...è intervenuto brevemente
S. E. R. Mons. Dino De Antoni Arcivescovo di Gorizia...
«La nostra vita dura settant’anni, ottanta per i più robusti» dice
il salmista. E la tempra di Orlando Dipiazza
è senz'altro
robustissima, tanto che a ottant'anni la dimostra non solo vivendo,
ma lavorando con l'alacrità e la passione di sempre, sfornando
continuamente dalla sua mente e dal suo cuore nuove musiche, nuove
idee, nuovi progetti.
Spesso, in queste
occasioni, sono gli amici e i discepoli a pubblicare propri saggi,
scritti in onore di chi non è più attivo. Invece, nel volume che
l'Unione delle Società Corali del Friuli Venezia Giulia gli dedica,
il protagonista è lui stesso, con alcune delle composizioni prodotte
in questi ultimi dieci anni.
Penso che si smetta di
essere giovani quando non si ha più la capacità di vedere un futuro
per sé, di elaborare un progetto, quando le cose perdono sapore, le
passioni si spengono: e sono molti che invecchiano a vent'anni. Non
così il maestro Orlando Dipiazza, capace ancora di trovare nuovi
stimoli a comporre. Così questo volume per i suoi ottant'anni non è
la celebrazione di un passato: è semmai la testimonianza di un
percorso ancora in atto.
E sono certo che Orlando
Dipiazza ci riserverà ancora, per gli anni a venire, molti doni di
questa sua perenne giovinezza.
Sante Fornasier -
Presidente USCI Friuli Venezia Giulia
il maestro Orlando
Dipiazza con Franco Colussi e Sante Fornasier
Nota del curatore (Franco Colussi)
Avvicinandosi un appuntamento
importante qual è quello
dell'ottantesimo genetliaco del maestro Orlando Dipiazza, l'Unione
Società Corali del Friuli Venezia Giulia si è chiesta in che modo
poter esprimere la riconoscenza della coralità regionale a una voce
così significativa nel panorama compositivo contemporaneo. Ne è nata
l'idea di offrirgli un volume antologico, idea certamente non nuova
che rinvia in qualche modo alla consolidata tradizione dei
Festschrifìen, ma comunque efficace per diffondere ulteriormente
la sua opera anche al di fuori della piccola patria e per
condividere con quanti lo conoscono e lo stimano la gioia di questo
importante traguardo; in realtà a ben vedere questo volume
è un (altro) regalo che il maestro fa a
tutto il mondo corale, a partire da quello regionale.
I brani qui raccolti,
scelti tra le sue composizioni sacre recenti, sono quasi tutti
inediti e vogliono testimoniare il suo percorso artistico grossomodo
dell'ultimo decennio (1998-2009). Si tratta di musiche che intonano
testi liturgici o devozionali antichi, in parte «costruite sulla
tematica gregoriana non intesa come cantus firmus, ma come
linfa vitale che arriva in tutte le voci infondendo alla pagina vita
e vigore», in parte, tra quelle di sua invenzione, «legate ad una
modalità largamente intesa» (G. Radole): nella reinterpretazione non
mancano le citazioni melodiche più o meno estese e manifeste, come
si può vedere, tanto per fare un esempio, nell'attacco del Tenore I
in Da pacem Domine che intona l'inizio dell'antica melodia
del canto devozionale cui si ispira o il ricorso alla tecnica dell'alternatim
come nell'inno Ave maris stella in cui la nuova intonazione
polifonica dialoga con l'antico canto monodico.
...si sono susseguiti
intermezzi musicali in diverse configurazioni del
Quartetto d'archi Stradivarius,
con il soprano Francesca Moretti e Giovanni Leonardi al pianoforte...
Questa antologia, pur nel
limitato numero delle composizioni presentate, è costruita
all'insegna di una certa varietas: diverse sono infatti le
tipologie di organici corali cui si rivolge proprio per offrire
un'ampia fruibilità (coro misto, femminile e maschile, con presenze
di solisti, a cappella, con accompagnamento organistico, da tre fino
a otto voci), diverse le lingue (latino, italiano e friulano),
diverse infine le possibili destinazioni liturgiche (l'antifona
Regina caeli e l'inno Ave maris
stella per le feste mariane o in memoriis, il Nunc
dimittis
ossia il Canticum Simeonis per le Compiete, la
sequenza Veni Sancte Spiritus per festa di Pentecoste, gli
inni devozionali Puer natus in Bethlem e Caecilia felix
- quest'ultimo più noto col titolo
Tubas cum citharis
-rispettivamente per Natale e per la festa di S. Cecilia, il
Canticum, traduzione e centonizzazione di
alcuni passi del Cantico dei Cantici,
per il comune delle vergini o delle feste mariane, ecc.).
Naturalmente, anche se ispirate a
precisi momenti liturgici, esse non sono certo vincolate a queste
sole occasioni. Le composizioni qui
raccolte sono state raggruppate, per motivi pratici, secondo
l'organico, a partire da quello misto che è
il più rappresentato, e disposte all'interno di ciascun
gruppo in ordine cronologico.
...il critico musicale
Mauro Zuccante
con Orlando Dipiazza...
Il volume
si chiude con una messa (i canti dell'ordinario ad eccezione del
Credo) in friulano composta dal
maestro in onore del santo titolare della sua parrocchiale di Aiello
del Friuli, San Durì, ossia sant'Ulderico
vescovo di Augusta, presentata in doppia scrittura (per coro
misto e per coro virile); è a mio vedere una
sorta di doppia firma con cui Dipiazza rinsalda il proprio
legame con la parrocchia d'origine e con la
lingua materna. Simile attaccamento alle proprie radici mi
ricorda quello di un'altra significativa voce
del nostro tempo, quella di Goffredo Petrassi che non
dimenticò mai la sua terra di Zagarolo; il richiamo possa
essere beneaugurante considerata la
straordinaria longevità creativa e biologica (mancò per un soffio
il secolo) di quest'ultimo.
Concludo
dicendo che il maestro Orlando Dipiazza non avrebbe bisogno di
alcuna presentazione (e ancor meno
della mia) dal momento che il suo nome e la sua musica sono ben noti
e apprezzati nel mondo corale non solo
nazionale. Tuttavia, per venire incontro a quanti volessero per una
volta, legittimamente, tentare di
"violare" il suo tradizionale riserbo, ho insistito affinchè egli
accettasse di rendere pubblico, in apertura a
questa antologia, quell'affettuoso medaglione che di lui ha
scritto pochi anni or sono uno dei suoi
maestri, il compianto don Giuseppe Radole. A questo agile
profilo invio caldamente il lettore prima di
immergersi nello studio delle musiche.
...il pubblico presente
nell'Auditorium San Rocco di Gorizia... |