Mereto di Tomba (UD),
11 Febbraio 2018
Chiesa di
San Michele Arcangelo
Plovisine minudine,
lizerine,
tu vens-jù cussì cidine
senze tons e senze lamps
e tu dâs di bevi ai cjamps!
I
versi iniziali della poesia di Pietro Zorutti
potrebbero fare da cornice a questa tipica veduta
all'entrata del caratteristico borgo friulano, con
una incessante pioviggina che ha imperversato per
l'intera giornata e la nottata successiva.
CAMPANE
Santa Messa in
ricordo di Concetta Bertoli
presieduta da S. E.
Mons. Andrea Bruno Mazzocato
accompagnata dal Coro Parrocchiale
CANTO E
PREGHIERE DI APERTURA
...la navata
ripresa dai due lati...
...l'arcivescovo all'omelia...
...ripreso dal fondo...
CANTO
CANTO
Preghiera - Santissima
Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, sempre ammirabile
nei tuoi Santi, che li esalti in cielo, ascolta la preghiera
che ti innalziamo perché la tua serva fedele Concetta
Bertoli, che accettò la lunga e dolorosa infermità con
pazienza, serenità e gioia, offrendosi vittima per i
sacerdoti, i missionari e i peccatori, sia glorificata qui
in terra, come la riteniamo glorificata già in cielo; e per
sua intercessione concedici la grazia... che umilmente
imploriamo. Gloria al Padre
...dopo la
preghiera nell'angolo dedicato veneranda Concetta Bertoli,
la cerimonia si è conclusa con la benedizione ed il canto di
chiusura...
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...il Coro
Parrocchiale che ha accompagnato la Messa...
Concetta
Bertoli, «missionaria del dolore»
(La
Vita Cattolica del 7 Marzo 2018)
SARÀ L’ARCIVESCOVO di Udine, mons. Andrea Bruno
Mazzocato, a presiedere, domenica 11 marzo, alle ore
11, nella parrocchiale di Mereto di Tomba, la Santa
Messa in occasione del 62° anno dalla morte della
venerabile Concetta Bertoli, colei che, costretta a
letto per 26 anni a causa dell’artrite deformante –
dai 22 alla morte – fece della sua malattia un dono
a Dio e agli altri.
«Ricordando l’esperienza
di Concetta – afferma padre Aurelio Blasotti, vice
postulatore della causa di beatificazione della
“Crocifissa di Mereto”, – l’arcivescovo rinnoverà
l’appello fatto a Castelmonte l’8 settembre a
perseverare con Maria nella preghiera a favore delle
famiglie, dei giovani e della Chiesa locale».
Il programma delle
celebrazioni inizierà venerdì 9 marzo, con la
commemorazione del transito di Concetta, alle ore
20.30: con la collaborazione del Coro parrocchiale
di Mereto di Tomba e la meditazione del vice
postulatore padre Aurelio Blasotti, si rivivranno
gli ultimi momenti della vita della Venerabile
Concetta Bertoli, prima di passare alla casa del
Padre.
Domenica 11 marzo, alle
9.30, un cappuccino sarà disponibile per le
confessioni; alle 11, la Santa Messa; alle 17,
ancora spazio per le confessioni fino alle ore
18.30, quando inizierà il Rosario. Alle 19, la Messa
con l’unzione degli infermi. Il 18 marzo, inoltre,
verrà offerta a tutti i devoti della venerabile
Concetta Bertoli la possibilità di ritiro
spirituale, al quale sono particolarmente invitati i
francescani secolari del Friuli-V.G.. Il programma
prevede alle 9 la recita delle Lodi e la meditazione
dettata da padre Blasotti; seguirà l’esposizione del
Santissimo Sacramento per l’adorazione; alle 11 la
Messa festiva presieduta dal vicepostulatore; alle
14.30 il Rosario meditato e, a finire, la preghiera
alla tomba di Concetta. «Rivivo in me ancora in modo
profondo – ricorda padre Blasotti – l’emozione
provata a Castelmonte in occasione del primo
pellegrinaggio a Madone di Mont dell’arcivescovo
Battisti con il suo popolo stremato e provato dal
dramma del terremoto del maggio 1976. Il suo grido
lacerante e le sue braccia spalancate: “Anime
furlane, no stâ murì”. E così è stato per molti
figli del Friuli, i migliori.
Uno degli aspetti
caratteristici dell’anima friulana è la sua profonda
devozione alla Madre di Dio. Questa realtà non è
sfuggita al nostro arcivescovo Mazzocato, che
facendo sua ed appellandosi ad essa rinnova,
attraverso la lettera pastorale, il suo grido
amoroso al popolo cristiano del Friuli, in vista del
nuovo riassetto delle zone operative
dell’arcidiocesi». Ebbene, questa devozione a Maria
sarà al centro anche della celebrazione di Mereto in
memoria di Concetta Bertoli, perché, spiega padre
Blasotti, «questa donna, meraviglioso dono del
cielo, è vera icona dell’anima friulana, che è anima
mariana. Concetta, cresciuta senza mamma persa
quando aveva dieci mesi, ancor più si era
affezionata alla Mamma celeste. Una presenza materna
alimentata dalla recita quotidiana del rosario in
famiglia. Un rito che piano piano, grazie a Dio,
sembra stia tornando. A questo appuntamento non
mancava nessuno. Uomini e donne, vecchi e bambini,
tutta la famiglia si raccoglieva, attorno al grande
tavolo in cucina. Un rosario continuato a pregare
sempre, e detto anche non una, ma molte volte su
quel misero letto che divenne l’altare della sua
offerta, tanto da poter dire, quasi per
giustificarsi, che quello che sapeva lo aveva
imparato pregando il rosario».
Tale esempio evidenzia,
sottolinea padre Blasotti, «che l’anima friulana è
essenzialmente mariana; ne riconosce la potente
intercessione e in lei si rifugia con amore di
figlia. Concetta poté portare avanti la sua
vocazione di “missionaria del dolore, proprio perché
perseverò nella preghiera con la Madre del Signore;
e attraverso questa preghiera fatta insieme con lei
poté diventare allo stesso modo ripiena di Spirito
Santo ed essere consolatrice, offerente,
compassionevole verso coloro che nella sua cameretta
andavano per riempirsi di Dio».
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La Venerabile Concetta Bertoli nacque, visse e morì
a Mereto (n. 14/04/1908; + 11/03/1956) in una
famiglia contadina, ultima di dieci figli. Già a 20
mesi rimase orfana di madre e, per il resto, passò
una fanciullezza normale: il diploma elementare
preso in paese e poi l’impegno, comune alle ragazze
di allora, nei lavori di casa e dei campi. A 16 anni
però fu colpita da una malattia inguaribile e
progressiva: l’artrite reumatica deformante. In poco
tempo fu costretta a letto, completamente
paralizzata, fra dolori indicibili, che
l’accompagnarono fino alla morte; negli ultimi anni
divenne anche cieca. Ebbe due desideri: visitare due
santuari mariani, e la sua aspirazione fu esaudita:
nel 1938 partecipò ad un pellegrinaggio a Lourdes e
nel 1951 a Loreto. Alla Madonna chiese solo la
grazia di sopportare le sue sofferenze.
Visse poveramente e
tollerò con ammirevole dignità anche la fame, il
freddo, l’angoscia della solitudine nelle lunghe
notti insonni, amorevolmente assistita dai suoi
familiari. Davanti allo svanire dei suoi progetti
giovanili rimase dapprima turbata, ma poi con la
preghiera riuscì ad accogliere la propria croce. Nel
suo letto di sofferenza diceva: «Il Signore affida a
tutti un posto; a me ha dato questo. Io sono
contenta. Mi basta che Dio mi dia la forza di
sopportare tutti questi dolori». Il suo corpo riposa
nella chiesa del paese, e di lei è ormai bene
avviato il processo canonico di beatificazione.
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