Doppio regalo con
sorpresa sabato sera nel Duomo di Gradisca:
presentazione del libro di Nicolausig e annuncio del
ritrovamento del terzo Tomo delle Cronache di S.
Salvatore
(Luigi
Murciano -
www.parrocchiagradisca.it/)
Era l’anello mancante di uno degli archivi parrocchiali più
rilevanti e meglio conservati dell’intera
Diocesi, fatto di
manoscritti pazientemente vergati dai sacerdoti che
annotavano non solo gli atti ecclesiastici, ma anche
riferimenti alla vita della città. Ma da qualche giorno quel
tomo settecentesco che pareva ingoiato per sempre
dall’oblio, è ritornato in possesso dell’Unità Pastorale di
Gradisca d’Isonzo. La notizia dell’eccezionale ritrovamento
è stata data – a sorpresa - dallo studioso Vanni Feresin,
che sta schedando da più di un anno il poderoso archivio
parrocchiale del Duomo, nel corso della presentazione del
volume “Campane e Campanili di Gradisca” di Andrea
Nicolausig avvenuta sabato scorso al Duomo.
Feresin ha riconsegnato
il volume mancante nelle mani del parroco don Maurizio
Qualizza. Le Cronache parrocchiali di Gradisca d’Isonzo
costituiscono uno degli archivi più completi, per ricchezza
e stato di conservazione dei documenti registrati sin dal
Cinquecento, dell’intera Diocesi e forse dell’intera
regione. Tanto da essere stato posto ormai da due anni sotto
tutela dalla Sovrintendenza regionale ai Beni archivistici.
L’unico cruccio degli storici era proprio la mancanza del
terzo tomo. Un volume
settecentesco che era dato per perso
ormai da oltre quarant’anni. Finito per sbaglio in qualche
scatolone, ha peregrinato probabilmente, anche a motivi
degli ingenti interventi di restauro della canonica di San
Salvatore, fra le soffitte delle canoniche del Duomo, di San
Valeriano e infine di Palazzo Coassini. Feresin, che, come
dicevamo, si sta dedicando al riordino dell’archivio
parrocchiale (potrebbe concretizzarsi in un anno e mezzo)
con suo grande stupore lo ha rinvenuto. Unico indizio sulla
sua misteriosa scomparsa, il ritrovamento fra le pagine del
volume di una cartolina posta a segnalibro, risalente agli
anni ’70.
“Il ritrovamento apre
inaspettate prospettive di ricerca sulla storia della Chiesa
isontina e della città di Gradisca. Un autentico regalo di
Natale, tanto quanto la ricerca di Andrea Nicolausig su
chiese e campanili della cittadina” ha affermato,
emozionato, don Maurizio Qualizza.
Tantissime le persone che
hanno affollato il Duomo l’altra sera in occasione della
presentazione del libro del giovane studioso Nicolausig,
destreggiatosi anch’egli fra i meandri dell’archivio
parrocchiale, e di altri archivi pubblici ed ecclesiastici
della regione, per il suo volume “Campane e campanili” di
Gradisca. A Maria Masau Dan, gradiscana e direttrice del
Museo Revoltella di Trieste, il compito di introdurre la
ricerca. Sono intervenuti con lei il già citato Vanni
Feresin e Giulio Tavian che hanno fornito rispettivamente un
approccio storiografico e tecnico al lavoro di Nicolausig.
Attraverso il suo amore per l’arte campanaria il giovane
storico ha raccontato ai suoi concittadini (presente anche
la giunta comunale con il vicesindaco Bressan) la storia di
una comunità dalla prospettiva dei suoi campanili. Un lavoro
che ha preso forma nell’ultimo anno ma che in realtà era in
fieri da quasi dieci anni: ovvero da quando Nicolausig, con
alcuni amici, ha ridato vita alla tradizione cittadina degli
“scampanotadòrs” fondando un gruppo parrocchiale che tuttora
rende questo prezioso servizio alla comunità impreziosendo
con l’arte campanaria le
principali ricorrenze liturgiche
della comunità. Il volume - edito dai Campanari del
Goriziano e dall’Istituto di Storia Sociale e Religiosa di
Gorizia, intervenuto con il suo presidente Liliana Ferrari -
racconta le vicissitudini e le caratteristiche tecniche
delle campane del Duomo, dell’Addolorata e di Santo Spirito
(Bruma). Ma non tralascia le campane minori, come quelle
delle chiese di San Giovanni, di cappella Rosolen, della
tenuta Frei-Feld, o dell’ormai distrutta chiesetta di San
Giovanni in Castello. Un volume che intreccia storie di un
popolo, dei suoi parroci e delle sue istituzioni (quanti
personaggi storici vi si ritrovano fra le sue pagine: i
parroci don Gildo Berno e Giuseppe Chinchella, il sindaco
Ermacora Bressan, la pluridecennale sacrista Graziella
Godeas recentemente scomparsa). Persone che si dedicano,
faticano, si sacrificano e talvolta contrastano per la
costruzione dei campanili.
Suggestiva, a suggello
della serata, l’esibizione della corale Ars Musica di
Sdraussina che ha omaggiato Gradisca del brano “Li gnovis
ciampanis di Bruma” di Michele Eulambio su testo di Pino
Odorico, canzone che nel 1948 suggellò l’inaugurazione del
nuovo campanile del Mercaduzzo dopo la rimozione delle
campane durante la II Guerra mondiale. Il libro è
disponibile presso l’Ufficio parrocchiale del Duomo e presso
la Curia Arcivescovile.
LI GNOVIS
CIAMPANIS DI BRUMA
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