Manzano (UD),
5 Ottobre 2012
Antico Foledôr
Boschetti Della Torre
Rassegna cinematografica
nell'ambito dei
festeggiamenti per il
bicentenario dalla nascita
della scrittrice verista friulana e manzanese
Caterina Percoto
Introduzione dall'Assessore Tessaro per il
Comune di
Manzano e da Andrea Carta per il
Cineclub
Gorizia, che hanno organizzato la serie di incontri...
84 Charing Cross Road
Nel 1949 Helene Hanff, una scrittrice di New York
appassionata di letteratura inglese, scrive ad una libreria
antiquaria con sede al numero 84 di Charing Cross Road, a
Londra, per richiedere alcuni libri rari. Le risponde Frank
Doel, un dipendente della libreria, con il quale Helene
instaura un’affettuosa relazione epistolare che durerà per
vent’anni, facendo nascere tra i due una profonda amicizia a
distanza.
“84 Charing Cross Road” rappresenta il rarissimo caso di un film
“epistolare”, in cui l’intera narrazione è basata sulla
corrispondenza fra due personaggi che non si incontreranno mai.
Tratto dall’omonimo libro autobiografico di Helene Hanff (una
raccolta di lettere fra la scrittrice e Frank Doel), “84 Charing
Cross Road” è diventato in seguito una pièce teatrale di James
Roose-Evans, e nel 1987 è stato adattato da Hugh Whitemore in
questo bellissimo film prodotto da Mel Brooks in omaggio a sua
moglie, l’attrice Anne Bancroft, che nella pellicola interpreta
il ruolo della vivace Helene Hanff. Dietro la macchina da presa
troviamo David Jones, regista inglese di solida formazione
teatrale, alla sua seconda opera per il cinema dopo una lodevole
trasposizione di “Tradimenti” di Pinter.
Il film di Jones
ripercorre i vent’anni, dal 1949 al 1968, durante i quali Helene
Hanff (Bancroft), una scrittrice newyorkese alle prime armi,
intrattenne una relazione epistolare con una libreria londinese
al numero 84 di Charing Cross Road, ed in particolare con uno
dei dipendenti della libreria, Frank Doel (Anthony Hopkins). Lo
scambio di missive fra questi due individui, entrambi esperti
conoscitori di libri, farà nascere con il tempo un sentimento
unico e prezioso (sebbene Helene e Frank non si siano mai
conosciuti di persona), che passa attraverso il tramite della
comune passione per la lettura. Sullo sfondo, due nazioni e due
culture (la Gran Bretagna e gli Stati Uniti) radicalmente
diverse, ma che in questa bizzarra amicizia troveranno un
inaspettato punto d’incontro.
Il risultato è un film
meravigliosamente felice sulla letteratura e i rapporti umani;
una commedia ricca di ironia ma pervasa anche da una soffusa
tristezza, che corrisponde alla nostalgia per un mondo che va
ormai scomparendo. È, in fondo, una “commossa dichiarazione
d’amore ai vecchi libri come tramite immateriale e invisibile
del rapporto con altri uomini e altri tempi” (Paolo Mereghetti).
Straordinari i due protagonisti: la Bancroft, nella parte di
questa inossidabile amante dei libri, è a dir poco incantevole,
ma Hopkins è altrettanto bravo nel regalare profondità ed anima
ad un personaggio sommesso e sotto le righe. Un piccolo gioiello
da riscoprire. |
...ed hanno poi lasciato spazio ai due
relatori...
Fabiana Savorgnan Di Brazzà,
che ha letto estratti di lettere di Casterina Percoto
e Fulvio Salimbeni, che ha relazionato sulla trama del film che si stava per
visionare...
...interventi che
noi vi proponiamo in due estratti di tre minuti...
ESTRATTI
Caterina
Percoto (Da
Wikipedia, l'enciclopedia libera)
Nata a San Lorenzo di Soleschiano (Comune di Manzano, in provincia
di Udine) in Friuli, da una nobile famiglia di avvocati, artisti e
uomini di lettere, fu l'unica bambina di sette figli.
Alla morte del padre, nel
1821, la sua famiglia si spostò ad Udine, e lei fu mandata
nell'Educandato di Santa Chiara (oggi Educandato Uccellis), a scuola
dalle suore. Da questo periodo, nacque nella scrittrice la forte
avversione per l'educazione monacale delle donne, tema che Caterina
Percoto difese per tutta la vita.
Nel 1828 incontrò il
primo amore, un giovane di origine ebrea. Proprio per questo, la
relazione fu duramente osteggiata sia dalla famiglia che dalle
suore.
Nel 1829, lasciò il
convento per ragioni di carattere economico. Dopo il suo ritorno a
casa, cominciò a dedicarsi all'azienda di famiglia e all'educazione
dei fratelli minori coadiuvata da don Pietro Comelli, già "fattore"
dei conti Percoto e pievano del luogo. Comelli le diventerà presto
guida spirituale e amico sincero.
La carriera letteraria di
Caterina Percoto ha inizio nel 1839, grazie a Don Comelli che inviò
segretamente alla Favilla di Trieste il primo scritto di Caterina:
un commento alla traduzione del Maffei di alcuni brani della
Messiade di Klopstock. Iniziò così il rapporto di Caterina con
l'editore Francesco Dall'Ongaro, che ben presto diventò suo mentore.
Immersa nei paesaggi
friulani, sovrintendendo al lavoro nei campi e alla coltura dei
bachi da seta, ritrasse nelle sue opere lo stagnante mondo di
povertà del Friuli, sotto il dominio austriaco.
Nel 1841 apparirono sulla
Favilla i primi racconti della Percoto. Dall'Ongaro la fa conoscere
nel mondo letterario italiano.
Nel 1847, dopo un viaggio
a Vienna, iniziò il lungo contatto epistolare con Carlo Tenca. Ma
con la Prima guerra di indipendenza, nel 1848, i suoi scritti
divennero politicamente più impegnati, essendo rimasta sconvolta e
testimone oculare dei cosiddetti "Fatti di Jalmicco": l'esercito
austriaco intervenne per mettere fine a una insurrezione di Udine e
alcuni Paesi friulani che si ribellavano alla dominazione austriaca
ritenendosi italiani. L'esercito austriaco intervenne pesantemente
dando fuoco a interi paesi, fra cui Jalmicco frazione di Palmanova,
Visco e Bagnaria Arsa, che appunto aggiunse al nome l'aggettivo
"Arsa" per ricordare queste vicende.
Racconti come La donna
di Osoppo e La coltrice nuziale, riscossero un grande
successo negli ambienti patriottici. Nell'ottobre 1852 morì il
fratello Costantino, lasciandole il gravoso compito dell'educazione
dei suoi giovanissimi figli.
Negli anni cinquanta,
inoltre, iniziò a scrivere in lingua friulana, e dopo due anni di
trattative con l'editore Le Monnier, il quale temeva che i titoli in
friulano avrebbero infastidito gli Austriaci, nel 1863 uscirono due
volumi di racconti.
Gli ultimi anni di vita
della scrittrice furono piuttosto sofferti, a causa delle sue
precarie condizioni di salute, ma allo stesso tempo densi di
avvenimenti ed incontri di particolare rilievo. Nel 1867, ad
esempio, incontrò a Udine, Giuseppe Garibaldi in persona.
L'anno successivo rifiutò
la nomina a direttrice dell'Educandato di Santa Chiara (oggi
Educandato Uccellis) e nel 1871 il ministro Cesare Correnti la
nominò ispettrice degli educandati veneti.
Nel 1878 e nel 1883
vengono pubblicate due raccolte di suoi racconti.
Caterina Percoto morì il
15 agosto 1887 a Soleschiano ed è sepolta a Udine accanto al poeta
Pietro Zorutti.
Per altre informazioni:
www.caterinapercoto.it |
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