Gli
impiccati a Premariacco e a San Giovanni al Natisone
(http://www.anpiudine.org/)
Quando, il
17 maggio a San Giovanni al Natisone una ronda tedesca fu
attaccata lasciando un morto sul terreno; e il 25 maggio, sulla
corriera Udine – Cividale in sosta a Premariacco furono
uccisi dai partigiani due soldati tedeschi, scattò immediata la
rappresaglia.
Presso gli uffici della polizia tedesca di Udine lavorava come
interprete un viennese residente a Cormons. Segretamente collaborava
con i comandi della Osoppo. Nel dopoguerra scrisse un memoriale
sulla sua esperienza. Si chiamava Johannes Kitzmüller. Da lui
sappiamo come avvenne la rappresaglia del 29 maggio 1944 a
Premariacco e a San Giovanni al Natisone.
A Pentecoste 1944,
scrisse Kitzmüller, fui chiamato di prima mattina
nello studio di Möller…(Paul Möller era il tenente SS che
comandava la polizia di sicurezza di Udine)
e ricevetti l’incarico di cercare nel registro dei reclusi circa
trenta detenuti da destinare al “trattamento speciale”…
Con questo eufemismo, “trattamento speciale”, i
nazisti intendevano la morte.
Kitzmüller sfogliò il
registro delle carceri di via Spalato, esitava, gli sembrava che
nessuno meritasse un trattamento così duro. Tornò da Möller.
Si legge nel memoriale:
Quando gli dissi che non avevo trovato
nessuno adatto… mi dichiarò: – Queste sono fesserie. Mi occorre
gente, non per punirla, ma per un’azione di rappresaglia che deve
diffondere il terrore… Portatemi l’elenco di quelli che sono
destinati ai campi di concentramento, per esempio tutti i giovanotti
di Feletto Umberto e così via. Ma spicciatevi, la cosa è urgente! –
I “giovanotti” di Feletto
erano 13 giovanissimi partigiani del Fronte della Gioventù
rastrellati a Feletto una ventina di giorni prima. Continua a
raccontare Kitzmüller:
…Dopo aver controllato
con molta precisione gli atti carcerari…, riuscii a trovare 22
detenuti rispondenti…
La mattina seguente il maggiore SS August Schiffer ed il tenente SS
Schmitt erano venuti da Trieste da Möller. Ero proprio di turno di
servizio diurno e avevo quindi da fare spesso nello studio di Möller.
In una di quelle occasioni vidi vicino alla macchina da scrivere… un
pacco di atti… e sopra, un foglio, su cui era scritto: un tribunale
di Polizia sotto la presidenza del maggiore delle SS August
Schiffer… ha trovato le seguenti 26 persone colpevoli di attività di
banditismo e li condanna a morte.
La mattina del 29 maggio
1944, una giornata primaverile, piena di sole, 26 detenuti furono
fatti uscire dal carcere di via Spalato e caricati su un camion
rosso, requisito ad una ditta di Udine. L’automezzo si avviò verso
Cividale, seguito da un altro camion militare pieno di SS armate di
tutto punto.
Frattanto alle 8 di
mattina a Premariacco dei tedeschi avevano fermato il messo
comunale e alcuni passanti e avevano ordinato loro di costruire in
piazza il patibolo con dei pali requisiti a un contadino del luogo.
Aveva circa la forma di una porta di calcio.
Alle 9.30 arrivarono i
camion. 13 persone vennero fatte scendere. Parlottavano tra di loro,
si passavano una sigaretta, probabilmente pensavano di essere
comandati a fare qualche lavoro in piazza.
A un certo punto, un
ordine, urlato, in tedesco. Le mani furono legate dietro la schiena,
furono fatti salire su una panca, un cappio intorno al collo, un
calcio alla panca, 13 corpi penzolarono nel vuoto. Gli altri
partigiani, sul camion rosso, assistevano. I sentimenti che
pervadevano i loro animi li possiamo solo immaginare.
Frattanto a San
Giovanni al Natisone, i tedeschi avevano fatto sistemare due
pali ancorati ai rami dei platani, di fronte a Villa de Brandis. Si
sparse la voce che ci sarebbe stata un’esecuzione. Accorsero il
parroco e il cappellano, arrivò il camion rosso seguito dal camion
militare. I sacerdoti chiesero di poter parlare con i prigionieri,
di confortarli, ma furono respinti.
Testimonia il parroco di
San Giovanni: Quando tutto fu pronto,
furono fatti discendere dal camion in numero di 7 che senza aprir
bocca salirono sul tavolo ed esposero il loro collo nelle mani dei
giustizieri i quali imposero il capestro ai poveri giovani e in
seguito ad un ordine secco fu tolta la tavola: un grido: “Viva
l’Italia libera” e 7 vittime penzolarono nel vuoto. Similmente fu
fatto per le altre 6 vittime.
Kitzmüller nel suo
memoriale conferma quell’ultimo grido di sfida lanciato da un
partigiano. Scrive infatti: Campana (si trattava di Alberto
Campana, l’interprete del Carcere) mi
raccontò che uno aveva esclamato all’ultimo momento: Evviva l’Italia
libera. Dalla descrizione credo si trattasse dell’elettricista di
Udine.
L’elettricista era Oreste
Cotterli, antifascista udinese, che durante il fascismo aveva
scontato confino e galera ed era salito in montagna immediatamente
dopo l’8 settembre del ’43. Si trovava nel carcere di via Spalato
dal 29 gennaio. Quel giorno, la partigiana “Gianna” aveva un
appuntamento con lui: fu salvata da un altro patriota che,
sfiorandola in bicicletta, le sussurrò: “Continua a camminare”.
I corpi delle 26 vittime,
per ordine dei tedeschi rimasero appesi fino a sera; poi furono
caricati su un camion e portati a Trieste. Probabilmente furono
bruciati nella Risiera di San Sabba.
I loro nomi -
I
giovani partigiani del Fronte della Gioventù di Feletto Umberto
erano: Sergio Buligan, 18 anni; Luigi Cecutto, 19
anni; Vinicio Comuzzo, 18 anni; Angelo Del Degan, 18
anni; Livio Domini, 18 anni; Stefano Domini, 19 anni;
Alessio Feruglio, 19 anni; Aniceto Feruglio, 17 anni;
Pietro Feruglio, 18 anni; Ardo Martelossi, 19 anni;
Diego Mesaglio, 20 anni; Mario Noacco, 20 anni; Mario
Paolini, 18 anni.
Tre partigiani
garibaldini, poi, erano stati arrestati due giorni prima, nel corso
del grande rastrellamento a Corno di Rosazzo del 27 maggio che diede
a quel comune un triste primato per il numero dei deportati in
Germania, oltre 40. Erano Ezio Baldassi, di San Giovanni al
Natisone, 16 anni; Guido Beltrame, di Manzano, 60 anni; e
Sergio Torossi, di Corno di Rosazzo, 17 anni.
Le altre vittime erano:
Luigi Bon, di Gorizia, 35 anni; Joze Brunic, di Novo
Mesto; Antonio Ceccon, di Dogna, 19 anni; Luigi Cerno,
di Taipana, 21 anni; Bruno Clocchiatti, di Corno di Rosazzo,
17 anni; Oreste Cotterli, udinese, 41 anni; Agostino
Fattorini, di Reana del Rojale, 24 anni; Dionisio Tauro,
di Chions, 41 anni; Guerrino Zannier, di Clauzetto, 25 anni.
Infine c’è un Mario Pontarini, o Pontoni… di lui non si hanno altre
notizie.
(pubblichiamo le foto a bassa risoluzione per rispetto verso le
povere vittime) |