La frazione
di Lestans, posta in prossimità del greto del
torrente Cosa, dista circa 5 chilometri a est da
Sequals e si sviluppa interamente lungo la via Dante
che trova la sua ideale conclusione nella piazza I
Maggio dove spicca, maestosa, Villa Savorgnan.
L'origine di Lestans (toponimo prediale in –anu da Estius cioè territorio di Estius, quindi "estianus") risale alla colonizzazione romana (I°-II° sec. d.C.). Nel Medio Evo il paese è soggetto dapprima ai Signori di Castelnovo (ministeriali del Patriarca di Aquileia), quindi ai conti di Gorizia e infine, per decreto dell’Imperatore Massimiliano d’Austria, ai conti di Savorgan. Intorno alla metà del XIV secolo, Lestans intensifica il suo sviluppo urbanistico. Di quell'epoca è, in effetti, la deliziosa chiesetta di San Zenone, costruita nel verde del colle tra Sequals e Lestans sulle fondamenta di una chiesa precedente che risaliva all'alto medioevo, e presso la quale sono stati trovati reperti preistorici, romani e longobardi. Circa in quello stesso periodo viene rinnovata la parrocchiale di Santa Maria Assunta. Tra il 1535 e il 1551, il coro della chiesa viene mirabilmente affrescato con scene dell’Antico e del Nuovo Testamento, dalla Creazione fino alla Resurrezione di Cristo ed alla Incoronazione della Vergine, realizzate da Pomponio Amalteo, genero del Pordenone. Gli affreschi che sembravano irrimediabilmente persi dopo le violenti scosse del terremoto del 1976 sono stati pazientemente recuperati e riportati al loro antico splendore. Nel Cinquecento viene edificata anche Villa Savorgnan. A seguito di un incendio che ne causò la quasi distruzione durante una lotta tra i Savorgnan e nobili locali, la Villa è ricostruita tra il XVII e XVIII secolo secondo lo stile veneto. All'interno, la Villa è stata impreziosita da terrazzi alla veneziana ricchi di motivi ornamentali. Oggi l’edificio, di proprietà del Comune, ospita attività culturali e ricreative nonché una raccolta archeologica dedicata a reperti locali e, all'ultimo piano, una mostra relativa alla civiltà contadina a cura della Somsi di Lestans. Presso la sede della Società Operaia, in Vicolo Latteria, è inoltre possibile visitare una mostra didattica sugli antichi mestieri. A Lestans è particolarmente evidente la volontà espressa dall'allora Amministrazione Comunale di ricostruire e ristrutturare le case, dopo il terremoto del 1976, secondo la tradizione architettonica locale evitando alcune libertà e interpretazioni moderne che avrebbero compromesso l’armonia del paese. Lungo Via Dante si possono così ancora ammirare alcuni antichi portoni sovrastati da mascheroni lapidei realizzati nell'Ottocento dalle sapienti mani degli scalpellini del luogo. Per la presenza di un’antica cava di pietra sulla collina di San Zenone, Lestans diede i natali a molti scalpellini che con la loro bravura seppero raggiungere fama e successo anche all'estero. Il più celebre tra loro è sicuramente il Cav. Giovanni Ciani (Lestans, 1847 – 1924). Figlio di un maestro scalpellino, all'età di 14 anni Giovanni Ciani si reca a Vienna e lavora al Teatro dell'Opera, frequentando pure le scuole serali di modello e disegno. Di ritorno in Italia, si specializza nella produzione del marmo che lo porta a lavorare per la nobiltà austriaca e ad installarsi a Praga, attratto dalla proposta di lavorare alle decorazioni del Teatro nazionale boemo. Partecipa a varie esposizioni, conseguendo diplomi e medaglie mentre l’Imperatore d’Austria gli conferisce il titolo d'Imperiale e Regio Maestro Scalpellino di Corte. Filantropo, Giovanni Ciani fonda nel 1898 a Praga l'Associazione Italiana di Soccorso con lo scopo di "soccorrere cittadini italiani indigenti e colpiti da sventura che abbiano stabile dimora in Praga e sobborghi o vi siano di passaggio", e a Lestans, è tra i fondatori della Società di Mutuo Soccorso e della Latteria. Su un terreno di sua proprietà viene costruito l’Asilo Infantile. La sua Villa è oggi sede della biblioteca comunale e ospita la Biblioteca del CRAF Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia. (Tratto da: http://www.sequalstorie.it/lestans/) |
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Abbiamo raccolto i canti e le preghiere in un cd, perchè riteniamo importante conservare questa celebrazione come un bell'esempio di "Messe par Furlan", pregato in Marilenche nelle varianti di friulano parlato al "di ca e di là dall'aga" o del Tagliamento che di si voglia... (nella tabella sottostante un esempio del retrocopertina)