Sans respecter le protocole, je salue les autorités civiles,
militaires, religieuses, mes compatriotes, et vous tous, mes
amis. Mon allocution sera en italien, par respect à ces groupes
venus spécialement d’Italie , la famille Cumerlato, qui après un
siècle, a retrouvé la tombe du grand-père, à la nécropole de la
Doua. Je salue aussi la présence des groupes guidés par M.
Michele Maurino, que je remercie, pour le travail extraordinaire
développé, afin de ne pas oublier ces tombes italiennes à Lyon .

Ho salutato in francese tutte le autorità civili,
militari, religiose, i connazionali e tutti gli amici presenti, lo
faccio in italiano, senza rispettare il protocollo, che esigerebbe
di enunciare titoli e cariche.
Intendo inoltre, porgere
un caloroso saluto alla famiglia Cumerlato, che a un secolo dalla
morte del nonno, ha ritrovato la tomba dell’antenato, Vanzo Fiorindo,
che era nascosto sotto il nome errato di Vanza Flaminio, si trova
alla necropoli nazionale della Doua, dove ci recheremo nel
pomeriggio, lasciatemi anche dire, che i Cumerlato hanno aiutato a
rintracciare la tomba di un soldato francese, morto in Italia, e che
si trova al cimitero di Pederobba (TV) si chiamava Dumoulin Joanny,
il discendente francese sig. Bojarski, ringrazia di cuore la
comunità.
Un poderoso abbraccio, anche a
Michele Maurino, per la sua presenza ed il lavoro svolto durante più
anni, ci ha portato a Lione, una straordinaria ventata di fraternità
e di italianità... ci mancava... sono a Lione da oltre 50 anni e non
avevo mai visto tanta solidarietà, ci sentivamo abbandonati da
tutti... emigrati, quindi dispersi... grazie a voi tutti per essere
venuti, siete di stimolo e di incoraggiamento.
Sono presidente di
una microscopica associazione patriottica, gli ex-combattenti reduci
italiani, sono tutti morti e le bandiere italiane cadevano a terra,
una alla volta, ho trovato dei discendenti che ora portano il
cappello del nonno o del papà, hanno rialzato la bandiera italiana,
presente ad ogni cerimonia francese... siamo in piedi, con la
bandiera alta... fino a quando lo faremo, non lo so, ma la vostra
presenza, ci sostiene, dovete sapere che questi morti dietro di me
hanno solo noi per una preghiera, un pensiero... le loro tombe sono
state profanate, e degli emigrati le hanno pietosamente sistemate.
Ma cosa fanno qui questi
morti italiani? - E la prima domanda che si fa! Siamo a 900 Km dal
Carso, a 700Km dall’altopiano d’Asiago, a 500Km da Verdun nel nord,
est de la Francia, verso i confini della Germania e del Lussemburgo,
ed é in questa zona di guerra che sono stati feriti...
Cosa vuol dire feriti?
- La maggior parte di questi avevano respirato il micidiale gas
mostarda, l’Yperite, che attacca le vie respiratorie, bronchi,
polmoni, ma il gas brucia anche gli occhi, e si diventa ciechi, il
corpo si copre di vesciche e di ustioni, si muore asfissiati dopo
una terribile lunga agonia di più mesi, avendo sputato a pezzetti i
polmoni... non esistevano cure ...camomilla e preghiere delle
suore...
E probabile che nonno
Fiorindo sia morto cosi... mentre siamo sicuri che il nonno della
prima tomba, alla mia sinistra, mori proprio in questa maniera, si
chiamava Lucci Chiarissi Umberto, (c’é scritto Lucchi, in francese
si legge Lucci) Croce al merito di guerra, figlio di Carlo, tenente
nel 1 reggimento Artiglieria pesante campale, nato a Pesaro nel
1893, dimorante a Bologna, morto per gas asfissiante nell'ospedale
di Lione (Francia) il 12 novembre 1918... aveva respirato il gas nel
giugno 1918... ci sono voluti 6 mesi per morire... Era uno studente
iscritto al 3° anno alla facoltà di ingegneria civile. Celibe. Gli
fu conferita una laurea honoris causa, post mortem il 9 gennaio 1919
come studente caduto in guerra.
Tutti gli altri chi
erano? - Non lo so... contadini, pastori, zampognari,
scalpellini... molti non parlavano italiano, ancora meno il
francese, quello che so erano carne da cannone, carne da tritare con
le mitragliatrici... li mandavano al macello senza pietà, e se non
uscivi dalla trincea... ti sparavano alle spalle... se uscivi... i
tedeschi avevano delle mitragliatrici straordinarie come la MG 08,
immaginate... sparava 800 colpi al minuto, i soldati cadevano a
grappoli... e diventavano polpette sanguinolenti...
Ma come mai questi
soldati italiani qui in Francia? - Semplicissimo! nel 1917 i
Francesi erano venuti ad aiutarci
in Italia, alla disfatta di
Caporetto, ed hanno fermato gli austro ungarici sul fiume Piave. Nel
1918 gli italiani sono venuti a loro volta, in Francia, sul fiume
Marna, per bloccare i tedeschi... erano 60.000 i soldati italiani
agli ordini di un generale, che si chiamava Albricci... in un solo
giorno, 4000 morti nei dintorni di Bligny, un paesino di 150
anime...
Quanti siamo oggi qui?
- Provate a contare 4000 corpi... più 4000 feriti... in un solo
giorno... per molti sarebbe stato meglio morire subito... Non voglio
perturbare raccontando l’orrore vissuto da questi soldati vi farei
rabbrividire e non dormireste di notte... avevano più o meno 20
anni... morti, trucidati, sbranati, asfissiati... erano giovani,
forti e belli... volevano vivere...
Sono morti per niente?
- Forse no... forse no, se riusciamo a spiegare
l’inspiegabile, dire l’indicibile, alla gioventù oggi qui presente,
se solo trovassimo le parole e scolpirle nell’anima, scolpire il
rispetto della vita e dell’umanità... queste tombe ci provano il
contrario. Dal 1914 al 1918 l’umanità era sparita... 60milioni
di morti... come dire... immaginate l’intera popolazione italiana...
una montagna di cadaveri, di ossa e la distruzione totale
dell’Italia... più nulla... fango, melma, teschi, ossa,
putrefazione..
Morti per niente? - Forse
no... ma come spiegare ai giovani questa 1° guerra mondiale?
Hanno ucciso un arciduca a Sarajevo ed é successo il finimondo...
veramente il finimondo, neppure io dovrei essere vivo... sono nato
in una regione occupata dagli austro-ungarici nel 1917... le truppe
affamate, confiscavano tutto quello che trovavano, la nonna riuscì a
nascondere una mucca in un bosco, e quel bicchiere di latte, ha
salvato mio padre che aveva 8 anni... é sopravissuto... e sono
qui... vivo!
Come raccontare una
guerra che va dalla Manica fino ai Dardanelli? - Nessuno lo puo’
spiegare ... e come se non bastasse, 20 anni dopo, ancora 60 milioni
di morti... l’umanità sparita di nuovo... Potrei raccontare per ore
gli orrori di questa guerra... nonno Toffoletti e salito 21 volte,
all’assalto alla baionetta... partivano in 900 e rientravano in 5 o
6... i miracoli esistono, ha salvato la ghirba... ma non ha mai più,
dormito una notte intera... i morti gli urlavano in silenzio nelle
orecchio... ne aveva uno solo, l’altro era stato tagliato, in un
combattimento all’arma bianca in trincea...
Non sono morti per
niente, se andate a Redipuglia, dove 100.000 nomi vi rispondo
presente, Non sono morti per niente, se andate a Verdun – Douaumont,
toccare le ossa di 130.000 soldati, accumulate alla rinfusa nel
monumento... Non sono morti per niente se andate a Bligny, al
cimitero italiano, 3040 croci, più le ossa di 400 corpi...
Non sono morti per
niente... se sentite il loro soffio alla nuca, se sentite che degli
occhi bianchi, bruciati dal gas vi guardano e vi dicono: rispettate
la vita e l’umanità... a loro é stata negata....
Sono passati solo, 70
anni di pace... giovani attenzione che non accada un nuovo
finimondo... sarete voi alle manette tra non molto, che non sia il
grilletto della mitragliatrice...
Dicevano: Meglio un
giorno da leone che 100 anni da pecora?... ma no! Né leone né
pecora... una vita come essere umano basterebbe!
All’ingresso del cimitero
austro-ungarico di Redipuglia una scritta terribile: Im Leben und im
Tode vereint" (Uniti nella vita e nella morte) noi, dobbiamo
rimanere uniti nella vita, lo dobbiamo nei confronti questi soldati
affinché non siano morti per niente.
Viva l’Italia, viva
l’Europa in pace.
|