Udinese a Castelmonte, Brollo: bisogna curare anche
la propria anima
(28/04/2016
http://www.udineseblog.it/)
Un noto spot pubblicitario che ha per protagonisti
diversi calciatori si chiude con la parola Respect,
respect. Ma nello sport come nella vita ci vuole
molto di più di questo. È necessario voler bene agli
altri, far loro del bene, anche ai nostri nemici. La
vittoria è importante, ma guai a perdere di vista la
propria anima per raggiungerla.
E’ questo uno degli
spunti di riflessione che monsignor Brollo ha
lanciato oggi a giocatori e dirigenti dell’Udinese
arrivati a Castelmonte per l’ormai tradizionale
pellegrinaggio.
Appassionato di calcio
l’arcivescovo emerito di Udine ha calibrato la sua
omelia sulla dimensione sportiva e di squadra,
prendendo spunto dai principi e dai valori dell’anno
giubilare della misericordia. “Oggi si corre, si
corre sempre, in campo ve lo dirà anche
l’allenatore, ma correndo troppo e lasciandoci
abbagliare dall’effimero rischiamo di lasciare
indietro la nostra anima, che è ciò che invece
dovremmo curare di più”. Ha detto Brollo.
E poi si è rivolto a Badu,
lodando il suo ultimo assist. Quindi: “da piccoli si
guarda solo il pallone, da grandi si impara ad
alzare la testa e a guardare ampio. E come in campo
dobbiamo farlo anche nella vita”.
Al gruppo bianconero guidato
dal dg Collavino, dal ds Giaretta e dal tecnico De
Canio, Brollo ha chiesto una bella vittoria nella
partita di sabato, nonostante la sua passione
giovanile per il grande Torino. “Cercate di vincere
e rendete onore a quel bellissimo stadio”, ha detto,
in chiusura di una omelia apertasi con un saluto
speciale all’allenatore, colui che deve dare
l’anima, anche se poi è necessario che qualcuno lo
butti dentro quel pallone, ha scherzato.
Parole che sono arrivate
a tutti gli attaccanti tranne che a Di Natale, per
la prima volta assente. Da Giaretta la spiegazione.
"Totò è impegnato giornalmente in sedute di
fisioterapia che lo hanno trattenuto a Udine e che
gli hanno fatto saltare quello che poteva essere il
suo ultimo saluto a un arcivescovo calciofilo che le
sue reti hanno spesso incantato".
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