Fin dall'inizio delle delle mie trasferte per raccogliere materiale per la
fortunata serie di "Biel lant a Messe" del sito internet
www.natisone.it, era mia intenzione
visitare le chiese più importanti della nostra Regione, in modo particolare
ai luoghi di culto più cari al cuore dei friulani. Credo che perfino i
nostri connazionali che le vicende della vita hanno portato lontano dalle
abitudini ed agli esempi dei loro avi, non siano insensibili al suono delle
campane del paese natio ed i ricordi dei loro "natali" vissuti da bambini
siano incancellabili. Più di una volta sono stato a Messa a "Madone di Mont", "Madone
di Grazie" (nel cuore degli udinesi), "Madone di Barbane".
Come recita la "Prejere dei furlans" di Diego Navarria:
Madone di Mont, di
Barbane, dal Lussari,
Madone di dutis lis glesiis dal Friûl,
cjale des nestris fameis, dai nestris viei,
dai nestris fruts, de nestre int.
Mancava
quindi la "Madone
del Lussari", e durante questi ultimi anni non è mancata l'occasione per
chiedere informazioni a chi c'era già stato, per conoscere i particolari
sulla possibilità di accesso, considerando le mie particolari difficoltà di
movimento e deambulazione. Ma le persone "normali", non memorizzano i
particolari per loro insignificanti che invece "per noi" sono determinanti.
Non rimaneva chiedere informazioni dirette, e una telefonata a Promotur del
Venerdì pomeriggio ha chiarito dei particolari importanti, come il facile
accesso alle cabinovie anche alle persone disabili, ma mi specificavano che arrivati alla
stazione di arrivo, bisognava arrangiarsi o farsi aiutare da qualche
accompagnatore per raggiungere la chiesa. Mi hanno accennato anche un
accesso secondario per raggiungere il piano del sagrato senza ostacoli o
scalinate, ma non hanno saputo darmi altri particolari. Alla luce di queste
informazioni ho deciso... domani si và al Lussari...!
A questo punto aggiungo
dei particolari che saranno poi ripresi alla fine della pagina... nella mia
improvvisa decisione non ho coinvolto la mia amica del cuore Nicoletta, che
da tempo si era resa disponibile in un'eventuale escursione nel Canal del
Ferro. Il fatto è che prevedendo un viaggio difficile e impegnativo, non
volevo avere testimoni diretti dei miei limiti e delle mie sofferenze, pur
consapevole che ci sarebbero state delle conseguenze...
...percorrendo la Via Iulia
Augusta...
Prima delle
7 sono quindi partito da Leproso mentre era in corso un temporale, ma dopo
aver imboccata la Iulia Augusta all'altezza di Tavagnacco, le condizioni
meteo sono lentamente migliorate, ma ogni tanto era necessario l'uso del
tergicristallo anche se al minimo della velocità. Viaggiare su quella strada
percorsa decina e decina di volte era agevole anche per il limitato traffico
in quel momento. Dopo la deviazione a destra per imboccare il Canal del Ferro
e all'altezza di Dogna percorrendo la Val Canale, il
chiarore aldilà della catena montuosa lasciava ben sperare ed il viaggio è
proseguito fino alla meta senza intoppi.
...e la Val Canale...
Arrivato a Camporosso, non è stato difficile trovare l'impianto di risalita
al Monte Lussari e arrivato al parcheggio ho attrezzato opportunamente il
mio "rollator" con l'applicazione del suo cestino di default (che
disolito lascio nel bagagliaio) dotandolo di un ombrello e di un giubbotto (perchè
non si sa mai...), il mio super attrezzato borsello, ed infine il pesante
borsone delle apparecchiature, fissandolo saldamente all'attrezzo.
Invece di recarmi direttamente alla cassa posta al livello della strada, ho
imboccato il comodo scivolo per recarmi al punto di partenza della
cabinovia, dovendo poi ricorrere alla cortesia di uno degli addetti della
struttura che è sceso al piano inferiore per procurarmi un biglietto. La
stessa cortese persona mi ha aiutato a caricare il deambulatore in una
cabina, ed è quindi iniziato l'emozionante viaggio verso il Santuario con un
mezzo del tutto nuovo o quasi, ricordando una risalita con una seggiovia
effettuata una cinquantina di anni prima. Nella prima parte del viaggio sono
stato mogio mogio a guardarmi intorno, ma poi ho preso coraggio ed ho
cominciato a scattare qualche foto che qui vi presento, fino a quando ho
cominciato ad intravedere attraverso il finestrino appannato
l'inconfondibile silhouette del Santuario.
...cinque minuti più
tardi...
...il Santuario del Monte Lussari
in tutto il suo splendore... alle 8:50 del mattino...
...ma mi aspettava una
serie di infinite difficoltà, a cominciare dalla prima ripida discesa
sterrata, forse resa più precaria dalle abbondanti piogge cadute durante la
notte, superata grazie anche al detto friulano di casa mia che dice: Te ribe
jù ducju i sants e judin" (Nella discesa tutti i santi aiutano). Ora si
trattava di arrivare fino al lastricato di pietra per risalire il viale e
raggiungere la chiesa. Ma le difficoltà sono evolute dal male in peggio...
infatti il lastricato di pietra alquanto "ruvido", costruito per essere
percorso nella stagione invernale con ghiaccio e neve, non era assolutamente
compatibile che le ruote snodate del mio Rollator, che tentavano di
bloccarsi ad ogni minimo spigolo. Ma dato che avevo previsto una risalita
lenta, non mi preoccupavo eccessivamente e procedevo con brevissime tappe.
...a sinistra della prima
foto ripresa dal lato opposto, si intravede la discesa dalla stazione
d'arrivo della cabinovia,
poi il panorama sulla vallata di Camporosso, ed infine il viale in pietra
che sale verso la chiesa...
A metà della salita ho ricevuto la prima offerta d'aiuto da un robusto
signore che si esprimeva in tedesco, al quale ho cercato di fargli capire
che "noi disabili" preferiamo superare le difficoltà da soli, ma non sono
sicuro di essermi spiegato bene perchè ha proseguito il suo cammino con un
atteggiamento poco convinto. Alquanto provato dalle difficoltà, non me la
sentivo di prendere in mano la fotocamera e quindi non ho altre
testimonianza visive da mostrare, preoccupato anche da un sospettoso
ticchettio che mi giungeva dalla ruota anteriore destra, per
esperienza un rumore alquanto pericoloso che segnala l'allentamento del
bullone principale della ruota. Proseguendo la faticosa salita, dopo una
breve svolta a destra mi sono trovato davanti ad un tratto non più lungo di
qualche decina di metri che portava direttamente alla base della scalinata.
Ho notato anche un vicolo che proseguiva sulla sinistra, ed un sentiero che
si apriva sulla destra con un segnale di divieto con indicazioni non
leggibili a quella distanza. Mentre sostavo per recuperare ossigeno, una
giovane coppia con un bambino in spalla ed uno che gli scorazzava intorno si è avvicinata... disposta ad offrirmi il suo aiuto...!
Si trattava di due giovani udinesi che in quel
luogo trascorrono i week-end, disposti ad aiutami per raggiungere la
chiesa attraverso l'antica scalinata, trasportando fino al sagrato prima il
deambulatore e poi accompagnando me sottobraccio... o viceversa... Ma come
al solito io ho
tirata fuori la solita tiritera... che "noi disabili" preferiamo fare da
soli... che non desideriamo disturbare od essere di peso agli altri... e così
via... Ma essi hanno precisato che in quella circostanza, sarei io a donare
la gioia accettando il favore, e senza dirlo mi hanno fatto capire che il
mio è una forma di egoismo, lo stesso rimprovero che ricevo spesso dalla mia
saltuaria accompagnatrice Nicoletta... Visto il mio atteggiamento, la
carinissima coppia (sempre avvinghiata ai loro due pargoletti) si è offerta di
accompagnarmi lungo il precario sentiero utilizzato dai locali, un
percorso privo o quasi di protezioni ma che consente di raggiungere il
piano stradale che porta direttamente al sagrato della chiesa. Volevano
accompagnarmi fino all'ultimo tratto in salita, ma a circa metà percorso ci
siamo salutati, con la promessa che se mi fossi trovato in difficoltà,
bastava che chiamassi "Anna" per ricevere aiuto, perchè loro alloggiavano
proprio lì... Prima di salutarmi, con un gesto delicato la giovane signora
ha colto da un cespuglio "un fiore di montagna" infilando il lungo gambo in
una tasca del mio borsone degli attrezzi.
Effettivamente l'ultimo tratto
del percorso era alquanto difficoltoso... si trattava di non più di
due metri in salita, ma reso difficile da due solchi probabilmente scavati
sul selciato durante il temporale
della nottata... Raggiunto il piano stradale, come chi è arrivato in in cima
di una vetta, era obbligatorio scattare un
foto per mostrare il panorama...
...a sinistra si intravede
l'ultimo tratto del sentiero ed a destra il piano stradale verso la chiesa...
...che attraverso il piccolo borgo...
I
SERVIZI DI "BIEL LANT A MESSE"
...immagine ripresa sulla
vallata di Camporosso dall'alto delle chiesa subito dopo la Messa,
esattamente alle ore 12:18 (in primo piano i cespugli di "fiori di
montagna)...
Mi
accingo a descrivere l'ultima parte del mio sofferto viaggio al Santuario di
Lussari, informazioni che potrebbero essere utili a chi non c'è mai stato,
in particolare alle persone anziane o con menomazioni fisiche più o meno
simili alle mie. Nel rimarcare la grande disponibilità e la cortesia delle
persone nei miei confronti, che mi hanno aiutato per superare i pochi
scalini per salire e scendere dalla chiesa al sagrato, l'intervento di un
giovane per superare la prima parte del sentiero sopra descritto, prima di
ridiscendere il viale con la "ruvida" pavimentazione in pietra. Iniziato il
tratto sterrato in salita per raggiungere il piano della cabinovia, ho
accettato l'aiuto di due signori che si esprimevano in sloveno, in uno
sforzo che ha messo a dura prova il mio sistema respiratorio al limite
dell'infarto. Sono rimasto fermo per una decina di minuti per recuperare le
forze ed ossigenare sufficientemente i miei polmoni, mentre notavo uno dei
miei soccorritori che si era intrattenuto ad una certa distanza ad osservare
le mie reazioni.
Dalla immagine scattata fuori dalla chiesa alla serie di foto seguenti era
trascorsa più di un'ora, ma solo in quel momento mi sentivo al sicuro e non
mi pentivo di aver voluto di terminare il mio viaggio senza fermarmi nel
borgo per il pranzo o per un caffè. Mi sono intrattenuto ancora ad ammirare
il panorama e ad osservare gente che sebbene fossimo a quota 1790 metri slm, si muoveva con la massima
disinvoltura.
Al momento di
scendere a valle è stata data la precedenza ad una serie di cabine per una
comitiva, poi si è resa disponibile una per me dalla quale era sceso un gruppo
di persone che accompagnavano un signore in carrozzina, per cui anch'io ho
utilizzato le due assi di legno rimovibili per salirci. Ormai abituato alle
emozioni dell'insolito mezzo di trasporto, ho documentato la discesa con una
serie di immagini fino all'arrivo, rimarcando ancora una volta la
disponibilità e la cortesia del personale addetto all'impianto di risalita.
...il "fiore di montagna"
che non aveva retto allo stress della lunga e faticosa giornata...
Come avevo previsto, la mia amica Nicoletta è rimasta molto male quando
ha saputo che sono andato a "Madone dal Lussari" senza di lei, ma
contando sulla sua stima ed affetto, spero che anche questa volta mi
saprà perdonare.
Termino queste note,
forse sgrammaticate ma scritte con il cuore, per esprimere qualche
auspicio e/o suggerimento, che la mia poco invidiabile situazione di
"persona disabile" me lo può permettere:
1) Rendere più agevole la discesa dalla stazione di arrivo della
cabinovia, fino all'inizio della pavimentazione in pietra che risale la
borgata;
2) Accanto al parapetto tracciare un corridoio compatibile con le ruote
della carrozzelle e deambulatori per disabili (ma anche carrozzina e
passeggini per bambini);
3) Sistemare e mettere in sicurezza il sentiero che evita la scalinata
per raggiungere la chiesa.
Non mi sembrano interventi troppo impegnativi o costosi e forse troppo
semplicisticamente mi viene in mente il coinvolgimento dei Gruppo A.N.A.
del territorio. Si sa che gli alpini sono capaci di imprese miracolose,
ma forse queste iniziative di volontariato si scontrano con difficoltà
di carattere normativo e burocratico. Sarebbe bello che tante
altre persone con difficoltà simili alla mia potessero raggiungere più
facilmente questo nostro angolo di paradiso per godere di un
incomparabile paesaggio e dal quale le nostre Preghiere giungono più
rapidamente in Cielo.