Gradita visita di padre
Franco Lizzit, un salesiano che per 20 anni ha prestato la sua opera
missionaria
in Sierra Leone e conosceva molto bene padre Attilio, un suo
confratello che io collegavo via radio quando ero
attivo sulle frequenze dei radioamatori.
Da Udine, dove era si trova per qualche giorno, padre Franco mi
aveva telefonato per dirmi che era alla ricerca di alcuni canti in
friulano, per
una Messa che sarà celebrata tra breve.
Per padre Franco sono
riuscito a mettere insieme una serie di canti in friulano, brani "pescati" con una
certa difficoltà tra le migliaia di registrazioni eseguite in questi
ultimi anni. Sono però riuscito a mettere insieme nell'ordine:
Il suono delle
campane di Sedegliano (suo paese d'origine);
Vignît a cene;
Signôr vêt dûl di
nô:
Dal font de mê
anime;
Fradis miêi;
Ave o Vergjne;
'E lûs une Mari
Divine;
Suspîr da l'anime.
E' stato commovente osservare padre Franco, che non
resisteva alla tentazione accompagnare con il suo canto, mentre gli
facevo ascoltare i brani per predisporre un ordine di esecuzione e
creare il CD.
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Io con padre
Franco |
Prima di salutarmi,
padre Franco mi ha donato una matita, una semplice matita di grafite
nera, ma dal significato molto importante. "La sua figura
rappresenta molto bene la descrizione di una vita che si consuma ma
che lascia dietro di sè una traccia visibile, una testimonianza
profonda", è scritto in un foglietto che la accompagna.
Secondo padre Franco, anch'io sono una matita nelle mani di Dio,
che aiuta a disegnare un mondo migliore. Non credo di meritarmi un
simile paragone e comunque non credo di avere il tempo per esaurire la
grafite... sicuramente consumerò prima la gomma fissata all'altra
estremità, per cancellare tutti i miei errori...!
Ritenendolo uno degli
esempi da includere nell'elenco delle persone straordinarie delle
quali il Friuli deve esserne fiero, ho strappato a padre Franco
la promessa di mettere insieme per il nostro sito, la sua storia di
missionario e di emigrante.
Cercando via internet,
ho trovato una delle tracce della sua opera missionaria...
ESPERIENZE VOCAZIONALI
"Tu, che mi hai
battezzato..."
Otto anni
fa mi trovavo nella comunità saveriana di Genova, quando mi
arrivò una lettera dalla Sierra Leone. Vi era scritto:
“Caro padre Franco, non so se ti ricordi ancora di me. Mi chiamo
Emmanuel Sesay e, insieme a Pius, il figlio del catechista, ti
aiutavo a cacciare via i pipistrelli dalla soffitta della vostra
casa di missione a Mangeh Bureh.
Dopo che tu sei partito, ho completato le scuole superiori e ho
insegnato nelle scuole cattoliche. Ma questo non mi lasciava
contento del tutto; mi sono accorto che il Signore voleva
qualcos’altro da me. Dopo aver pregato, riflettuto e preso
consiglio, ho deciso di entrare in seminario per farmi
sacerdote. Tu devi essere il primo a saperlo, perché tu, proprio
a quel tempo, mi hai battezzato”.
L’otto maggio scorso, Emmanuel, quel ragazzo che avevo
battezzato, è stato ordinato sacerdote. Ora, secondo la parola
di Gesù, insieme ai suoi tre compagni è diventato pescatori di
uomini.
p. FRANCO LIZZIT, sx |