a maestro friulano vicino alla maniera del Bellunello (fine secolo XV) e sensibile all'arte dei pittori veneziani, Bartolomeo Vivarini in particolare.
Sul campanile che affianca la chiesa, oltre al Leone di S. Marco (con la scritta, più tarda: "Post fata resurgo A.D. MCMXXI") una lapide ricorda la prima guerra mondiale: "Da questo campanile / ridotto a osservatorio militare / S.M. Vittorio Emanuele III / nel giugno 1915 seguiva le operazioni guerresche che / ridiedero all'Italia le cime del Carso / nel settore di Sagrado".
Un cenno anche alla Chiesetta di S. Leonardo, secentesca, con campaniletto a vela ed un portichetto sostenuto da due pesanti pilastri; vi è conservato un altare ligneo dipinto e dorato contenente nelle tre nicchie le statue a tutto tondo dei Ss. Leonardo, Sebastiano e Rocco e nella cimasa l'Annunciazione e l'Eterno Padre in bassorilievo; è stato attribuito ad un intagliatore della scuola di Caporetto e datato al 1700 circa.
Nella frazione di Cavenzano, più che la Chiesa di S. Maria Assunta (costruita dal capomastro Sebastiano Lotti di Bertiolo e benedetta nel 1781, arricchita di un altare marmoreo barocco, attribuito a Francesco Zuliani, con le statue dei Ss. Valentino e Urbano, decorata nel 1900 da Giulio Justulin e contenente nel soffitto della navata un affresco fine Settecento che si ispira all'Assunta dipinta dal Tiepolo nella chiesa della Purità di Udine e su un altare una pala con Vergine in gloria tra i Ss. Lorenzo e Francesco di Paola, copia eseguita da Valentino Pagoni (1872) della tela di Giandomenico Tiepolo già nella chiesa ed ora conservata nel Museo di Strasburgo), conviene ricordare la Villa Antonini, splendida costruzione secentesca scenografica e ricca di particolari architettonici e scultorei di tutto rilievo, affrescata alla fine del Seicento da Giulio Quaglio comasco, stoltamente lasciata andare in rovina e ridotta quasi a rudere dopo che nel 1965 un incendio l'aveva fortemente danneggiata.
Interessante (anche se meno suggestiva della precedente) è anche la settecentesca Villa Marcotti; costruita nel 1723 per Toppo Wasserman, ceduta in seguito ai Lazzari e, nel XIX secolo, a Pietro Marcotti, padre dello scrittore Giuseppe Marcotti, passò infine ai nobili Chiozza che ne fecero lascito al Comune di Campolongo al Torre. Oggi infatti la Villa, dal pregevole e monumentale scalone in pietra, è sede del Comune.

Informazioni tratte da: 
GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA 
(
a cura di Giuseppe Bergamini )
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia
http://www.prolocoregionefvg.org