PICCOLA HISTORIA del CLUB dei VOA di
FA’ NIA
(Bruno Badino)
“O
pensi che a nessun i diplâsi,
dopo
un periodo di stâsi,
rammentà el passât
de
nestra societât ”
Questi versi di Remigio
Coseani danno lo spunto per raccontare brevemente la storia
della strana “Società dei Voa di Fa Nia” di
Orsaria.
Correva l’anno 1971 quando un gruppo di
amici buontemponi, vedendo che nel paese di Orsaria
esistevano tante associazioni o gruppi che, nell’ambito della
propria attività, s’impegnavano continuamente nell’ organizzare
varie manifestazioni, che si concludevano inevitabilmente con
prelibati pranzi o cene, hanno pensato bene di trovarsi ed
fissare a loro volta una cena per tutti coloro che volessero far
festa, senza nessun motivo apparente o legato ad altre società.
Molti di questi amici erano stati i protagonisti delle
tradizionali mascherate, di cui Orsaria va orgogliosa, ma allora
sospese da molti anni. Uno di questi,
Leonida Orgnacco propose di ufficializzare
l’ evento con la fondazione di un Club, che con l’accordo
unanime dei presenti si chiamò “VOA di FA NIA”. Venne anche
stabilito che la cena sociale avesse
luogo ogni anno il 7 dicembre, vigilia di un giorno festivo (la
Madonna), e che la sede della nuova società fosse il “Bar
centrale da Rina”.
Alla prima riunione presenziarono
una trentina di compaesani e fu nominato il Direttivo, alla cui
presidenza fu eletto all’unanimità Orlando Pitassi (conosciuto
da tutti come Lant).
Segretario Erasmo Pizzoni (Redo
Tunìn) e consiglieri:
Ismaele De Sabbata (Smaele
Siliòt), Licisco Paoluzzi, Leonida Orgnacco (Leòn
Picòt) e Quinto Paoloni. Inoltre
Remigio Coseàn fu proclamato solennemente poeta o meglio il vate
della nuova associazione di gente di “buona volontà”. Fu anche
scelto il simbolo del club con la figura di Gildo Stràc, poi
stilizzata dal designer Marco Orgnacco e
posta sul nuovo gagliardetto. Nel mai scritto statuto si
legge che il gentil sesso non è rappresentato, anche se nel
prosieguo degli anni c’è stato
qualche tentativo di integrazione rosa, ahimè non riuscito
felicemente.
In questo modo la società, denominata ufficialmente
“Club dei voa di fà nia”, ha vissuto con passione e senza
alcun
stress la propria
vita sociale per una ventina di anni. Uno dei motivi del suo
successo era l’attesa per la “poesia” di Remigio, che da vecchio
autore delle farse delle mascherate di
Orsaria, metteva tutta la sua sapienza ed esperienza per
presentare graziosi componimenti in versi che prendevano in giro
e satireggiavano persone ed avvenimenti della nostra comunità.
Inutile dire che il risultato era sempre esilarante, anche
perché rispecchiava l’animo degli abitanti
di Orsaria, abituati da sempre a guardare il lato comico
delle situazioni e nel metterli in evidenza, come nelle
rappresentazioni carnevalesche di cui sopra. Remigio, oltre che
autore, era stato anche uno degli attori di maggior successo
sulla piazza di Orsaria, nei panni di
Cresima, e come
tale sapeva rendere speciali e godibilissime le sue “poesie”.
C’è da aggiungere che qualche anno dopo Remigio, Leon, Quinto,
Licisco e tanti dei partecipanti di quelle cene di “sfaticati”,
hanno fatto rivivere la Mascherata di
Orsaria, che per quasi venti anni ha divertito gli orsariesi e
un numero grandissimo di persone provenienti da tutto il Friuli.
Tornando al “club dei voa di fa nia”, la cosa strana è
che i soci sono tutti persone che nella vita lavorano sodo,
molti per vera passione di lavorare, qualcuno perché ne sono
costretti e pochi sono coloro che di lavorare non ne hanno
proprio la voglia, ma solo una esigua
minoranza, l’eccezione che conferma la regola. Perché allora
aderiscono al club del
no-work ? La prima
spiegazione sarebbe che per almeno una volta l’anno, il giorno
della cena, effettivamente non vogliono assolutamente lavorare e
desiderano di far parte della categoria dei
fannulloni. (Conosco qualcuno che non vede l’ora che finisca
quella giornata di festa, per poter mettersi al lavoro il giorno
successivo). E quelli che effettivamente non hanno la voglia di
lavorare durante l’anno e che partecipano alla cena annuale ?
Solo costoro dovrebbero essere autorizzati a considerare il 7
dicembre la loro festa, una specie di
anniversario o di onomastico; ma devono stare buoni, perché sono
pochi e forse tollerati dagli “appassionati” del lavoro . Ma
il motivo vero dell’esistenza di questa
associazione sta proprio nel carattere degli orsariesi,
da sempre attratti a quello che è strano, anticonformista e
trasgressivo; ma soprattutto per loro ogni occasione è buona per
fare festa e per divertirsi.
Nel 1989, dopo tanti anni di duro lavoro, è arrivato un
periodo in cui i soci si sono sentiti stanchi e anche per altri
motivi logistici, si decise di
cessare l’attività del “Voa di fa nia-Club”, e di riprenderla
eventualmente quando sarebbe ritornata la voglia di lavorare.
Nel 2001, anche in occasione della riapertura della
trattoria “Al Natisone”, pare sia tornata quella “voglia” e così
ci si accordò per ricominciare la
nuova stagione del Club. Alla prima cena ci fu il rinnovo delle
cariche sociali, dato che alcuni dei soci fondatori non c’erano
più. All’ unanimità è stato eletto presidente Antonio Paoluzzi,
mentre per eredità sono stati nominati: segretario Ofni Pizzoni
(Azio), nipote di Erasmo, e primo
consigliere Gianni De Sabbata, figlio di Ismaele. Naturalmente
il vate rimane sempre l’
intramontabile Remigio Coseàn. Si stabilì che la sede sociale da
allora fosse collocata nel locale “Al Natisone” e che tutti
coloro che partecipavano alla cena
fossero di diritto soci della società.
Grazie alla generosità di un socio e allo sforzo
finanziario del Club, una delle cose più belle è stato lo
spettacolo dei fuochi d’artificio al termine della cena.
Dopo un anno ospiti della Casa delle Associazioni
di Orsaria, il “Club dei Voa di fa
nia” è ritornato per la cena alla sede sociale, che ora si
chiama “La Rosa Blu”, con una maggior voglia di continuare la
propria attività, nonostante il nome. E se quest’anno i fuochi
artificiali sono rimasti spenti, si è
provveduto a fare una lotteria di beneficenza, a favore
del sito locale di internet,
www.natisone.it, che da anni lavora con grande passione ed
abnegazione per diffondere nel mondo le notizie e le tradizioni
del nostro Friuli.
Tornando al mataràn
Remigio Coseàn, sarebbe bello riportare qui almeno qualche
strofa delle sue poesie, ma tutti possono gustarle, leggendole
nell’ archivio della società, che si
trova nelle mani del segretario
factotum Azio –
Ofni Pizzoni. A proposito di quest’ultimo, ci piace riportare la
motivazione della Targa che il Club gli ha offerto tempo fa: “In
riconoscimento delle Sue eccellenti prestazioni, presentiamo al
segretario Azio questo Certificato di Merito per non aver
svolto un bel niente dal dicembre 2001 ad oggi”.
Tutto questo nella filosofia della Società di
coloro che non hanno voglia di fare
niente.
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