Cercivento
(UD),
24 Giugno 2010
Çurçuvint:
Jerbas e Tradision
La
piccola comunità di Cercivento è la porta d’ingresso della Val Calda, che
collega la Valle del But alla Valle del Degano attraverso Ravascletto; siamo
nelle montagne del Friuli Venezia Giulia nella zona conosciuta con il nome
di Carnia, in provincia di Udine.
L’origine del nome è
ancora incerta e dà adito a diverse interpretazioni alcune delle quali pare
facciano riferimento alla sua particolare posizione soleggiata ed al riparo
dei venti; altre voci riconoscono in Cercivento un’antica arimannia
longobarda. Di certo la località era ben nota e frequentata fin
dall’antichità in quanto zona di passaggio e di collegamento.
Anticamente pare che una
borgata si trovasse in località Mûse, proprio nei pressi dell’attuale
cimitero, che a causa di uno smottamento fu rasa al suolo assieme alla
borgata di Cente.
Il momento più fiorente
per il paese si ha verosimilmente nei secoli XVI e XVII, periodo a cui
risalgono alcune antiche case di ottima fattura con pregevoli lavori
in legno, in tufo lavorato ed in ferro battuto.
Diviso nelle due ville di
Cercivento di Sopra e Cercivento di Sotto, il paese vanta un consistente
patrimonio rurale architettonico tipico carnico recuperato e restaurato a
seguito dei noti eventi del terremoto del 1976.
Nel loro rinnovato
splendore oggi si possono ammirare oltre alla Pieve di San Martino, Casa
Tiridin, Casa Morassi, Casa Vezzi, Casa Citâr (dove un tempo veniva lavorata
l’argilla), Casa Pitt, Casa Stuartìn, Casa Pôdar, Casa Mussinano, Casa
Coperto e Casa Moscjit. Di particolare interesse a Cercivento di Sotto la
Farie di Checo, una bottega artigianale risalente ai primi anni del 1400,
completamente restaurata e trasformata in museo; a Cercivento di Sopra il
Mulin di Crôce (ora in fase di recupero), nella sua tipica struttura e
meccanica dotata anche di pilaorzo, testimonia un’attività assai diffusa nei
secoli XVI e XVII perdurata fino ai primi anni sessanta. (cv)
Cjase da
Int
Il maestro Domenico Molfetta, cultore di storia e tradizioni locali
ed esperto conoscitore delle erbe officinali, ha illustrato i riti e
le credenze popolari legati al Solstizio d’estate e al Mazzo di San
Giovanni. |
Prima della celebrazione dei Vesperi, i scampanotadôrs hanno riempito
l'intervallo con alcune esecuzioni della locale arte campanarie, mentre
un gruppo di ragazzini forniva mazzi di fiori ed erbe profumate a chi ne
era sprovvisto.
SCAMPANATA
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Pieve di San Martino - Il canto dei Vesperi con le antiche melodie
intonate dall’Onoranda Compagnia dei Cantori si conclude con la solenne
benedizione dei mazzi di fiori accarezzati dalla benefica rugiada della
Notte di San Giovanni.
ESTRATTO
CANTO FINALE
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Cjase da int – al termine della funzione religiosa
Concerto del Corpo Bandistico di Sutrio
MAC DI SAN GIUAN
La Notte di San Giovanni Battista, il 24 giugno,
godeva nella credenza popolare di una rispettosa considerazione;
racchiudeva in sé qualcosa di misterioso che la rendeva magica e
soprannaturale ed in questo contesto s’inserisce l’antica usanza
della raccolta dei fiori che hanno subìto il benefico influsso della
rugiada nella notte. Confezionato con diligenza in una suggestiva
fusione tra sacro e profano, tra erbe medicinali e terapeutiche, tra
piante miracolose o presunte tali, il Mac di San Giuan viene portato
in chiesa dove, al canto dei Vesperi solenni in latino, fa seguito
la benedizione. I fiori benedetti conservati con cura torneranno
utili per essere bruciati, poco per volta, quando il tempo volge al
brutto ed i nuvoloni neri si avvicinano minacciosi; la fede popolare
attribuisce al fumo che si libera nell’aria il ‘potere’ di
allontanare dall’abitato e dalla campagna i pericoli atmosferici. (cv) |
Dopo il tramonto del sole era in programma la prima serata del “lancio
das cidulas”, ma io ho preferito avviarmi verso valle, non prima di
girarmi e scattare l'ultima foto verso il paese avvolto dalle prime
ombre della sera. Una luminosissima luna mi indicava la strada di casa e
mi teneva compagnia mentre scendevo le dolci vallate. Con l'animo sereno
per aver potuto assistere ad un straordinario evento con cerimonie
semplici e genuine che sfidano il tempo, un'ombra di tristezza mi
stringeva il cuore pensando a Briciola che non c'è più...
...ora a casa nessuno mi
aspetta...!
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