Abbazia di Rosazzo (UD),
29 Agosto 2009
PRESENTE E OLTRE
NEL PENSIERO E NELL'OPERA
DEGLI ARTISTI CONTEMPORANEI DELL'ALPE ADRIA
Presente e “oltre” nell’opera degli artisti
dell’Alpe Adria
Inaugurata una
collettiva di alto livello a Rosazzo con 18 artisti internazionali
Sabato 29 agosto, nella splendida cornice medievale dell’abbazia di
Rosazzo, è stata inaugurata la mostra "Presente e oltre" nell’opera
degli artisti dell’Alpe Adria, una collettiva internazionale di
prim’ordine che vede i partecipanti confrontarsi con l’impegnativo e
affascinante tema del trascendendente.
All’esposizione, promossa
dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, organizzata
dall’associazione AURA e patrocinata dalla Provincia di Udine, dal
Comune di Manzano e dalla Fondazione Rosazzo partecipano diciotto
artisti di varia nazionalità: Italia, Croazia, Austria e Slovenia.
All’iniziativa, presentata dal critico d’arte Alessandro Fontanini,
è intervenuto il presidente di AURA Claudio Mario Feruglio, il
consigliere regionale Ugo de Mattia, i sindaci e le autorità del
territorio.“L’iniziativa”, spiega il Consigliere Ugo De Mattia “si
pone l’obiettivo di promuovere il nostro territorio con una serie di
eventi culturali qualificati di caratura internazionale in grado di
coinvolgere importanti artisti di quattro diverse nazioni in una
riflessione fondamentale e quanto mai attuale in una società che si
sta rapidamente trasformando e che troppo spesso perde di vista quei
valori fondamentali e profondi che ne hanno caratterizzato la
storia”.
Ideata da Claudio Mario
Feruglio e curata dal giovane critico d’arte udinese Alessandro
Fontanini, Presente e oltre intende approfondire quel legame
e quella tensione che nella storia dell’arte gli artisti hanno
sempre dimostrato verso una situazione diversa da quella corrente,
giudicata limitata e non del tutto rispondente alle attese per
realizzare una forma di vita più vera in grado di superare i confini
fisici, strettamente connessa all’anima e all’immaginario.
Secondo Feruglio “La ricerca
del sacro è una necessità interiore che l’artista non può rinnegare
né rifuggire anzi, di fronte a essa si apre un mondo tutto nuovo, la
parola rivelataci. Il titolo di questa mostra Presente e oltre sta a
significare proprio questo: la dimensione del presente in proiezione
verso l’oltre”.
Come spiega Alessandro
Fontanini nel catalogo “La capacità di pensare e quindi desiderare
situazioni e mondi sempre più elevati e compiuti è una prerogativa
dell'uomo. E’ un bisogno della sua coscienza più profonda che tende
a realizzare una forma di vita più vera che sente pulsare al proprio
interno: è l’esigenza della trascendenza, del superare i confini
fisici, strettamente connessa alla sua anima e al suo immaginario,
al Sacro. La definizione del termine trascendenza si può agevolmente
capire se si confronta con il suo opposto che è l’immanenza: un
mondo chiuso, autonomo, che vive in base alle sue energie interne e
dipende solo da ciò che ha dentro di sé. Un mondo che non avverte
l’esigenza di uscire dal suo presente perché questo lo soddisfa
pienamente.
Molti giudicano il nostro tempo come la conseguenza di una cultura
che si è allontanata dai valori del trascendente per occuparsi di
questioni legate alla vita sociale, all’utilitarismo con un
linguaggio che risulta spesso astruso, avulso e criptico, ma
ovviamente l’Arte è sperimentazione e quindi invenzione di forme
nuove che possono apparire incomprensibili a chi è legato a
pregiudizi estetici o intellettuali.
In realtà l’Arte si è
profondamente modificata insieme con la società, subendo processi di
parcellizzazione e decontestualizzazione che l’hanno resa molto più
difficile da capire. Gli artisti però hanno continuato a dialogare
con le forze superiori e l’immaginario in quanto ciò che trascende
da individuale diventa universale, ed in quanto tale, supera lo
spazio, il tempo e le questioni terrene: una dimensione immortale
che è il risultato di un percorso non raggiungibile in maniera
razionale ma attraverso il concepimento di un qualcosa che supera la
morte intesa come fine ultima della vita.
E’ questo impulso che ha mosso
e continua a muovere l’essere umano in direzione dell’immortalità,
dimensione da sempre ritenuta sacra in quanto concernente Dio. In
questo senso possiamo stabilire che l’Arte diventa trascendente
quando pone gli aspetti formali, mortali e provvisori in secondo
piano rispetto tensione della volontà umana verso l’infinito.
Il connubio Arte e trascendenza
può essere vissuto in maniera molto diversa ma ha dei minimi comuni
denominatori: per gli artisti l’Arte è sacra in quanto è il mezzo
che permette loro di superare i confini della dimensione terrena.”
Protagonisti sono alcuni fra i
più importanti artisti del panorama dell’Alpe Adria come Bluer,
Giancarlo e Giuliano Caneva, Antonio Crivellari, Carlo Condello,
Pietro de Campo, Claudio Mario Feruglio, Cluadio Fontanella, Cesco
Magnolato, Gianna Marini, Arrigo Poz, Cluadia Raza, Daniel Tarondo,
Roberto Tigelli Toni Zanussi, Gernot Schmerlaib, Gea Tanja Rusjan,
Bruno Paladin.
L’esposizione, visitabile fino
al 13 settembre, è documentata da un raffinato catalogo di 98 pagine
arricchito dalle illustrazioni delle opere presentate. |
Uno sguardo alla mostra...
CLAUDIO MARIO FERUGLIO
«Il sacro è linfa vitale per l’arte»
(GABRIELLA
BUCCO
-
LA VITA CATTOLICA - SABATO 29 AGOSTO 2009)
IL PITTORE CLAUDIO
MARIO
FERUGLIO, che da anni
sostiene un’arte impegnata sul versante religioso, spiega le
caratteristiche della mostra «Presente e oltre», da lui ideata
all’Abbazia di Rosazzo.
Come nasce l’idea di questa mostra? -
«Fa parte di un progetto molto ampio ed articolato,
iniziato nel 1999 con le esposizioni dell’anno giubilare dedicate
alla croce e che sono state allestite a Udine, Cividale e Venzone.
Successivamente questo itinerario espositivo dedicato al Sacro
contemporaneo è stato trasportato nel complesso abbaziale di
Moggio con le mostre "La parola rivelata", "Dall’invisibile al
visibile" e "Il tuo volto Signore io cerco". Questo percorso si è
concluso a Zuglio in un incontro multireligioso dove avevo
coinvolto artisti di religione diversa: cattolici, ebrei,
mussulmani, ortodossi e un agnosta. Queste mostre internazionali
sono giunte all’ottava edizione e nell’abbazia di Sesto al Reghena
ho dato il via al costituendo museo di Arte sacra contemporanea.
Ogni anno, compatibilmente con i fondi a disposizione della
Regione, cerco infatti di acquisire qualche opera».
A che punto è il progetto? -
«Il museo non è ancora aperto, è in divenire,
aspettiamo che l’amministrazione comunale individui una sede
adatta, dopodiché diverrà luogo di incontri, posto di meditazione
secondo un concetto delle arti visive egate alla tematica del
trascendente».
Qual è il suo concetto di arte? -
«Ho una idea dell’arte sacra molto personale, un
conto è quella per il culto dove predominano il rispetto
dell’iconografia religiosa e le esigenze della committenza. Però
se un artista sente il bisogno della sacralità, di realizzare
un’opera sacra, quest’ultima è frutto del dono di Dio, di una
sperimentazione fortemente interiore. Il titolo dato alla mostra
"Presente e oltre" ha questo significato: il presente è quello
della quotidianità, se non c’è prospettiva ulteriore, un oltre
tutto diventa arido».
Qual è il ruolo dell’artista ? -
«Gli artisti sentono poco il problema religioso
perché lo ritengono superato, invece la problematica del sacro
dovrebbe essere la linfa vitale che fa muovere tutta la loro
ricerca. Per ora la destinazione di queste opere resta il
collezionismo privato, dove anche un paesaggio ispirato alla
poetica del silenzio può diventare ascolto dell’anima e condurre
alla meditazione. Mi sembra che la Chiesa debba stare più vicina
agli artisti, che sono spiriti solitari e rischiano di essere
condizionati dalla quotidianità e dalle false mode e culture. Il
senso religioso che è innato in ogni artista deve essere
supportato dalla Chiesa; è una mia sfida la ricerca del
trascendente».
Come sono stati scelti i partecipanti? -
«Cerco artisti di Italia, Austria, Slovenia,
Croazia con cui ho legami, ma mi piace scoprire sconosciuti, la
mia idea è distogliere l’artista dalla sua ricerca, invitandolo a
farne una del tutto diversa. Non voglio catechizzare nessuno, ma
sensibilizzare al problema del trascendente, tipico dell’uomo di
ogni tempo, specie adesso in una società caratterizzata da una
grande confusione. La più giovane tra gli espositori è la
scultrice slovena Gea Tanja Rusjan, saranno presenti artisti
storici come Poz e Magnolato, fino alle generazioni di mezzo di
cui io stesso faccio parte».
Quali sono gli aspetti innovativi ? -
«Una novità è l’apertura all’Austria, Slovenia e
Croazia, vorrei fare entrare gli artisti nella filosofia della
casa comune della cultura europea per dare loro la possibilità di
formarsi e lavorare insieme, mentre oggi tutti tendono a lavorare
in proprio, mentre sarebbe più opportuno accordarsi. La
localizzazione delle esposizioni nella abbazie di Moggio, Rosazzo,
Sesto, tutte medioevali, serve a mettere in rapporto il sacro e il
contemporaneo, l’antico e il moderno». |
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