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 Manzano, 27 Aprile 2003

MANZANO (Ud)
71 metri s.l.m. - 30,82 km2 - 7.570 abitanti circa - C.a.p.: 33044

Frazioni/Località: Manzinello - Oleis - Rosazzo - San Lorenzo - San Nicolò - Soleschiano
Informazioni turistiche: Pro Loco Manzano
Biblioteche: Biblioteca Comunale C. Percolo, p.zza della Repubblica (apre i pomeriggi e sa. mattina)
Escursioni:
Fiume Natisone - Sentiero naturalistico «dal bosco della Sdricca ai colli della Manzanizza» - Colline di Manzano - Rosazzo - Case - Poggiobello - Abbazia di Rosazzo - Palazzo Ottelio - Palazzo Martinengo - Casa natale di Caterina Percolo - Castelliere della Sdricca - Ruderi del Castello di Manzano


CAMPANE

Immagini e suoni raccolti prima e durante la celebrazione della Santa Messa, che in assenza del parroco titolare,
è stata officiata dal missionario saveriano padre Roberto.


Principali monumenti e opere d'arte
La Chiesa parrocchiale di Manzano, dedicata a S. Maria Assunta, ottocentesca, conserva un altar maggiore in marmo costruito nel 1897 dai fratelli Paron di Ontagnano ad imitazione di quello di Latisana, con statuette del Redentore e dei due angeli nel ciborio scolpite da Temistocle Sarti di Pietrasanta in Toscana; le statue laterali dei Ss. Giuseppe e Giovanni Evangelista sono della ditta Busnelli di Seravezza in Toscana. Di maggior pregio gli altari laterali, settecenteschi, in marmi pregiati, provenienti dalla chiesa dei Barnabiti di Udine. Gli affreschi del soffitto del presbiterio e dei due altari laterali sono opera di Giuseppe Barazzutti di Gemona (1921); la Crocifissione nella lunetta è di Giovanni Pittini di Tarcento (1959). In sagrestia, un bel mobile intagliato da Matteo Deganutti cividalese(1790).

A Manzinello, la Chiesa di S. Margherita ha un affresco nella lunetta raffigurante la Crocifissione (probabilmente di Giovanni Fantoni, ca. 1920); nella parete destra è appeso un affresco, staccato e montato su pannello, con i Ss. Antonio Abate con il maialino, Elisahetta e Giacomo, opera di modesto pittore friulano della fine del secolo XV. Nella Chiesa di S. Lorenzo, del 1890, altare marmoreo della fine del XVIII secolo dovuto ad Adeodato Pariotti scultore udinese; le statue raffigurano i Ss. Lorenzo e Giovanni Battista. Ad Oleis, Chiesa parrocchiale costruita su progetto di don Leonardo Piva con strana facciata gotica (1888-1890); nella Chiesa di S. Tommaso a Case, bell'altare settecentesco con statue di S. Eurosia e S. Tommaso Apostolo e gradevole dipinto con la Madonna con Bambino nell'ovale.

Il monumento storico più conosciuto del Comune è la celebre Abbazia di Rosazzo che domina, dall'alto del colle su cui è costruita, su largo tratto del Friuli orientale. Vi si giunge attraverso una amena strada che si insinua tra estesi vigneti, che danno vini prelibati, tra i quali il nobile Picolit, e prati soleggiati, ricchi in primavera e in estate di profumati fiori (Rosazzo prende il nome dalle rose selvatiche qui abbondanti, tanto che nel 1161 venne chiamato «Monasterium Rosarum»).

Il complesso degli edifici, una sorta di borgo fortificato, si incentra attorno alla Chiesa di S. Pietro, riattata nel XVI secolo; e conserva ancora un suggestivo sapore medioevale che fa pensare a tempi lontani, quando qui esisteva un oratorio del IX secolo; e quando nell'XI secolo gli Eppenstein munirono il sito, che fu dunque rocca militare prima di essere assegnato agli agostiniani e, successivamente, ai monaci benedettini. Secoli di storia sono passati attraverso l'Abbazia di Rosazzo, che visse l'ora più tragica quando il duca di Brunswich, nel 1509, prese d'assalto il castello e, massacrati gli abitanti, ne ordinò la distruzione.

Dell'antico complesso originario ben poco rimane: un edificio rustico adiacente all'ingresso attuale, il possente torrione ad ovest alto sei piani e parte del tracciato della cinta abbassata e distrutta nell'Ottocento, quando il complesso fu trasformato in residenza arcivescovile estiva.

La Chiesa ed il chiostro furono restaurati nel 1533 per volere del commendatario e vescovo di Verona, Giovanni Matteo Giberti.

In tale occasione venne affidato al pittore Francesco Torbido, un veronese seguace del Giorgione, il compito di affrescare il coro della chiesa. Fu quanto il Torbido fece, nel 1535, dipingendo i simboli degli Evangelisti nelle vele, la Trasfigurazione, la Vocazione di S. Pietro e la Pesca miracolosa nella pareti. Madonna con Bambino e Santi nell'arco trionfale. Affreschi tutti, nei quali la narrazione pacata, lo spazio dilatato, i colori tenui, mostrano il pittore non insensibile alla poetica del Lotto. Nell'ex refettorio, una Crocifissione a fresco recentemente restaurata viene attribuita al veronese Battista dell'Angelo detto il Moro, cognato del Torbido (1535). L'altare maggiore è degli scultori udinesi Mattiussi e risale al 1756.

Tra le ville, la più spettacolare è Villa Brazzà Martinengo a Soleschiano, settecentesca, con imponente parte centrale; hanno qualche motivo architettonico di rispetto Palazzo Ottelio (XVII secolo, con bella inferriata sulla vera da pozzo), Palazzo di Trento, Palazzo Deciani, Palazzo Morelli de Rossi. Esempio di architettura eclettica di periferia è Palazzo Braida ad Oleis (fine secolo XIX).

 Informazioni tratte da: 
 GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA 
 
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia
http://www.prolocoregionefvg.org