A
Premariacco 76 anni fa un attacco a libertà e democrazia
Cerimonia dell'Anpi per ricordare i
26 partigiani impiccati per rappresaglia
il 29 maggio 1944 dopo averli scelti tra coloro che si trovavano
incarcerati a Udine
04 luglio 2020 - "Per tanti ragazzi e ragazze, durante gli anni
della guerra, quando il nostro Paese, ma l'Europa intera, cercava di
sfuggire al giogo della dittatura e della sopraffazione, il
Tricolore e la Patria erano ideali verso cui tendere e per cui dare
tutto, anche la propria vita. Quei giovani di ieri hanno lasciato
una eredità etica a noi amministratori pubblici, ai sindaci di
oggi".
Queste le parole che il
presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, ha espresso
nel corso della cerimonia organizzata a Premariacco per ricordare i
26 partigiani impiccati 76 anni fa, esattamente il 29 maggio 1944,
metà appunto a Premariacco e metà a San Giovanni al Natisone dopo
averli scelti tra coloro che si trovavano incarcerati a Udine, in
risposta a due rappresaglie con cui avevano perso la vita tre
soldati tedeschi.
I 13 uccisi a Premariacco
erano giovanissimi partigiani del Fronte della Gioventù, età dai 17
ai 20 anni, catturati a Feletto una ventina di giorni prima. Gli
altri erano 3 partigiani garibaldini di 16, 17 e 60 anni, arrestati
nel corso del grande rastrellamento a Corno di Rosazzo del 27 maggio
che diede a quel Comune un triste primato per il numero di deportati
in Germania (oltre 40), e 10 carcerati dai 17 ai 41 anni. I loro
corpi furono lasciati penzolare da mattina a sera, prima di essere
trasportati a Trieste, si pensa per essere bruciati nel forno della
Risiera di San Sabba.
"Siamo qui a ricordare,
perché solo attraverso il ricordo e il saper tramandare rimangono
vivi quei valori e quelle emozioni - ha detto Zanin - che hanno
portato dei poveri ragazzi a divenire esempio crudele della
sopraffazione sulla libertà, sulla democrazia e sull'appartenenza.
L'esposizione dei loro corpi non è stata altro che il desiderio di
annichilire, con il terrore, il senso di libertà che è innato
nell'uomo. È stata un'operazione disumana. Parliamo di loro come dei
patrioti, una parola che deriva da 'terra dei padri', una terra
sacra, da difendere, su cui si giocano le sorti di una intera
comunità".
Con il presidente del
Consiglio regionale e il sindaco Roberto Trentin di Premariacco, il
sindaco Carlo Pali di San Giovanni al Natisone, il vicesindaco Maurizio D'Osualdo di Corno di
Rosazzo, il vicesindaco Federico Fabris di Tavagnacco, il
consigliere regionale Elia Miani presente quale consigliere comunale
di Cividale, l'assessore Giulia Manzan del Comune di Udine,
l'assessore Tiziano Venturini di Buttrio. A fare da cornice, accanto
al cippo e alla stele posati a ricordo perenne di quella tragedia, i
vessilli di diverse rappresentanze partigiane a nome delle quali ha
parlato il presidente dell'Anpi provinciale di Udine, Dino Spanghero,
oltre a un'orazione ufficiale affidata a Nadia Mazzer.
"Il mio auspicio è che si
possano ospitare in questa piazza manifestazioni in ricordo di tutti
coloro che, nel periodo tragico della guerra, hanno combattuto per
la nostra nazione, indistintamente. Abbandoniamo le posizioni di
parte e facciamo in modo di ritrovarci consapevoli che tutti hanno
combattuto, e tutti stiamo ancora combattendo, per il Tricolore", ha
affermato il sindaco di Premariacco.
"Siamo a ricordare un
eccidio in modo che le sofferenze dei nostri nonni non possano
ripetersi mai più. Le nuove generazioni tendono a dimenticare, quasi
a non riconoscere il sacrificio che altri giovani hanno fatto per la
democrazie. Noi non dobbiamo creare muri, ma ponti per una società
equa e solidale", ha aggiunto il sindaco di San Giovanni al Natisone.
(Tratto da:
https://www.ilfriuli.it/) |