Udine (UD),
26 Giugno 2014
Salone del
Consiglio di Palazzo Antonini
Presentazion dal volum
Puisiis
di Eddi Bortolussi
cu la partecipazion
di
Gianni Nistri e
Italo Tavoschi
...l'incontro moderato
dal giornalista Paolo Medeossi, è iniziato con il benvenuto
dell'Assessore Beppino Govetto, seguito dai saluti del Presidente della
Società Filologica Friulana Federico Vicario e del Presidente di Ente
Friuli nel Mondo Pietro Pittaro...
...il pubblico nel Salone
del Consilio...
Puisiis di Bortolussi nel Friuli
che ispirò il Nievo e Pasolini A palazzo Belgrado a
Udine si presenta la raccolta di poesie legate al microcosmo di Savorgnano
Preferisco muovermi nel passato -
diceva Pasolini - perché questa è l’unica forza contestatrice del presente.
Memoria che fa riaffiorare il mondo scontroso delle cose capite e fraintese,
affrontate e superate, vissute e lasciate
vivere, senza nostalgia, ma quale
condizione per cogliere il senso intero di un'esistenza. L’argomento
riguarda le persone, ma pure i territori, i popoli. C’è una storia friulana
che ancora deve essere raccontata compiutamente per delineare le
trasformazioni, spesso traumatiche, che da un certo passato ci hanno
condotto allo stato liquido e ibrido di adesso. Anche la letteratura (quando
c’è) è importante per illuminare fasi, fenomeni e cambiamenti, con un posto
significativo riservato alla poesia, capace di cogliere i sentimenti intensi
e invisibili. In questo filone si inserisce il volume ora edito dalla
Filologica friulana, in collaborazione con Provincia di Udine, Comune di San
Vito al Tagliamento, Fondazione Crup ed Ente Friuli nel mondo. Si intitola
“Puisiis” e raccoglie tutta la produzione di Eddi Bortolussi, dagli esordi
nel 1968 con la raccolta “Seren” fino ai recenti inediti di “Un altri paìs”.
Un viaggio nel tempo e attraverso 250 pagine che ha come punto di
riferimento Savorgnano, una borgata nel territorio di San Vito, sospeso
magicamente fra il Casarsese dagli echi pasoliniani e la zona nieviana di
Cordovado, Fratta, Portogruaro. Poeta, attore, giornalista, da molti anni
ormai udinese, Bortolussi ha posto lí in quell'universo appartato e semplice
a due passi dal Tagliamento, il suo luogo assoluto, il suo “axis mundi”, da
dove far scaturire una confessione lunga mezzo secolo e sempre fedele alle
intenzioni iniziali: «Mi piace camminare leggero per i campi che sanno di
primavera e respirare con i fiori che mi ridono nel cuore».
...le letture di
Italo Tavoschi e Gianni Nistri...
L’antologia sarà presentata questo giovedí, alle 17.30, a palazzo Belgrado,
a Udine, dopo un’anteprima già andata in scena a San Vito al Tagliamento
davanti a un pubblico locale che ha condiviso con partecipazione e affetto
la lettura di versi scritti nel friulano di Savorgnano, in cui svelare un
alfabeto segreto per comunicare con le cose, come annotò Andreina Ciceri
aggiungendo: «La musicale parlata di San Vito, oltre a una certa
suggestionabilità, fa sí che si riscontrino parecchi attraversamenti
nell’area dell’Academiuta pasoliniana». Parole tratte dalla prefazione
scritta per “Aga e tiara” del 1972 che vanno ad arricchire le testimonianze
e le recensioni dedicate all’opera di Bortolussi, coinvolgendo tanti fra i
maggiori poeti e critici friulani degli ultimi decenni. Per esempio, il suo
esordio venne tenuto a battesimo da una coppia notevole di amici, formata da
Biagio Marin e Lelo Cjanton. Quest’ultimo, partendo da Udine, inforcava la
bicicletta e raggiungeva spesso la casa di Biaseto, sulla diga di Grado,
dove dar vita a interminabili discussioni su autori e opere. E loro due
facevano parte, con Novella Cantarutti, della giuria (Marin era il
presidente) per un premio di poesia istituito dalla Filologica nel 1967.
Vinse proprio Bortolussi con i versi di “Seren” che l’anno successivo il
gruppo Risultive decise di stampare facendoli presentare dal grande poeta
dell’isola. Un testo bellissimo, emblematico dell’atteggiamento anche
pedagogico con cui un maestro si avvicinava a un giovane, elogiandolo nel
modo giusto e dandogli intelligenti indicazioni. «In queste poesie - disse
tra l’altro Marin - la terra antica ha l’odore selvatico delle acacie in
fiore, e la sua vita dura è veramente simboleggiata, anzi patita nella
pietra che non vuole spaccarsi. L’apertura del mondo sul Tagliamento è
d’anima e fa sí che il poeta si senta crescere come una pianta mossa dal
vento». Suggestioni che adesso in “Puisiis” sono alimentate anche da
Virgilio Tramontin, Elio Ciol e Italo Michieli con incisioni e fotografie di
forte effetto.
...e dell'autore del
libro Eddi Bortolussi...
Dopo l’esordio del ’68 e dopo la raccolta presentata da Andreina Ciceri,
venne “Luna d’unviàr” nel 1984, a proposito della quale Carlo Sgorlon mise
in luce il cuore solare e l’anima lunare di Bortolussi. In questa raccolta
c’è il ciclo dedicato alla nascita di Vanessa, la figlia, svelando i
sentimenti paterni con una delicatezza quasi trattenuta, ma originale,
soprattutto in un universo maschile friulano cosí scarno di affetti
espressi. Le recensioni di Gianni Di Fusco, Lelo Cjanton e Gianfranco D’Aronco
accompagnano questa raccolta e quella successiva, “Paìs piardùt” del 2002,
fino agli inediti del 2014 nei quali la confessione-viaggio torna a
esplorare i luoghi da cui tutto era cominciato, concludendo con “Adès, la
ciasa...” dedicata al papà Angilin Bortolus, uomo dalle mani abilissime che
da un pioppo bianco o da un ciliegio sapeva ricavare forme sorprendenti,
alcune delle quali sono state esposte di recente a palazzo Altan, uno dei
luoghi piú suggestivi nello scrigno di San Vito al Tagliamento. La gente di
Savorgnano ha accolto con emozione “Puisiis” di Bortolussi, autore che
(secondo una felice intuizione di Gianni Di Fusco) ha scelto il tratto
breve, il disegno immediato, la riflessione suggerita, la visione a piccoli
quadri e a colori contenuti, in una sinteticità espressiva che però diventa
meraviglia per una sacralità immutata e sdegno per le tante violenze
perpetrate negli ultimi decenni impazziti. (Paolo Medeossi - Messaggero
Veneto del
...ancora una veduta del pubblico nello splendido salone...