Sanguarzo di Cividale (UD), 26 Marzo 2017
Chiesa di San Giorgio
...immagine
ricavata da Street View di Google, che riprende l'entrata sud del paese
con la chiesa a sinistra e il Monte Purgessimo sulla destra...
...immagini
dell'interno della chiesa riprese prima...
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Le origini di Sanguarzo Ai piedi degli ameni colli dei “bovi” e del diroccato castello di Guspergo, in fertile vallata attraversata dal fiume Natisone, sulla riva destra, a due chilometri da Cividale del Friuli, strada statale n. 54, si trova la località di Sanguarzo, frazione del comune di Cividale del Friuli – l’antica Forum Iulii -. È situata a 146 metri sul livello del mare, a 46° di latitudine e a 1° di longitudine sul meridiano di Roma.
Il nome di Sanguarzo è una volgare
corruzione di San Giorgio, così pronunciato dalle
vicine popolazioni slave di passaggio. In lingua
slava San Giorgio veniva, infatti, pronunciato “Svét
Iur” oppure “San ’Zorz”, forma che rispecchia la
pronuncia friulana. Nei due campi contigui verso la strada (già Mulloni) si rinvennero un fabbricato con ambienti pavimentati a mosaico, pareti in marmo greco e dipinte ad encausto color cinabro1, ovviamente tutti “guastati” e, inoltre, pavimenti a sectilia2, a mattoni, un’arma da taglio, molti frammenti di “urne cinerarie e tegoloni grandi per tombe, vasi di vetro”. I mosaici erano di marmo bianco e linee interne nere1. Furono altresì recuperate, oltre a un mattone marcato Q. GAVII, ventisette monete, di cui: un danario in argento di Q. Cassius Longinus (60-50 a.C.) “ritrovata presso un mosaico”; due in bronzo dei triunviri monetali; uno in bronzo di Nerva, uno di Traiano, uno di Antonino Pio, uno di Commodo; uno in argento di Giulio Filippo I (244-249 d.C.); uno di Claudio II il Gotico (269-270), due di Costantino Giuniore (317-337), uno di Costanzo II (323-361); due di Teodosio I (379-395) e “nella terra scavata” dodici P.B. del III-IV secolo d.C.2.
Nel 1983 il professor Amelio
Tagliaferri, accompagnato da alcune persone
interessate alla storia locale, fece una verifica
sul territorio del mappale 2161, accertando la
presenza, dopo l’aratura del campo, di molti residui
relativi ad un antico insediamento: laterizi,
frammenti di vetro, tessere di mosaico di colore
bianco, celeste e nero. Secondo il professore nello
stesso insediamento l’11 aprile 1824 il Della Torre
rinvenne un denario di Pompeius Fustulus, triunviro,
129 a.C.3. Sempre nel 1983 il professor Amelio Tagliaferri, con l’aiuto di alcuni collaboratori, ai piedi delle colline di Guspergo e della “Busa del Foran”, rinvenne alcuni frammenti di embrici, coppi, etc. provenienti da un insediamento imprecisato. La presenza di tracce di una strada comunicante tra questo insediamento e la località denominata dai locali “Prat Lunc”, fanno supporre che nella zona vi fosse un insediamento romano, come peraltro tramandato dalla tradizione secondo la quale in detta località venivano relegati i giovani riottosi4.
Questi insediamenti rientravano nel
piano di occupazione romano: dislocati lungo le reti
stradali, erano sede di capisaldi militari per la
difesa del territorio conquistato e luoghi di
mercato. La storia di Sanguarzo del resto si intreccia con le vicende della vicina Forum Iulii il cui sviluppo urbano conobbe varie fasi. Da principio l’espansione edilizia si pose su basi naturali, sia per maggiore difesa da eventuali invasori, sia per utilità di servizi (acqua, etc.), per estendersi poi, nel periodo di pace, anche verso zone più ampie e utili: nacquero così i molteplici insediamenti nel circondario di Forum Iulii tra cui Sanguarzo.
Con il trascorrere degli anni, Forum
Iulii assunse l’aspetto di “Civitas”, divenendo
punto importante di riferimento direzionale. Questo
comportò qualche mutamento nella viabilità con la
costruzione di nuove strade in grado di assicurare
un rapido collegamento con le terre venete e
cisalpine.
Tale strada, col passare del tempo, è
stata utilizzata per lo scolo delle acque e solo
pochi anni orsono, durante la sistemazione del rugo,
fu ritrovato del pietrisco originale.
Un’ulteriore conferma si può avere
considerando la caratteristica del “forum e lo
spazio ridotto della città”. Molti proprietari
terrieri risiedevano nel suburbio o nella campagna
circostante per aver facilmente a propria
disposizione operai per la coltivazione dei campi.
Il Mansuelli classifica queste grandi
ville, rilevate nel territorio del Forum Iulii, di
tipo urbano rustico e le qualifica come residenza
stabile del “dominus”, del proprietario agricolo
che, con la sua presenza diretta e continua,
gestisce l’economia dell’azienda, produce per sé e
per il mercato locale”1. Attorno alla villa signorile, che costituiva il centro dell’azienda agricola, sorgevano gli edifici rustici, costruzioni più piccole destinate ai servi o ad affittuari. Da ciò, come ha sostenuto il Leicht, deriva il termine “vile” per indicare i “paeselli del contado”. Secondo l’opinione di quest’ultimo studioso, espressa in un articolo sulla storia di Cividale e del suo territorio, le ville ubicate attorno a Forum Iulii servivano da soggiorni estivi dei ricchi cittadini di Aquileia, il cui clima diventava nei mesi caldi, a causa dell’umidità, molto afoso e poco salubre. “Non è impossibile – scrive il Leicht – che la mitezza del clima e l’aria sana consigliassero alcune famiglie ad abitare sulle sponde del Natisone”.
Verso il IV e V secolo dopo Cristo,
il ruolo del Forum tende a modificarsi ed anche nel
contado nasce una nuova forma di insediamento. Ciò,
secondo il Leicht, avviene dopo l’invasione di
Attila, quando Cividale assume la qualifica di Caput
Venetiae, con la residenza in loco del governatore
della decima regione e, non molto tempo dopo, anche
con quella del patrizio bizantino, capo della difesa
militare.
Così dopo il nuovo assetto, sia di
difesa che politico, ebbe inizio un periodo di
tranquillità e di ripresa economica. L’età longobarba coincise con una più ampia diffusione della nuova religione, come dimostra il culto dei propri trapassati che anche in questa zona è documentato dal ritrovamento di cimiteri e necropoli. Michele Della Torre nel 1817-26, infatti, rileva nel mappale 2129 di proprietà dei conti Puppi – Borgo Viola – un complesso cimiteriale vero e proprio1, così come in località Soravit, mappale 22862. |