biel lant a Messe a...

Villanova del Judrio (UD), i Maggio 2022



SCAMPANATA

Santa Messa
nella Festa dei Santi Patroni Filippo e Giacomo
e nel ricordo di Padre Marco Mattiazzi



CANTO DI APERTURA

          Il celebrante era P. Claudio Bortolossi, missionario saveriano, nativo di Strassoldo: egli è stato insegnante di catechesi e Teologia di Parma; è stato per alcuni anni direttore del Centro missionario di Udine. Durante questi anni è avvenuta l’Ordinazione Presbiterale di Marco Mattiazzi e la sua Prima Santa Messa, alla quale P. Claudio ha tenuto la Omelia; è stato per anni missionario in Colombia e ora, insieme ad altri due confratelli, è impegnato nella collaborazione pastorale di Buttrio.



NEL NOME DEL PADRE

...immagini alle letture... e poi alle preghiere dei fedeli...

     
...all'omelia di Padre Claudio Bortolossi...

...con queste riprese dal fondo...


...per risalire poi a sinistra della navata...


CANTO


...dalla liturgia eucaristica al Padre Nostro...
...dopo la Comunione...


CANTO



...il diacono Renato Zoff ha coordinato la consegna dei tricolori e bandiere del Friuli ai giovani diciottenni...



...e finalmente abbiamo capito cosa contenevano i vasetti di vetro,
che i bambini arrivando in chiesa alla spicciolata avevano deposto ai piedi dell'altare...


...e dopo la benedizione e in canto finale...



E lûs une mari divine, sul mâr su lis monts dal Friûl;
te albe e te sere cidine, i tôrs a spalanchin i cûrs.
Mari divine ven ju, ven ju cul frut cul to cîl;
vaî tu sâs ancje tu, tal mont che il fi ti à tradît
poiti sul cûr dal Friûl, giolt pal amôr che ti vûl.

Ta glesie tal vert de culine, e spiete une mari i frutins
al è l'abandon la sô spine, ju clame da ducj i cunfins.
Mari divine ven ju...

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-


...in un grazioso angolino della piazza, tutto era pronto per lo scoprimento della targa...


...preceduto dall'intervento della rappresentante del Comune di San Giovanni al Natisone,
e della rievocazione storica dal confratello di
padre Marco, il Missionario Saveriano don Lorenzo Mattiussi...


...la targa è stata poi scoperta e benedetta da
Padre Claudio Bortolossi...


...un'ultima panoramica su "Piazzetta Marco Mattiazzi"...
 


RICORDANDO PADRE MARCO
 
(A cura di Lorenzo Mattiussi dei Missionari Saveriani di Udine.)

      Siamo qui, in questa piazzetta della Chiesa, per scoprire una targa, ma soprattutto per celebrare lo spessore spirituale e il percorso umano di P. Marco Mattiazzi, Missionario Saveriano, al quale il Comune ha voluto intitolare questa piazzetta in ricordo della sua giovane vita, donata in Bangladesh, in servizio al Vangelo di Gesù. Inizio leggendo una pagina del suo diario spirituale, quando a soli 14 anni, nel primo anno delle superiori, scrive durante il Ritiro Spirituale del 16 novembre 1982:

     “Il sogno per me è che tutti si rispettino gli uni gli altri, e non ci siano i grandi che sfruttino i più poveri. Per esempio si dovrebbe cessare di fare armi e di armarsi continuamente … Raul Follerau diceva che basterebbero i soldi di un missile o di un carrarmato, per salvare tutti i lebbrosi del Terzo Mondo. Il sogno è anche che tutti si rispettino, senza differenza di razza. In Sud Africa, per esempio, i bianchi sono i più privilegiati e i negri sono trattati quasi come schiavi. La risposta che io do: Se sono venuto qui all’Istituto Saveriano di Zelarino è perché ho in mente una risposta ben precisa da dare a Dio. Io, anche se non diventerò sacerdote, almeno cercherò di donarmi agli atri, per esempio andando in missione come laico ad aiutare i più bisognosi. C’è in me una frase del Vangelo di Gesù che ho più in mente: “Chi perderà la vita per causa mia, la riceverà, e chi la acquisterà qui in terra, in cielo la perderà”.

      P. Carlo di Sopra, missionario in Sierra Leone, così lo ricorda: “Ho conosciuto Marco proprio all'inizio della sua avventura missionaria, negli anni delle medie a Udine. Era un ragazzo molto semplice, non amava farsi notare. Era sempre sereno e sorridente e anche arguto, sempre pronto a delle battute originali. Non si arrendeva mai, né nello studio come nello sport. Partecipava sempre a tutte le attività della comunità di buon animo e per questo era benvoluto da tutti. Ricordo anche il bel rapporto che aveva con il Rettore, P. Carmelo e con tutti gli animatori ... Era poi sempre attento ed interessatissimo quando passavano i missionari e ci raccontavano delle missioni. Marco era una bella presenza, di quelle che portano serenità ed entusiasmo nella vita ordinaria. Forse per questo la sua scomparsa così violenta e precoce ci ha colpiti tutti profondamente”.

      P. Marco ha saputo coltivare fin da piccolo una intima e cordiale amicizia con Gesù e non lo ha più mollato. P. Michele Carlini, suo compagno di scuola, ora missionario in Sierra Leone, scrive: “Marco ha pregato moltissimo. Nemmeno negli anni difficili delle superiori egli ha tralasciato la preghiera… Amava la Bibbia e lo trovavo spesso in chiesa. Quando tornava da Londra e dal Bangladesh mi portava vari regali, perché ci teneva che le persone fossero felici. Stare con lui dava sicurezza: quando c 'era da viaggiare io mi permettevo di non pensare a niente, perché lui era bravissimo nell'organizzare ogni dettaglio. Aveva il senso delle cose pratiche e sapeva affrontare situazioni diversissime. Amava la liturgia ed ebbe la grande gioia quando, nel 1996, poté servire come ministrante alla messa del Papa nella Basilica di San Pietro, in occasione della Beatificazione di Mons. Guido Maria Conforti, Fondatore dei Missionari Saveriani”.

      Ancora studente di teologia, Marco è stato inviato a vivere un tempo in Bangladesh, per iniziarsi alla vera vita missionaria. P. Filippo Rondi, formatore spirituale dei nostri teologi saveriani a Parma, lo ha incontrato a Chittangong – Bangldesh nel 1996, e così scrive di Lui: “Ho ammirato moltissimo Marco … per la sua ferma scelta di spendere per sempre la sua vita, come missionario … che ha scelto con totalità la missione di annunciare il Vangelo ai lontani e a essa ha regalato la sua vita. Egli è stato soprattutto un vero uomo di Dio, un innamorato di Gesù”.

      Il 26 aprile 1997, ritornando dal periodo formativo in Bangladesh, Marco scrive al Superiore Regionale: “Carissimo Padre Agostino, … Ciò che mi spinge a chiedere di essere ordinato Sacerdote è che sento molto forte nella mia vita il desiderio di donarmi completamente al Signore per il servizio e la cura pastorale dei fratelli. Sento, inoltre, quanto sia indispensabile aiutare la gente anche attraverso semplici parole e semplici gesti nella semplicità di vita. Per me il diventare sacerdote, ministro del Signore, è una grande gioia ed un'immensa grazia che il Signore mi sta facendo; infatti fin da piccolo ho sentito questa chiamata che vedo ora realizzarsi attraverso la famiglia saveriana. Ho sempre sognato di diventare ministro del Signore, perché penso che questo sia il disegno di Dio su di me, ed ora vedo avvicinarsi concretamente questo traguardo che non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Ora chiedendo di essere ammesso al presbiterato, mi viene chiesta fedeltà alla Eucarestia quotidiana e all'ascolto più profondo e intenso alla Parola di Dio. Tutto questo lo sto già facendo, ma ora mi è chiesto di viverlo in prima persona come servo del Signore per il servizio dei fratelli. Diventando ministro del Signore, so di essere chiamato ad essere suo testimone con tutte le mie forze. A volte, pensando alla grazia della chiamata che il Signore mi ha fatto, mi sento indegno di ricevere questo grande dono, ma so che Egli nonostante i miei limiti umani mi sarà sempre vicino con la sua forza e il suo aiuto".

      La sorella Gabriella conserva un ricordo bellissimo della Prima Santa Messa di P. Marco: “E’ ancora vivissimo nel mio cuore e nella mia memoria la gioia raggiante e coinvolgente, che nel giorno della sua Prima Santa Messa Marco sprizzava dagli occhi e irradiava dal volto: egli era felicissimo di essere arrivato alla vetta del monte, verso il quale il Signore lo aveva preparato fin da piccolo”.

      Ai primi di gennaio 1998, P. Marco prese di nuovo l’aereo per il Bangla-desh, destinato alla missione di Baradal, a 100 km da Khulna, centro della diocesi, dove i pochi cristiani, di origine indù, appartengono alle caste più basse, praticamente al mondo degli intoccabili … Se non ci fosse la missione, questi poveri cristiani non avrebbero molte speranze di sopravvivere!

      P. Giovanni Gargano, missionario insieme con lui in Bangladesh, scrive: “Nel ricordo dei 25 anni di ordinazione di P. Marco, desiderio esprimere il grazie al Signore per averlo avuto come fratello della famiglia saveriana. Il suo entusiasmo, la sua sincerità e il suo desiderio di donarsi agli altri sono aspetti della sua personalità che non si possono dimenticare. La sua disponibilità è indimenticabile. Per ciascuno di noi era sempre pronto a mettersi al servizio. E' nel servizio a Dio e agli altri che lui ha donato la sua vita e che ora celebra in cielo accanto a Dio. Il suo esempio sia di stimolo, affinché altri giovani possano dedicare la propria vita a Dio nella gioia di servire e amare gli altri nella gratuità e nella totale dedizione della propria vita alla missione di Cristo”.

      P. Roberto Salvadori, che ha percorso con P. Marco tutti gli anni della formazione, cominciando dalle Superiori, scrive:Caro Marco, ci conosciamo dagli anni delle superiori a Zelarino, quante cose fatte insieme fin da allora! E quante «sfide» fatte sul campo di calcio: tu portierone ed io attaccante … una passione che abbiamo sempre condiviso. I giri in moto per andare nelle parrocchie attorno a Mestre, dove facevamo l’apostolato. Quindi gli anni della teologia a Parma: Io un anno avanti a te, ma sempre insieme!  Marco: «Ciccio», per la tua stazza, per la tua simpatia, per la tua vocina, per il tuo modo di essere! Persona semplice, buona, determinata e soprattutto generosa! Marco, sei un fratello, un amico, un intercessore! … L’esperienza fatta insieme, dei sacchetti «Pane per i missionari»: siamo stati noi gli ultimi a chiudere questa tradizione saveriana. In maggio li distriuivamo e poi in agosto li raccoglievamo, passando per le parrocchie della diocesi di Parma con il pulmino rosso e incontrando parroci e tanta gente generosa che ci aiutava! La vita missionaria, la nostra comune passione-vocazione: abbiamo avuto la gioia di fare la professione perpetua a San Paolo fuori le mura ed essere ordinati diaconi a Parma insieme a p. Michele Carlini … Eri entusiasta e convinto della tua vocazione e del bisogno di portare Gesù a tutti! Io poi partii per il Congo e tu per il Bangladesh, con la speranza poi di incontrarci ancora, se le nostre vacanze avessero coinciso! 
 
         Ma il 5 settembre del 1998, la notizia della tua salita al cielo, dopo appena mesi di ordinazione. …  Ero a Kampene, una missione in foresta, e per l’occasione ti ho scritto una canzone che ho cantato con le lacrime, ai Vespri, per esprimere la gratitudine a Dio, per averti messo al mio fianco e per avere camminato insieme … E cosi, da quel giorno, sei diventato un angelo e un intercessore per me! E ad ogni 5 settembre mi ritorni in mente e continui a camminare con me! Coraggio, Marco! Grazie ancora una volta di tutto, di ciò che sei stato e continui ad essere. Da lassù dove contempli Dio, che hai amato, testimoniato e vissuto fino al dono della vita, continua ad intercedere per ogni missionario, perché possa essere uno strumento nelle mani di Dio, come lo sei stato tu. Ciao p. Marco e arrivederci un dì”.

     “Desidero onorare P. Marco, dice P. Michele Carlini, perché mi ha voluto bene con il suo cuore grande, che tutti noi conosciamo, e che ha lasciato una luce inestinguibile in ognuno di noi, che abbiamo avuto il privilegio di essere toccati dalla sua passione di fare del mondo una sola famiglia in Cristo Gesù”.

      Caro P. Marco, ora che questa piazzetta porta il tuo nome: sii tu in essa il vigile sempre attento, perché sia sempre un luogo di incontri sereni e fraterni, che invitino ad andare a Gesù, nostro unico Salvatore, che in questa bella chiesa del tuo paese, attende per infondere in tutti il coraggio di vivere e di lottare per il bene e la gioia della nostra vita, umana e cristiana.
 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-