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Lione (Francia), 9 Novembre 2024

Cerimonie italiane in Francia per il 4 novembre

           Francia Lione-Chambéry - L’associazione DACI (Discendenti degli ex-Combattenti Italiani) sotto gli auspici del Console Generale d’Italia dottoressa Chiara Petracca ha realizzato le cerimonie del 4 novembre spostate al 9 novembre.
          Le città di Chambéry e Lione hanno il privilegio, e l’onere, di prendersi cura dei luoghi dove riposano soldati italiani morti in terra di Francia durante la terribile Grande Guerra.
          Il 9 novembre a Lione, erano numerose le bandiere italiane e francesi, unite nel ricordo del sangue sparso dai nostri soldati; fratelli di sangue, in effetti è stato il sangue di giovani italiani, a unirci, erano i compagni dei nostri nonni.
          La DACI non vuole e non può dimenticare queste croci, diverse autorità hanno spiegato il perché della presenza di queste tombe, così lontane dal fronte, erano soldati della seconda armata,130.000 uomini, del Generale Albricci, chiamati in Francia per ricambiare l’aiuto delle truppe francesi venute a sostegno degli italiani verso il Monte Grappa, Monte Tomba, era nel 1917 dopo il disastro di Caporetto.
           I morti di Lione e Chambéry erano soldati feriti sulla Marna a 500km al nord-est di Lione, per essere più precisi nei dintorni di Bligny, un paesino di 100 anime, ma con cimitero italiano di 4000 caduti!
         Su queste colline, dove si produce lo champagne, il vino delle feste, in un solo giorno si cancellarono 9000 italiani, era il 15 luglio 1918, ma chi può dimenticare?
          I nostri alfieri portano il cappello dei loro nonni, alpini, bersaglieri questi nonni avevano salvato la ‘’ghirba’’, ma sofferto l’inferno nelle trincee o della prigionia.
          Durante la cerimonia, l’emozione fu molto forte quando si evocò il nonno di un alfiere, si chiamava Loreto Venditti lo abbiamo trovato al Sacrario militare di Pocol-Cortina d’Ampezzo, ma il suo amico Vincenzo Tersigni è sepolto qui a Lione, entrambi erano di Sora-Frosinone, l’alfiere nato e cresciuto in Francia porta la bandiera italiana per ricordare questi soldati ‘’compaesani’’.
          La commozione salì ancora, rammentando la vita di Giuseppe Oioli che al rientro dalla prigionia negli anni 1920, venne in Francia, sua figlia era tra il pubblico presente… come si può dimenticare se figli o nipoti di caduti sono presenti al cimitero?!
          Rammentare questi nomi, questi fatti, fanno meglio capire la necessità di conservare la Memoria, coltivare l’Unità d’Italia, ed il valore delle Forze Armate.
          Il giovanissimo trombettiere pronipote di soldati francesi ed italiani, ha suonato al mattino, gli inni di Mameli, la Marseillaise, e l’Inno alla Gioia al Carré des Italiens (riquadro italiano), poi al pomeriggio alla Necropoli Nazionale della Doua, per la cerimonia Interalleati, fra le tombe di migliaia di caduti, francesi, italiani, polacchi, inglesi, belgi ecc. il ragazzo é un simbolo vivente.
          A Lione la DACI segue fedelmente l’esempio del presidente Mattarella per rispettare i caduti, le Forze Armate e l’Unità d’Italia, lo faremo ancora!
          Danilo Vezzio /Presidente DACI