Don
Dino Pezzetta curavale anime perse
(di Giacomina
Pellizzari –
Messaggero Veneto del 24 Marzo 2016)
OSOPPO. «Lei è un prete? Crede
in Dio?». Di fronte a questa domanda che gli fu posta da una
giornalista tedesca dell’agenzia di stampa Reuters, don Dino
Pezzetta, il sacerdote nato e cresciuto a Osoppo, rispose: «Non lo
so». Quelle parole fecero scalpore, alimentarono altre domande e
forse anche qualche rimprovero. Fu una risposta dettata dal cuore
stanco di vedere centinaia di morti allineati nelle piazze prima di
essere sepolti nella fossa comune. Di assistere alla disperazione
della gente che non trovava più la voglia di vivere. I quesiti si
sovrapponevano e il sacerdote cullandosi «all’idea che forse era
tutto un sogno», li schivava curando le anime perse delle persone
che stentavano ad andare avanti. A quarant’anni di distanza, don
Pezzetta racconta il suo viaggio interiore nel libro fresco di tampa
“Terrae motus 1976-2016” (Olmis edizioni). Il 30 marzo, alle 18, a
Osoppo, don Dino racconterà quei giorni alla sua gente. Quella di
don Dino è una riflessione maturata tra la necessità di seppellire i
morti anche quelli senza nome con il cartellino “sconosciuto”.
«Diverse persone - scrive il sacerdote - sono state riconosciute
perché sapevamo dov’erano state raccolte, una per un grande anello
che portava al dito, per altre ci si è basati sulla testimonianza
del familiare o del conoscente». Don Dino ha visto uomini e donne
piangere, disperarsi e tacere. Soprattuto quando ha dovuto prendere
il coraggio a quattro mani per districare i corpi delle sorelline
Genni di un anno e Sonia di tre, morte abbracciate sotto il peso del
solaio che le aveva investite. Don Dino confessa: «Questa situazione
per me è stata fino a quel momento la più difficile della mia vita.
È quella che ha sconvolto nel profondo la mia anima. Mi ha messo in
discussione come uomo, come credente, come prete. Mi sono sorte le
eterne domande: Che cosa di male hanno fatto queste bambine di uno e
tre anni? Se tu Signore sei Padre e ci ami di amore infinito, come
puoi volere accadimenti del genere, e se non li vuoi perché li
consenti, e se li permetti sei ancora un Dio che tutto può?». Non
era facile rispondere alle domande che, in quelle ore, tutti si
ponevano. Don Dino trovò le risposte tra la sua gente, asciugando le
lacrime delle mamme che avevano perso i figli, confortando padri e
figli rimasti senza futuro, pregando per le vittime morte in una
notte in cui la terrà tremò.
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Consta di centotrenta
pagine, introdotte da una
prefazione (Perché queste
pagine) e distribuite
in nove capitoli: Quella
notte, Il nuovo giorno, Il
tuo volto io cerco,
Accampati, La solidarietà,
La ricostruzione, Cantieri
aperti, Altri terremoti e
nuovi cantieri, Quale
futuro?
Don Dino Pezzetta e Claudio
Marchetti hanno operato
insieme per tre anni nei
primi insediamenti dopo la
catastrofe (tendopoli e
baraccopoli) e partecipato
ai momenti più significativi
e decisivi delle prime
scelte: attività
d'informazione, conduzione
del settimanale "Foglio
Notizie", organizzazione dei
servizi sociali, redazione
dello statuto del nuovo
Centro Sociale Caritas.
Ancora insieme ora vi
invitano alla presentazione
di uno scritto che ripropone
una memoria ancora viva nei
pochi superstiti e che corre
il rischio di venire
dimenticata nelle giovani
generazioni.
Il libro, cartonato, è in
vendita al prezzo di 10,00
Euro nelle cartolerie dei
paesi del Gemonese e nelle
principali librerie di
Udine. È possibile ordinarlo
presso
Olmis - Via Andervolti 23 -
33010 Osoppo (UD) -
olmis@olmis.it |