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Orsaria, 20 Gennaio 2005

A cena con gli amici del Club "Voa di fà nia"

     All'invito di partecipare alla cena a base d'oca con gli amici del Club "Voa di fà nia" non potevo rifiutare, dato che non avevo potuto essere presente alla cena sociale del 7 Dicembre, perchè impegnato altrove. Non voglio soffermarmi sul nome stravagante di questo sodalizio, dato che è già stato trattato in un precedente servizio, ribadisco solo che è formato da persone serie, che lavorano o hanno lavorato sodo anche bevendo l'amaro calice dell'emigrazione lontano dalla loro Orsaria. La prova della loro serietà e onestà, è lo stretto legame che li tiene ancora uniti alle persone che anno incontrato durante gli anni di emigrazione, sia oltre gli oceani che entro i confini d'Europa e d'Italia.
    Trattandosi di un semplice incontro consultivo sulla situazione economica dell'Associazione, i partecipanti erano poco più di una decina, in maggioranza pensionati o quasi, praticamente miei coetanei e compagni di scuola. Due o tre partecipanti alla cena erano un po più in là con gli anni ma con lo spirito gagliardo e giovanile, specialmente verso la fine della serata...!

Remigjo legge la poesia messa frettolosamente insieme per la serata e quella storica creata in occasione della costituente. RIMA1>>>     RIMA2>>>

     Come detto all'inizio, il piatto forte era l'oca, amorevolmente allevata (si fa per dire...), preparata e cucinata da Giuliano pancôr (Devoti), resa ancora più squisita da polenta bianca e gialla ancora fumante, che alcuni convenuti avevano portato da casa. Non è mancato un contorno di fagioli, brovada e radicchio e alla fine il dolce tradizionale di carnevale: i crostoli. Antonio Paoluzzi, padrone di casa nonchè Presidente del Club, era molto attento a non lasciare all'asciutto i suoi ospiti, facendo spola tra sala da pranzo e cantina, tenendo sempre ben rifornita la tavolata con vari tipi di vini di varie annate, produzione propria...!
     Verso la fine del convivio, non è mancata la lettura di una breve poesia messa insieme  poche ore prima e recitata da Remigjo Cosean, un personaggio dalla rima facile, molto noto in paese e dintorni per aver ricoperto il ruolo "cresima" nelle ultime edizioni della mascherata di Orsaria.


 La padrona di casa era l'unica presenza femminile ammessa all'incontro,
 clausola chiaramente specificata nello statuto dell'Associazione.

     Nel corso della serata, in vari momenti sono stato oggetto di espressioni di stima e di ammirazione per il lavoro che sto portando avanti, percependo chiaramente dalle semplici e genuine espressioni di quel gruppo di amici che conosco da sempre, quanto era  apprezzata la mia presenza in mezzo a loro.
     A mia volta ho ringraziato tutti per l'invito a quella cena e per il contributo offerto al "natisone", constatando come un'Associazione nata inizialmente con il solo scopo di riunire un gruppo di amici per un pranzo in compagnia (che è già un fatto positivo), trova sempre il modo per un gesto di solidarietà come quello già programmato per un caso pietoso accaduto ad Orsaria di recente...
     Ce ne fossero voe di fà nie di questa pasta in giro per il mondo...!

PICCOLA  HISTORIA  del  CLUB  dei  VOA di  FA’  NIA 
(Bruno Badino)

O pensi che a nessun i diplâsi,
dopo un periodo di stâsi,
rammentà  el  passât
de  nestra  societât ” 

         Questi versi di Remigio Coseani danno lo spunto per raccontare brevemente la storia della  strana “Società dei Voa di Fa Nia” di Orsaria.
         Correva l’anno 1971 quando un gruppo di amici buontemponi, vedendo che nel paese di Orsaria esistevano tante associazioni o gruppi che, nell’ambito della propria attività, s’impegnavano continuamente nell’ organizzare varie manifestazioni, che si concludevano inevitabilmente con prelibati pranzi o cene, hanno pensato bene di trovarsi ed fissare a loro volta una cena per tutti coloro che volessero far festa, senza nessun motivo apparente o legato ad altre società. Molti di questi amici erano stati i protagonisti delle tradizionali mascherate, di cui Orsaria va orgogliosa, ma allora sospese da molti anni. Uno di questi, Leonida Orgnacco propose di ufficializzare l’ evento con la fondazione di un Club, che con l’accordo unanime dei presenti si chiamò “VOA di FA  NIA”. Venne anche stabilito che la cena sociale avesse luogo ogni anno il 7 dicembre, vigilia di un giorno festivo (la Madonna), e che la sede della nuova società fosse il “Bar centrale da Rina”.
         Alla prima riunione presenziarono una trentina di compaesani e fu nominato il Direttivo, alla cui presidenza fu eletto all’unanimità Orlando Pitassi (conosciuto da tutti come Lant). Segretario Erasmo Pizzoni (Redo Tunìn) e consiglieri: Ismaele De Sabbata (Smaele Siliòt), Licisco Paoluzzi, Leonida Orgnacco (Leòn Picòt) e Quinto Paoloni.  Inoltre Remigio Coseàn fu proclamato solennemente poeta o meglio il vate della nuova associazione di gente di “buona volontà”. Fu anche scelto il simbolo del club con la figura di Gildo Stràc, poi stilizzata dal designer Marco Orgnacco e posta sul nuovo gagliardetto. Nel mai scritto statuto si legge che il gentil sesso non è rappresentato, anche se nel prosieguo degli anni c’è stato qualche tentativo di integrazione rosa, ahimè non riuscito felicemente.
          In questo modo la società, denominata ufficialmente “Club dei voa di fà nia”, ha vissuto con passione e senza alcun stress la propria vita sociale per una ventina di anni. Uno dei motivi del suo successo era l’attesa per la “poesia” di Remigio, che da vecchio autore delle farse delle mascherate di Orsaria, metteva tutta la sua sapienza ed esperienza per presentare graziosi componimenti in versi che prendevano in giro e satireggiavano persone ed avvenimenti della nostra comunità. Inutile dire che il risultato era sempre esilarante, anche perché rispecchiava l’animo degli abitanti di Orsaria, abituati da sempre a guardare il lato comico delle situazioni e nel metterli in evidenza, come nelle rappresentazioni carnevalesche di cui sopra. Remigio, oltre che autore, era stato anche uno degli attori di maggior successo sulla piazza di Orsaria, nei panni di Cresima, e come tale sapeva rendere speciali e godibilissime le sue “poesie”.  C’è da aggiungere che qualche anno dopo Remigio, Leon, Quinto, Licisco e tanti dei partecipanti di quelle cene di “sfaticati”, hanno fatto rivivere la Mascherata di Orsaria, che per quasi venti anni ha divertito gli orsariesi e un numero grandissimo di persone provenienti da tutto il Friuli.
         Tornando al “club dei voa di fa nia”, la cosa strana è che i soci sono tutti persone che nella vita lavorano sodo, molti per vera passione di lavorare, qualcuno perché ne sono costretti e pochi sono coloro che di lavorare non ne hanno proprio la voglia, ma solo una esigua minoranza, l’eccezione che conferma la regola.  Perché allora aderiscono al club del no-work ? La prima spiegazione sarebbe che per almeno una volta l’anno, il giorno della cena, effettivamente non vogliono assolutamente lavorare e desiderano di far parte della categoria dei fannulloni. (Conosco qualcuno che non vede l’ora che finisca quella giornata di festa, per poter mettersi al lavoro il giorno successivo). E quelli che effettivamente non hanno la voglia di lavorare durante l’anno e che partecipano alla cena annuale ? Solo costoro dovrebbero essere autorizzati a considerare il 7 dicembre la loro festa, una specie di anniversario o di onomastico; ma devono stare buoni, perché sono pochi e forse tollerati dagli “appassionati”  del lavoro .  Ma il motivo vero dell’esistenza di questa associazione sta proprio nel carattere degli orsariesi, da sempre attratti a quello che è strano, anticonformista e trasgressivo; ma soprattutto per loro ogni occasione è buona per fare festa e per divertirsi.
         Nel 1989, dopo tanti anni di duro lavoro, è arrivato un periodo in cui i soci si sono sentiti stanchi e anche per altri motivi logistici, si decise di cessare l’attività del “Voa di fa nia-Club”, e di riprenderla eventualmente quando sarebbe ritornata la voglia di lavorare.
         Nel 2001, anche in occasione della riapertura della trattoria “Al Natisone”, pare sia tornata quella “voglia” e così ci si accordò per ricominciare la nuova stagione del Club. Alla prima cena ci fu il rinnovo delle cariche sociali, dato che alcuni dei soci fondatori non c’erano più. All’ unanimità è stato eletto presidente Antonio Paoluzzi, mentre per eredità sono stati nominati: segretario Ofni Pizzoni (Azio), nipote di Erasmo, e primo consigliere Gianni De Sabbata, figlio di Ismaele. Naturalmente il vate rimane sempre  l’ intramontabile Remigio Coseàn. Si stabilì che la sede sociale da allora fosse collocata nel locale “Al Natisone” e che tutti coloro che partecipavano alla cena fossero di diritto soci della società.
         Grazie alla generosità di un socio e allo sforzo finanziario del Club, una delle cose più belle è stato lo spettacolo dei fuochi d’artificio al termine della cena.
         Dopo un anno ospiti della Casa delle Associazioni di Orsaria, il “Club dei Voa di fa nia” è ritornato per la cena alla sede sociale, che ora si chiama “La Rosa Blu”, con una maggior voglia di continuare la propria attività, nonostante il nome. E se quest’anno i fuochi artificiali sono rimasti spenti, si è provveduto a fare una lotteria di beneficenza, a favore del sito locale di internet, www.natisone.it, che da anni lavora con grande passione ed abnegazione per diffondere nel mondo le notizie e le tradizioni del nostro Friuli.
         Tornando al mataràn Remigio Coseàn, sarebbe bello riportare qui almeno qualche strofa delle sue poesie, ma tutti possono gustarle, leggendole nell’ archivio della società, che si trova nelle mani del segretario factotum  Azio – Ofni Pizzoni. A proposito di quest’ultimo, ci piace riportare la motivazione della Targa che il Club gli ha offerto tempo fa: “In riconoscimento delle Sue eccellenti prestazioni, presentiamo al segretario Azio questo Certificato di Merito per non aver svolto un bel niente dal dicembre 2001 ad oggi”.
Tutto questo nella filosofia della Società di coloro che non hanno voglia di fare niente.