Il gruppo di amici del
"siluro" (un gioco con le carte), che di solito si ritrova
nell’osteria di Leproso, non è un gruppo fisso ed omogeneo, ma varia
con il tempo ed il procedere degli anni. Esso è formato da persone più
o meno giovani, principalmente di Leproso, Orsaria, Premariacco,
Ipplis, Oleis ed
occasionalmente
di altri paesi limitrofi. Può succedere che dopo un periodo più o meno
lungo, qualche giocatore si stanca o a causa di qualche diverbio che
può generarsi durante il gioco, per un periodo più o meno lungo o per
sempre non si fa più presente, ma è subito rimpiazzato da elementi
nuovi… Di solito si tratta di curiosi che dopo un periodo di studio
osservando il gioco dal di fuori, trovano il coraggio di sedersi al
tavolo da gioco, pagando immancabilmente lo scotto dell’apprendistato…
Purtroppo in questi ultimi anni, più volte abbiamo
lamentato l’assenza permanente di qualche giocatore, perché passato a
miglior vita… Ci piace pensare che anche nella loro nuova dimensione,
possano ritrovarsi per continuare a divertirsi a… batti cartòn…!
Forse, pensando che la vita è breve ed è un peccato non
godersela in allegria, arrivata
l’estate gli amici del siluro, ogni anno si ritrovano in un
locale alla periferia di Grado per passare una mezza giornata insieme
mangiando pesce (ben innaffiato con del buon vino), e… giocando a
carte… Io non faccio parte della squadra, ma sono solo un’occasionale
testimonio delle loro disfide, e talvolta beneficiario di qualche
taiut (quando un giocatore realizza un siluro, ovverosia riesce a
conquistare tutte le carte, offre una bottiglia per tutti). Già
l’altra estate mio nipote Gianni Garbin, mi
aveva pregato di unirmi alla comitiva per passare qualche ora con
loro, ma non ricordo il motivo per cui non ho potuto partecipare a
quella trasferta. Voglio ricordare che il gruppo è stato più volte
solidale con me, sostenendo l’iniziativa in occasione delle "Festa per
Walter", organizzando una cena nella Sede della "A.C.Azzurra", presso
il Campo Sportivo Comunale di Premariacco nell’agosto del 2001. In
occasione della "Serata per Aldo" all’Abbazia di Rosazzo del giugno
2004, oltre a regalarmi un nuovo telefonino, gli "Amîs de Osteria" di
Leproso, hanno offerto anche un contributo per l’Associazione "Di ca e
di là dal Nadison".
Certo
che, con le previsioni meteo che annunciavano una giornata
particolarmente calda e afosa, salire in un’automobile sotto un sole
che "spaccava i sassi" non era molto invitante, ma munito di una
sufficiente scorta di acqua e di benzina, verso le 10.30 sono
partito
dall’osteria di Leproso dirigendomi verso Sud. Il gruppo invece aveva
scelto l’osteria di Paderno come base di partenza. Dalle sommarie
informazioni che avevo ricevuto, si
trattava di raggiungere la trattoria
"Alla buona vite" in Località Boscat nel comune di Grado, ed alle
11.15 io ero già sul posto ed avevo parcheggiato la Clio all’ombra
di
grandi alberi in un ampio cortile circondato dal verde. Con gran
calma, ho estratto dal bagagliaio il robusto Manfrotto, piazzandovi
sopra la nuova reflex digitale predisponendo il tutto… in attesa della
truppa…
Ero
certo di non aver sbagliato posto, ma poco dopo le 11.30 ho chiesto ad
un signore che su un terrazzo curava dei vasi di fiori, se per caso
stessero attendessero… una truppa di matti… Con un mezzo
sorriso, "il giardiniere" mi ha confermato che a mezzogiorno sarebbe
arrivato un gruppo di 14 persone… Alle 11.45 ho telefonato a mio
nipote che faceva parte del convoglio, e tra la confusione dei vari
passeggeri ho saputo che in quel momento si trovavano nei dintorni di
Fiumicello. Ad una sua domanda, confermavo la mia presenza ma mentivo
spudoratamente dicendogli che in quel preciso momento stavo partendo
da Leproso…!

Immaginarsi la faccia di tutto l’equipaggio, quando, smontati dalle
automobili, mi hanno visto lì pronto ad attenderli. Dopo alcune pose
per la foto ricordo sul piazzale davanti al ristorante, ci siamo
trasferiti sotto un magnifico pergolato all’ombra di grossi alberi,
dove era preparata una lunga tavolata imbandita, ma la metà del gruppo
di è accomodata su dei tavolini adiacenti per organizzare qualche giro
di carte in attesa del pranzo. Sebbene durante il trasferimento
avessero effettuato più di una tappa… per rifornimento, la prima
preoccupazione è stata quella di ordinare da bere…. ma certamente non
intendevano dissetarsi con l’acqua…
Poco dopo sulla tavola erano comparse 4 caraffe di bianco con il vetro
tutto sudato, e ci è stato indicato quello "mosso" più chiaro e
frizzantino e quello "fermo" più color oro e secco. Con la fresca
brezza che circolava sotto quel bersò, mentre un merlo e un
svergellino invano tentavano di coprire il lancio di frasi
irripetibile che ogni tanto si levavano dal tavolo da gioco, mi sono
accorto che il bicchiere di "frizzantino" che tenevo tra le mani… si
era prosciugato. Non sono certamente paragonabili ai vini di Spessa,
Ipplis, Rosazzo, Buttrio o Manzano (e non voglio allargarmi oltre,
tanto lascerei sempre fuori qualcuno), ma i vini prodotti dai fratelli
Ermes e Franco Girardi, fanno la loro ottima figura… Sarebbe
interessante conoscere il numero della caraffe (da litro) che sono
state prosciugate prima, durante e dopo quel pranzo…
Non sono un grande esperto di una cucina e non sono
abituato ad pranzo con tante specialità e tanti modi di cucinare il
pesce, ma i miei commensali (molto più esperti di me) sembravano molto
soddisfatti… Dopo tre portate con tanti e diversi tipi di prodotti
ittici, e stato servito un buon ed abbondante piatto di risotto che ha
convito tutti di fare un’ora di sosta per sorbirsi un sorbetto
ghiacciato e riprendere le partite lasciate in sospeso.
Si trattava poi di rimettersi a tavola e ricominciare
con del pesce arrosto e alla griglia, ma approfittando di questa
sosta, ho ringraziato e salutato il gruppo di amici, che per un attimo
si sono deconcentrati da gioco per ringraziarmi di essere stato con
loro. Puntando verso Nord prendendo come punto di riferimento il monte
Matajur, mi sentivo molto bene… era stato bello stare in compagnia di
quel gruppo di persone semplici e schiette come me, che anche se non
lo esprimono a parole, ti fanno capire la loro stima ed ammirazione…
con loro avevo provato la stessa sensazione che provo quando lavoro in
mezzo agli alpini… mi sentivo protetto…!