Nelle Valli del Natisone la notte del 23
giugno si illumina di fuochi: é l’antica festa del solstizio
d’estate, nel corso della quale il kries (faló) prolunga
nella notte la luce del giorno piú lungo dell’anno.
Con l’avvento del Cristianesimo la ricorrenza pagana é stata
dedicata a San Giovanni, ma ha mantenuto intatto il suo significato,
assieme alle pratiche legate a questo particolare momento dell’anno;
tra queste la confezione di križaci e krancelni con i
fiori di campo, la “divinazione” del futuro con il bianco dell’uovo,
l’uso della rugiada benefica raccolta all’alba.
Il Kries – faló di Sa Giovanni verrá acceso attorno alle 21.30 a
Tribil inferiore,
dove verrá accompagnato dalla musica dei Bintars, Tribil superiore,
Costne, San Volfango, Oznebrida, Lase.
Le iniziative in occasione di san Giovanni - SVET IVAN sul
territorio di Stregna sono organizzate da: Comune di Stregna,
Polisportiva Tribil superiore - Gorenji Tarbij, ISK Istituto per la
cultura slovena, Pro loco Nediške doline, Kmečka Zveza -
Associazione agricoltori.
In attesa
dell'imbrunire, i valligiani ed i turisti...
...sono stati intrattenuti da "Pivute" e il suo gruppo musicale "I
Bintars"...
...gustando le specialità culinarie locali...
...fino all'accensione del kries...
...per poi continuare i festeggiamenti ad oltranza...
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Falò della notte di San Giovanni
(Tradizioni@Cucina di CRISTINA BURCHERI - Messaggero Veneto
del 21
giugno 2010)
Nel
Friuli di una volta la notte di San Giovanni
(a cavallo tra il 23 e il 24 giugno) si
illuminava di fuochi. Questa antica festa
del solstizio d’estate ha come protagonista
il midili (anche medili) o il kries (o kres):
un falò che prolunga nella notte la luce del
giorno più lungo dell’anno. A proposito di
questo rituale l’Ostermann, sul finire
dell’Ottocento, spiegava: «Nella Slavia
italiana il kres si accende sulle alture e
vi conviene quasi l’intero villaggio; mentre
arde il kres, si suonano a stormo le campane
e si sparano fucilate e mortaretti, e tutta
la popolazione manda grida di allegria». Con
l’avvento del cristianesimo questo rito di
passaggio di matrice pagana è stato dedicato
a San Giovanni, mantenendo comunque intatta
l’unicità di questa notte a cui sono legate
pratiche particolari che riguardano, in gran
parte, la sfera femminile come la confezione
dei križaci e krancelni (croci e ghirlande)
con fiori di campo, la divinazione del
futuro con il bianco d’uovo o il piombo
fuso, la raccolta della rugiada all’alba.
Un’antica storia è stata sottratta da
Ostermann all’oblio dei tempi sfogliando gli
atti processuali dell’Inquisizione. Lo
studioso scrive: «Nel 1605 Maria, moglie di
Girolamo Boccalini da Pordenone, essendo
ancora nubile e desiderando sapere chi le
era destinato per marito, fece nella notte
di San Giovanni alcuni sortilegi. Mentre
stava per coricarsi avendo ancora il lume
acceso, venne il diavolo sotto le sembianze
di un orribile drago e montò sul letto;
spaventata chiamò in aiuto due donne, che le
dissero di fare il segno della croce: appena
fatto ciò, l’orribile drago se ne fuggì».
Tra le ragazze in età da marito erano comuni
diverse pratiche. Certune esponevano alla
rugiada della notte di San Giovanni il
proprio grembiule: la mattina seguente,
affacciatesi alla finestra, restavano
all’ascolto poiché il primo nome che
sentivano sarebbe stato quello del futuro
marito. Altre, in punto alla mezzanotte,
scuotevano dalla finestra una tovaglia,
sicure che così facendo avrebbero potuto
intravedere l’ombra di colui che le avrebbe
condotte all’altare. E ancora: c’era chi
metteva tre fagioli sotto il cuscino: uno
con la buccia, uno sbucciato a metà, uno
senza buccia. La mattina la giovane appena
sveglia estraeva a caso un fagiolo: se era
quello con la scorza avrebbe sposato un
ricco, se quello sbucciato si sarebbe
accasata con un povero, se l’altro ancora si
sarebbe maritata con un uomo di mediocre
fortuna. Una variante prevedeva l’uso di due
soli fagioli: uno bianco e uno nero. Se al
risveglio nel giorno di San Giovanni alla
giovane capitava il fagiolo nero era segno
che si sarebbe sposata entro l’anno; se in
sorte le fosse toccato quello bianco,
sarebbe rimasta zitella un anno ancora.
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