Coderno di Sedegliano (UD), 6 Febbraio 2016
Chiesa dei Ss.
Filippo e Giacomo
...entrata in paese...
...e avvicinamento alla chiesa al tramonto già inoltrato...
CAMPANE
Messa
Solenne in suffragio di padre David Maria Turoldo
presieduta
da mons. Sandro Piussi, concelebrata con don Plinio Donati e mons.
Pasquale Pressacco
accompagnata dal coro "Calliope”
di Basiliano diretto da Letizia Castellano
..che posizionato
troppo distante non ha permesso una registrazione ottimale,
per cui i canti proposti saranno ridotti al minimo...
CANTO E PREGHIERE DI APERTURA
Padre Davide, oggi si
apre l'anno del ricordo
(Maristella Cescutti –
Messaggero Veneto del 6 Febbraio 2016)
Stasera Codemo, paese natale dì Padre
David Turoldo ne ricorda l'anniversario della morte
avvenuta all'ospedale San Pio X di Milano appunto il 6
febbraio 1992. Con il ricordo si apre l'anno che porta
alla data del 22 novembre prossimo giorno in cui ricorre
il centenario della sua nascita. Numerose le Iniziative
per celebrare la figura del padre servita friulano che
sono programmate dall'associazione Padre David M.
Turoldo, presieduta da don Plinio Donati, dal Ridotto la
cui anima organizzatrice è monsignor Nicola Borgo,
dall'associazione "Le Colone" di Mortegliano presieduta
da Giuseppe Tirelli con il contributo del direttore
della Guarneriana Angelo Floramo, del giornalista Paolo
Medeossi, dei professori Mario Turello e Luca De Clara.
Il tutto coordinato dal comune di Sedegliano. Stasera,
ore 17.30, alla casa natale di Turoldo in via Percolo 7
a Coderno, ascolto dell'intervista rilasciata dal poeta
alla Rai nel 1989 nel corso della rubrica radiofonica "A
tu per tu" condotta da Daniele Damele, che sarà
presente, iniziativa questa a cura dell'associazione
culturale "Don Gilberto Pressacco"e dal comitato "Friul
Tomorrow". Dopo il saluto del sindaco di Sedegliano Ivan
Donati seguiranno gli interventi e commenti del
professore Flavio Pressacco, di monsignor Nicolo Borgo e
del giornalista Cristiano Degano. Conclusioni di don
Plinio Donati che presenta inoltre il dettaglio delle
iniziative per le celebrazioni centenario. A seguire
alle 19 alla chiesa parrocchiale sempre di Codemo
celebrazione della messa solenne in suffragio del frate
poeta presieduta da monsignor Sandro Piussi, direttore
dell'Archivio Diocesano e dell'Ufficio dei Beni
Culturali della Diocesi accompagnata dal coro "Calliope”
di Basiliano diretto da Letizia Castellano. |
....Mons. Sandro
Piussi all'omelia...
CANTO ALL'OFFERTORIO
...estratto dall'intervento di Don Plinio Donati, Presidente dell'Associazione
D.M.Turoldo
e Mons. Pasquale Pressacco che ha letto una poesia di Turoldo ...
BENEDIZIONE E CANTO DI CHIUSURA
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David Maria
Turoldo
(Da
Wikipedia, l'enciclopedia libera)
David Maria (al secolo Giuseppe) Turoldo (Coderno,
22 novembre 1916 – Milano, 6 febbraio 1992) è
stato un religioso e poeta italiano dell'Ordine
dei servi di Maria. È ritenuto da alcuni uno dei
più rappresentativi esponenti di un cambiamento
del cattolicesimo nella seconda metà del '900,
il che gli è valso il titolo di "coscienza
inquieta della Chiesa", mentre altri ritenevano
e ritengono assai controverse alcune sue prese
di posizione.
La formazione - Nono di dieci fratelli,
Giuseppe Turoldo nacque a Coderno, frazione del
paese friulano di Sedegliano, da una famiglia
contadina, umile e molto religiosa. A soli 13 anni,
fece il suo ingresso nel convento di Santa Maria al
Cengio a Isola Vicentina, sede triveneta della Casa
di Formazione dell'Ordine Servita: il 2 agosto 1935
emise la sua prima professione religiosa, assumendo
il nome di fra' David Maria; il 30 ottobre 1938
pronunciò i voti solenni a Vicenza. Intenzionato a
diventare sacerdote, iniziò gli studi teologici e
filosofici a Venezia. Il 18 agosto 1940 venne
ordinato presbitero nel santuario della Madonna di
Monte Berico di Vicenza. Nel 1940 si trasferì a
Milano, presso il convento di Santa Maria dei Servi
in San Carlo al Corso: su invito del cardinale
Ildefonso Schuster, arcivescovo della città e forte
sostenitore del suo ordine, iniziò a tenere la
predicazione domenicale presso il duomo milanese,
attività che lo vedrà impegnato per il successivo
decennio. Completò i suoi studi in filosofia
all'Università Cattolica di Milano, dove
inizialmente mostrava giovanile simpatia per
Mussolini, e conseguì la laurea l'11 novembre 1946
con una tesi dal titolo significativo, La fatica
della ragione - Contributo per un'ontologia
dell'uomo, redatta sotto la guida del prof. Gustavo
Bontadini. Sia Bontadini che Carlo Bo gli offriranno
il ruolo di Assistente universitario, il primo
presso Filosofia Teoretica a Milano, il secondo
presso la cattedra di Letteratura all'Università di
Urbino.
L'inizio del suo
impegno - Durante l'occupazione nazista di
Milano (8 settembre 1943 - 25 aprile 1945) collabora
attivamente con la resistenza antifascista, creando
e diffondendo dal suo convento il periodico
clandestino l'Uomo. Ancora una volta un titolo
significativo, che testimonia la sua scelta
dell'umano contro il disumano, perché «La
realizzazione della propria umanità: questo è il
solo scopo della vita». La sua militanza durò tutta
la vita, interpretando il comando evangelico "essere
nel mondo senza essere del mondo" come un "essere
nel sistema senza essere del sistema". Rifiutò
sempre di schierarsi con un partito: nel 1948
rifiutò anche di sostenere la
Democrazia
Cristiana nelle prime elezioni repubblicane,
sostenendo che «non bisogna confondere la Chiesa con
un partito, né un partito con la Chiesa». Il suo
impegno a cercare un confronto di idee deciso e
talvolta duro, ma sempre dialettico, si tradusse
nella fondazione, col suo fedele collaboratore fra'
Camillo De Piaz, del centro culturale Corsia dei
Servi (il vecchio nome della strada che dal convento
dei serviti conduceva al duomo), dedicato
all'approfondimento dei problemi di attualità,
italiani e internazionali, e delle dinamiche che
andavano trasformando la città. Fu uno dei
principali sostenitori del progetto Nomadelfia, il
villaggio nato per accogliere gli orfani di guerra
"con la fraternità come unica legge", fondato da don
Zeno Saltini nell'ex campo di concentramento di
Fossoli presso Carpi: grazie alla sua abilità di
oratore riuscì a raccogliere molti fondi presso la
ricca borghesia milanese. Tra il 1948 e il 1952 si
rende noto al grande pubblico con due raccolte di
liriche "Io non ho mani" (che gli valse il Premio
letterario Saint Vincent) e "Gli occhi miei lo
vedranno". Il Santo Uffizio, insospettito per il suo
pensiero troppo "liberale" nel concedere spazio alla
coscienza e per il suo aperto sostegno all'opera
ancora incompresa di don Zeno Saltini, aveva chiesto
ai superiori dell'Ordine di allontanarlo
dall'Italia. Iniziò così nel 1953 un lungo
itinerario che gli fece toccare diverse Case
servite, in Austria, Baviera, Inghilterra, Stati
Uniti, Canada. Furono comunque esperienze molto
interessanti, che lo arricchiranno culturalmente e
lo faranno conoscere e apprezzare ad un vasto mondo.
Il ritorno in Italia
- Nel 1955 venne assegnato al convento della
Santissima Annunziata di Firenze, ma solo nel 1964
fu reinserito stabilmente in Italia, anche per
l'interessamento del sindaco Giorgio La Pira, da
sempre attento ai temi del dialogo e della pace
tanto cari anche a Turoldo, di cui divenne buon
amico e stretto collaboratore. Nel 1961 viene
trasferito nel convento di Santa Maria delle Grazie,
a Udine. Qui iniziò a frequentare Pier Paolo
Pasolini (che, agnostico, realizzerà nel 1964 Il
Vangelo secondo Matteo), grazie alla cui
collaborazione realizza il suo unico film, Gli
ultimi (1963), tratto dal racconto Io non ero
fanciullo dello stesso Turoldo, che ne curò anche la
sceneggiatura, mentre la regia fu di Vito Pandolfi.
Nel marzo del 2002 a Milano, gli appassionati di
cinematografia hanno tributato un convinto omaggio
alla riedizione restaurata del film. Altra
riedizione restaurata del film in doppio DVD è
uscita nel 2013 in occasione del cinquantesimo dalla
realizzazione. Nel 1964 Turoldo decise di
ristrutturare l'antica ex abbazia cluniacense di
Sant'Egidio a Fontanella di Sotto il Monte Giovanni
XXIII, il paese di origine di papa Giovanni XXIII,
scomparso solo l'anno precedente. Fondò e divenne
priore di una piccola comunità, "Casa di Emmaus",
presso la quale istituì il Centro di studi ecumenici
"Giovanni XXIII", aperto anche a persone atee e di
altre fedi, come quella islamica, all'insegna di un
ecumenismo radicale. Nel 1968 curò una prima
edizione degli scritti di Benedetta Bianchi Porro.
L'obbedienza al servizio all'uomo e alla solidarietà
si realizzò anche nella sua attività di notista, con
rubriche fisse su giornali e riviste. Denunciò tutti
i soprusi, soprattutto istituzionali ed economici, e
si fece voce degli oppressi, anche di quelli più
lontani, per la libertà e la giustizia. Nel 1974, in
occasione del referendum abrogativo della legge sul
divorzio, promosso dalla Democrazia Cristiana, si
schierò per il "no" all'abrogazione, di fatto
disobbedendo ai vescovi italiani e al Papa.
Collaborò con il compositore e direttore di coro
Bepi De Marzi che con il coro polifonico di Vicenza
ha realizzato per la Fonit-Cetra di Milano la prima
incisione musicale dei Salmi di padre Turoldo e di
Ismaele Passoni. Partecipò con brevi letture
spirituali alla trasmissione radiofonica Ascolta, si
fa sera.
La morte - Affetto
ormai da anni da un tumore al pancreas, dopo un
itinerario in vari luoghi di cura, morì all'ospedale
"San Pio X" di Milano il 6 febbraio 1992; il 2
febbraio, al termine della messa domenicale, si era
congedato dai fedeli con la frase: «la vita non
finisce mai!». I suoi funerali videro la
partecipazione di oltre tremila persone, gente
semplice frammista a intellettuali, in attesa per
ore pur di arrivare alla sua bara. Presiedette le
esequie il cardinale Carlo Maria Martini, che,
qualche mese prima della morte, aveva consegnato a
padre Turoldo il primo "Premio Giuseppe Lazzati",
affermando la propria opinione secondo la quale «La
Chiesa riconosce la profezia troppo tardi». Un
secondo rito funebre venne celebrato nella sua Casa
a Fontanella di Sotto il Monte, nel cui piccolo
cimitero fu sepolto.
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Appunti di viaggio - Non era la prima
volta che mi recavo a Coderno nell'anniversario della morte di
padre David Maria Turoldo. Infatti nel nostro elenco delle
Messe, troviamo anche i servizi effettuati il giorno
10 Febbraio 2001,
6 Febbraio 2005
6 Febbraio 2014.
Trovando questa sera i parcheggi quasi del tutto esauriti, sinceramente mi
sarei aspettato una chiesa stracolma di gente, ma si vede che la stragrande maggioranza dei partecipanti era maggiormente
interessata all'incontro che precedeva la Messa. Meditando
sull'ultimo viaggio a Coderno di questo
6 Febbraio 2016,
che segna anche l'inizio dell'anno del centenario della nascita
di Turoldo, un pensiero mi torna prepotentemente alla memoria...
Si tratta di un piccolo articolo trovato nell'almanacco "Stele
di Nadâl" di un'annata che non ricordo, avendo poi smarrito il
libretto. L'articolista in pratica segnalava: "Due friulani che
hanno disonorato in tutto il mondo il nome del Friuli" e scriveva ben chiari i
loro nomi... Si trattava di Loris Fortuna (anche se friulano di adozione)
e David Maria Turoldo. Non oso esprimere commenti...
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