...tra la prima e
la seconda parte del canto di apertura, sostenuto dal gruppo vocale
e strumentale della parrocchia,
i genitori di Don Daniele hanno benedetto il figlio con
l'imposizione della mani sul suo capo e recitando una breve
preghiera...
...saluto e
benvenuto di Mons. Igino Schiff...
...immagini sulla
navata dal fondo e da un lato...
...all'omelia di Don Daniele Bonavolontà...
Frutto della nostra terra, del lavoro di
ogni uomo:
pane della nostra vita, cibo della quotidianità.
Tu che lo prendevi un giorno, lo spezzavi per i tuoi,
oggi vieni in questo pane, cibo vero dell’umanità.
E sarà pane, e sarà vino nella mia vita,
nelle tue mani. Ti accoglierò dentro di me,
farò di me un’offerta viva,
un sacrificio gradito a Te.
Frutto della nostra terra, del lavoro di ogni uomo:
vino delle nostre vigne, sulla mensa dei fratelli tuoi
Tu che lo prendevi un giorno, lo bevevi con i tuoi,
oggi vieni in questo vino e ti doni per la vita mia
E sarà pane, e sarà vino nella mia vita,
nelle tue mani. Ti accoglierò dentro di me,
farò di me un’offerta viva,
un sacrificio gradito a Te,
un sacrificio gradito a Te.
...famigliari e
parenti di Don Daniele...
...con
l'imposizione delle mani Don Daniele ha benedetto nell'ordine: i
Presbiteri, i suoi famigliari e parenti, i religiosi e le Suore
presenti in chiesa,
i componenti del coro con i chierichetti ed i bambini con le loro mamme...
La cerimonia si è conclusa con la benedizione di tutti i fedeli...
...non potevano
mancare le foto ricordo...
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La fede supera i confini
(Flavio D’Agostini –
La Vita Cattolica)
Comunità parrocchiale
sangiorgina in festa, domenica 14 giugno, per la prima Santa Messa
di don Daniele Bonavolontà, che ha ricevuto l'ordinazione
sacerdotale lo scorso 30 maggio nella Cattedrale di Varsavia. 30
anni, don Daniele, studente di meccanica al Malignani di San Giorgio
e di sassofono al Conservatorio di Trieste, ha intrapreso nel 2005
il periodo di formazione nel seminario di Varsavia al quale è stato
destinalo dopo un biennio di incontri bimensili a Porcia presso il
centro di orientamento vocazionale del Cammino catecumenale.
Una vocazione cresciuta
all'interno della comunità sangiorgina del Cammino catecumenale e
scoperta nel corso di una giovinezza «già piena di mille progetti di
carriera, di successo, di divertimento, tutto in funzione di me
stesso», come racconta lo stesso don Daniele Bonavolontà. «Una
situazione in cui – confida ho potuto sperimentato i primi
fallimenti dei miei progetti di felicità, perché i successi non
bastano mai, e alla fine ti accorgi di non amare nessuno; e così,
dando ascolto all'orecchio interiore, ho capito che Dio mi ama così
come sono, come un egoista cronico, ed ho cominciato a cercare la
sua volontà per la mia vita: finché nel corso della Giornata
mondiale della gioventù a Colonia nel 2005 ho pubblicamente espresso
la mia decisione di risponder alla chiamata di Dio per il
Presbiterato; ho lasciato il "mio mondo", il Conservatorio..., e
sono entrato nel seminario Redemptoris Mater di Varsavia per
intraprendere la mia formazione al sacerdozio». Una formazione
durata 10 anni: un anno per lo studio della lingua e sei,
inframmezzati da tre anni di pratica missionaria, per lo studio
della Teologia, disciplina nella quale don Daniele si è laureato
quest'anno, fino alla consacrazione al Diaconato nell'ottobre 2014,
e culminata con la consacrazione, assieme ad altri 22 chierici, lo
scorso 30 maggio per le mani del Cardinale di Varsavia: un evento al
quale ha voluto essere presente, per far sentire a don Daniele
l'affetto e la vicinanza di tutta la comunità, un numeroso gruppo di
sangiorgini assieme al parroco, mons. Igino Schiff, e a Suor
Beatrice, Superiora della comunità delle Suore di Maria Bambina.
Don Daniele presterà
almeno per 3 anni servizio come vicario in una parrocchia
dell'Arcidiocesi di Varsavia, nella quale è incardinato, restando a
disposizione per altre missioni.
I sentimenti della
comunità sangiorgina per l'importante evento sono ben espressi dal
parroco di San Giorgio. «La nostra comunità cristiana è felice per
l'evento che sta per vivere -afferma mons. Igino Schiff , poiché il
prete è il frutto di una famiglia e di un paese cristiani, ed è un
bene per la Chiesa intera, poiché il ruolo presbiterale è uno dei
carismi strutturali della Chiesa stessa. Noi eravamo abituati al
fatto che ogni Diocesi avesse i suoi preti formati nei suoi
seminari, ma il prete - continua mons. Schiff - non è legato a un
seminario o a una Diocesi, ma è tale per tutta la Chiesa, e oggi
abbiamo anche questo segnale di superamento di confini, lingua e
mentalità. Rimane sempre valido che il presbitero sia espressione di
una comunità cristiana, ma il senso missionario non è un fatto
marginale, ma essenziale, e vale per tutti, chierici e laici.
Assistiamo - conclude - a un bellissimo scambio di doni nella fede:
San Giorgio potrà essere orgogliosa di quel legame di fraternità che
si costituisce con comunità diverse per mezzo di questi presbiteri
che qui hanno assaporato le primizie della fede».
Venerdì 12 giugno, alle
20.30, si terrà nel Duomo di San Giorgio un incontro di preghiera
aperto a tutti i fedeli della Forania, con la testimonianza di don
Daniele sulla sua scelta presbiterale. Domenica 14, in Duomo, alle
11, celebrerà la prima Santa Messa, che terminerà con la benedizione
da parte del novello sacerdote con l'imposizione delle mani a tutti
i partecipanti. Farà seguito un incontro amichevole presso la Casa
della gioventù.
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