Villacaccia di Lestizza (UD),
30 luglio 2013
Agriturismo ai
Colonos
AVOSTANIS 2013
COME CHE IL DI’ AL NAS DA LA GNOT SCURE
(COME IL GIORNO
NASCE DALLA NOTTE OSCURA)
PRESENTAZIONE
Gabriella Cecotti della Segreteria di Progetto Integrato Cultura del
Medio Friuli
CJANTIS E DANZIS (La vilote
furlane)
di e cun Lino Straulino e Stefano Montello
Il gnûf apontament di
Avostanis al propon, tal ambit da la
rassegne Musica in Villa organizade dal
Progjet Integrât Cuture dal Friûl di Mieç,
un concert ecezionâl, che lu àn ideât di
pueste Lino Straulin e Stiefin Montel.
Chescj famôs musiciscj furlans a presentaràn
une ricercje storic-strumentâl gnove e di
atrat, incentrade su la vilote furlane: da
lis sôs origjins a lis sôs particolaritâts e
carateristichis, di cemût che si è svilupade
dal cjant patriarcjin aquileiês, ancjemò
plen di sugjestions medi-orientâls, a cemût
che si à afermade tra il popul, soredut tra
i contadins che le àn coloride e
caraterizade mediant di tescj di grande
bielece leâts cui temis dal passâ vie da la
vite di ogni dì. Dut al è compagnât dal sun
di struments antîcs, simpri di origjin
contadine, come il cister, cetant compagn a
le “godine” sunade di Ermes di Colorêt, il
“bogul” (torotele) e il “gudu-gudu” (tambûr
cu la frizion).
Il nuovo appuntamento di
Avostanis propone, nell’ambito della
rassegna Musica in Villa del Progetto
Integrato Cultura del Medio Friuli, un
eccezionale concerto appositamente ideato da
Lino Straulino e Stefano Montello. I noti
musicisti-affabulatori friulani
presenteranno una nuova e stimolante ricerca
storico-strumentale incentrata sulla
villotta friulana: dalle sue origini alle
sue peculiarità e caratteristiche, da come
si è sviluppata dal canto patriarchino
aquileiese, ancora ricca di suggestioni
medio-orientali, a come si è poi affermata
tra il popolo, soprattutto tra i contadini,
che l'hanno colorita e caratterizzata
attraverso dei testi di grande bellezza
legati ai temi dello scorrere della vita
quotidiana (l'amore, la guerra, l'addio,
l'abbandono ecc.). Il tutto accompagnato dal
suono di antichi strumenti, sempre di
origine contadina, come il cister, molto
simile alla “godine” suonata da Ermes di
Colloredo, il “bogul” (torototela), il
“gudu-gudu” (tamburo a frizione).
ESTRATTO
Straulino e
Montello: le villotte al servizio di un Friuli globale
(Silvano Bertossi -
Messaggero Veneto del 3 Agosto
2013)
LESTIZZA. Gabriele D’Annunzio ha scritto sulla villotta friulana:
“Breve come il dardo e come il fiore, come il bacio e come il morso,
come il singhiozzo e come il sorriso”. All'antica villotta friulana
con cjantis e danzis è stato dedicato il secondo appuntamento di
Avostanis 2013 ai Colonos di Villaccia di Lestizza.
Lino Straulino e Stefano
Montello, due musicisti friulani diversi fra loro per i percorsi
musicali che hanno intrapreso, si sono messi assieme per affrontare
una nuova e affascinante ricerca storico-musicale incentrata sulla
villotta friulana.
Come è stata condotta
questa ricerca? La cosa è nata dall'interesse sulla possibilità che
il canto antico friulano possa offrire degli spunti interessanti a
chi voglia far musica oggi in Friuli. Si parte dalle origini
definendone le peculiarità e le caratteristiche, per passare a come
si è sviluppata dal canto patriarchino aquileiese, ricco di
suggestioni mediorientali, per arrivare ad affermarsi tra il popolo,
soprattutto tra i contadini. Il nome villotta, purtroppo, non
rispecchia con precisione quello che era il canto friulano nel senso
che sarebbe più corretto chiamarla cjant o danze.
Villotta è un termine
coniato dai veneti che aveva lo scopo di inquadrare questi canti. Ne
ha, però, provocato un primo deterioramento. Il discorso del canto
popolare friulano è uno degli esempi in cui la ricerca, fatta nel
tempo, è stata molto utile e importante, ma si è rivelata lontana da
quello che era lo spirito originario di questi canti perché è
difficile ritrovarne le radici.
Quello che hanno proposto
Straulino e Montello è una ricerca nella tradizione più pura, più
antica, degli elementi fondamentali che sono alla base di questi
canti. Esistono fortunatamente dei registri di musica friulana con
le sue specificità sia a livello di composizione musicale che di
partitura letteraria. L'intenzione di Straulino e Montello è quella
di fornire, attraverso lo studio intrapreso, gli elementi per poter
scrivere nuove villotte. Il passato interessa fino a un certo punto,
ma è utile per costruire il futuro.
La vera novità di questo
lavoro è proprio l'idea della creatività, del fare cose nuove in
friulano. In realtà già un secolo fa, nei primi anni del Novecento,
era avvenuta una prima rinascita della villotta friulana con
Garzoni, Zardini e altri. Oggi si tratta di riprendere in mano
questo antico canto di contadini e cercare di costruire qualcosa che
possa dare alla musica e anche ai testi la riconoscibilità che una
musica di popolo deve avere.
«Negli ultimi vent’anni –
dicono Straulino e Montello – è stata prodotta molta musica in
Friuli, che di friulano aveva solo il testo. Oggi cerchiamo di
riprenderla in tutta la sua interezza, testi e musica». Prossimo
appuntamento, questa sera (sabato 3 agosto) con Fragjil, anzit
resistent che prevede la mostra di opere di Chris Gilmour e
Elisabetta Novello, presentata da Angelo Bertani.
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