San Giovanni al Natisone, 22
Giugno 2005
Le migrazioni -
Economia e sviluppo solidale
come risposta
possibile ad un fenomeno sociale di tutti i tempi Sono intervenuti in
qualità di testimoni per presentarci le loro esperienze:
Max Mauro giornalista,
autore del libro: "La mia casa è dove sono felice"
Don Eugenio Coter sacerdote
italiano che lavora da 13 anni nella
diocesi di Cochabamba in Bolivia in collaborazione con
dell'arcivescovo mons. Tito Solari
Ha condotto
Franco Venuti
TEMA DELLA SERATA:
Attraverso gli occhi e le voci di
testimoni importanti del fenomeno migratorio, si è cercato di scoprire
le incredibili similitudini che esistono fra i magrebini, i
senegalesi, gli indiani, i poveri che oggi si rifugiano nel nostro
occidente, ed i nostri padri e nonni che sono stati immigrati a loro
volta. Abbiamo cercato di capire le paure e le speranza di chi si
lascia dietro tutto alla ricerca dì una vita migliore, alla ricerca di
un lavoro, di una casa, per scoprire che non siamo tanto diversi dai
"Vu cumpra" di ieri e dagli imprenditori stranieri di oggi, ai quali
forse dopo le parole dei testimoni che abbiamo ascoltato, sarà più
facile stringere la mano e offrire un sorriso. Abbiamo scoperto che
esistono alternative al viaggio della speranza che più spesso si
trasforma in viaggio della disperazione. Esiste la possibilità con
gesti concreti e sinceri di creare alternative giuste che sradichino
alla sorgente i motivi stessi che creano i migranti di oggi.
Don Eugenio Coter
Sacerdote bergamasco, dal 1992 si
trova in Bolivia nella diocesi di Cochabamba del vescovo don Tito
Solari, di cui è un diretto collaboratore. E' responsabile della
Pastoral Social Caritas di Cochabamba e sarà in Italia nel mese di
giugno per verificare la possibilità di inserire i prodotti degli
artigiani della sua diocesi, all'interno del mercato equo e solidale,
per fornire il giusto compenso ai lavoratori in modo da arrestare il
fenomeno migratorio in uscita dal paese sudamericano.
Max Mauro
Max Mauro è nato a Frauenfeld
(Svizzera) nel 1967 da genitori emigrati. Giornalista free lance, si
interessa di immigrazione, multiculturalità, culture giovanili.
Collabora con Diario, Linus, Il Nuovo Fvg, ha scritto anche per lo
Straniero, Carta, Avvenimenti. Per cinque anni ha coordinato le
redazione di Tam Tam, tra i primi notiziari radiofonici rivolti alle
comunità immigrate in Italia. Nel 2000 ha pubblicato la raccolta di
racconti I bambini terribili (Colors edizioni, Genova); nel
2002 il romanzo autobiografico Inzirli, una storia per caso (Snaitbuchs,
Udine), storia di un gruppo di punk anomalo, risultato tra i finalisti
del Premio Città di Cuneo; nel 2003 il libro inchiesta Un Friûl
difarent: i 90 MhZ di Radio Onde Furlane (Il Menocchio, Montereale
Valcellina)
MAX MAURO
La mia casa
è dove sono felice
Storie
di emigrati e immigrati
Uliano
è emigrato illegalmente in Jugoslavia nel 1947. Ahmed è
entrato in Italia senza un permesso di lavoro nel 1989. Luigi ha
creato una fabbrica in Canada, dove vive da cinquant'anni.
Naiaga ha creato una fabbrica in Friuli, dove vive da quindici
anni. Ana vuole diventare cittadina italiana per poter votare,
perché se si vota ci si sente più partecipi della vita sociale.
Vittoria ha vissuto diciassette anni in Germania, ma si è sempre
sentita un'immigrata. Bozidar ha dovuto lasciare la Bosnia per
colpa della guerra e oggi suo figlio parla l'italiano meglio del
serbo-croato. Il bambino di Ines ha imparato prima il tedesco
dell'italiano, perché in Svizzera il figlio di uno stagionale
era un clandestino e la famiglia che lo teneva in incognito era
svizzera-tedesca.
Storie di emigrazione di un'epoca lontana alcuni decenni e
storie di emigrazione di tempi più recenti. Gente che è partita
lasciando quello che aveva nella speranza di trovare di meglio
in un altro paese, spesso in un continente diverso. Storie che
hanno per punto di incontro - per alcuni di partenza, per altri
di arrivo - il Friuli, la regione più segnata dall'emigrazione
nella storia italiana dell'ultimo secolo e mezzo e una tra
quelle dove più marcata è la presenza di immigrati. Storie umane
allo specchio, alla ricerca di un dialogo senza preconcetti. Un
dialogo possibile, per capire come cambia la società e quali
risposte si possono dare a dei quesiti solo apparentemente
nuovi.
Edizioni Kappa Vu
via Zuliano, 42 - 33100 Udine
www.kappavu.it -
info@kappavu.it |
Pace: lavori in
corso...
alle sorgenti dell'accoglienza
La pace è un’idea fragile, facile a rompersi ogni qualvolta
l’ingiustizia e l’egoismo la maneggiano senza cura. Per questo sono
aperti, in varie parti del mondo e tra uomini e donne di origini
diverse, dei cantieri che giorno e notte, estate ed inverno, lavorano
instancabilmente a costruire la pace e a riparare i torti delle
ingiustizie, dei razzismi, delle sopraffazioni... Anche nei nostri
paesi, nella nostra società civile esistono dei cantieri che lavorano
alacremente, spesso nel silenzio e nell’umiltà, lontano dai riflettori
dei mass-media.
Costruiscono idee, speranze, segni che spesso diventano progetti
concreti per i “nuovi poveri” della porta accanto o per gli emarginati
del mondo, quelli che vivono al di sotto della famigerata “soglia di
povertà”. Sono cantieri dove operano studenti, padri e madri di
famiglia, preti, lavoratori, sportivi, semplici cittadini o persone
influenti. Sono tutti diversi tra loro ma si riconoscono nella stessa
lingua che parla di un futuro possibile solo grazie all’ impegno di
ognuno e alla consapevolezza che tutti noi dobbiamo fare la nostra parte
perché, se non lo facciamo noi, chi lo farà?
Il mondo dove viviamo ci sembra sempre più piccolo. Ogni giorno vediamo
persone di paesi ed etnie diverse, di cui a stento sappiamo pronunciare
il nome o individuare su un atlante geografico il loro luogo d’origine.
D’altra parte ogni giorno anche noi friulani facciamo sempre più fatica
a riconoscerci, ad avere un’identità al di fuori dai soliti luoghi
comuni...
Se capiamo e condividiamo la volontà di preservare la nostra identità
culturale, non possiamo fare a meno di intuire l’importanza di
rispettare le credenze, gli usi, i costumi dei migranti di oggi.
Attraverso la
conoscenza nasce il rispetto e la consapevolezza che siamo tutti molto
più simili di quanto noi stessi crediamo, desideriamo tutti la pace, la
giustizia, la possibilità di crescere i nostri figli, e abbiamo tutti
diritto al cibo e all’acqua ed a una casa dignitosa.
Dobbiamo prendere coscienza che esportare il nostro stile di vita e
imporre con la forza la democrazia occidentale è una sopraffazione
intollerabile e insostenibile, che non potrà portare altro che allo
scontro.
Negli anni passati i friulani sono stati emigranti, per scappare a
condizioni di vita insostenibili, alla miseria ed al disagio, nella
speranza di arrivare in paesi dove oltre al sostentamento si potesse
credere in un futuro migliore per i propri figli. Oggi siamo chiamati ad
accogliere chi, come è stato per noi, scappa da una casa dove non ha
speranza alla ricerca di una opportunità. Abbiamo subito discriminazioni
che ora non possiamo imporre, memori della nostra stessa storia recente,
a chi bussa alla nostra porta in cerca di ospitalità, dignità e
opportunità.
L’occidente di cui facciamo parte, ha una pesante responsabilità
politica e sociale nei confronti delle popolazioni che numerose
attraversano deserti e pianure, mari e montagne, abbandonando i propri
affetti per raggiungere le nostre coste o i nostri confini.
Come cristiani, come cittadini ma più semplicemente come esseri umani, a
noi per primi spetta l’onere di proporre uno stile di vita equo che
rimuova alla base le condizioni di disperazione che determinano la fuga
verso la speranza dei migranti di oggi.
Associazione culturale Gruppo89
www.gruppo89.org
Parrocchia di San Giovanni al Natisone
Con il Patrocinio del Comune di San Giovanni Al Natisone
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