...panoramica sulla zona interessata...
Il
“Comitato per la difesa del patrimonio storico e paesaggistico di
Buttrio”, ha organizzato presso l'auditorium “G. Piccini” di Buttrio, un’assemblea pubblica
per esporre alla comunità l’incombente pericolo di
devastazione
ambientale e paesaggistica che minaccia una vasta area delle colline
a nord-est dell’abitato di Vicinale di Buttrio se verrà realizzato
il bacino di laminazione sul rio Rivolo. Un fronte di cemento di 170
metri per oltre 8 di altezza, una diga dalle dimensioni faraoniche
se rapportate alle dimensioni e alla portata del rio Rivolo.
I
componenti del Comitato da oltre un anno si stanno adoperando in
studi, approfondimenti, verifiche, confronti e partecipazione a
convegni, supportati da docenti universitari, professionisti e varie
associazioni ambientaliste, tutti esperti nella trattazione e
risoluzione dei problemi delle saltuarie esondazioni di corsi
d’acqua con tecniche all’avanguardia attuate in Europa. Esondazioni
sempre generate dall’incuria dell’uomo con errate politiche di
urbanizzazione, trascuratezza dei terreni agricoli e impropri usi
del territorio come la cattiva gestione di cave, che hanno colpito
tra il 1982 e il 2000 anche alcuni insediamenti abitativi e
produttivi di Buttrio edificati regolarmente ma in aree golenali.
Il Comune di
Buttrio fa parte dell’Associazione nazionale delle Città del Vino,
che dal 1997 ha adottato il Piano regolatore delle Città del Vino
che vincola moralmente i comuni aderenti ad un assoluto rispetto del
paesaggio e li impegna, con linee guida elaborate da esperti, ad
attuare chiare azioni di tutela e valorizzazione dello territorio
evitando la sua erosione e sottomissione al cemento. Buttrio, con
altri comuni della zona, è stato inserito dalla Regione FVG e dalla
Provincia di Udine nel “Parco della vite e del vino” e la
costruzione di questo ecomostro di cemento mal si accompagna a tali
intendimenti e investimenti di valorizzazione del territorio
vitivinicolo, nonché agli sforzi degli operatori di settore.
Il Comitato
reputa l’attuale progetto assolutamente incoerente non solo con la
difesa ambientale delle colline e del rio Rivolo, ma anche con la
storica vocazione vitivinicola ed enoturistica di Buttrio. Pertanto
chiede all’Amministrazione Comunale di sospendere l’iter di
realizzazione del bacino di laminazione, ovvero della diga, e di
avviare con la Regione FVG percorsi in linea con le più aggiornate
tecniche di gestione del rischio idrogeologico oggi attuate in
ambito europeo. Tali soluzioni non offrono solo alternative certe ai
mostri di cemento, ma anche costi più contenuti di realizzazione e
di manutenzione, maggiore efficacia del contenimento delle esondazioni lungo tutta l’asta del corso d’acqua, opportunità di
riassetto del territorio, rispetto degli ambienti naturale e della
fauna selvatica e ittica, valorizzazione del territorio a fini
turistici, elevati standard di tutela paesaggistica, coerenza con le
linee guida di gestione del territorio dell’associazione nazionale
Città del Vino.
Il Comitato
ritiene che questa grossa minaccia per il paesaggio possa
trasformarsi in una grande occasione di valorizzazione delle colline
e delle aree naturali attraversate dal rio Rivolo, da scegliere e
percorrere possibilmente con i comuni di Premariacco e Manzano
(finora esclusi), anch’essi insistenti sul rio Rivolo e sulle stesse
colline.
UNO DEGLI
INTERVENTI DELLA SERATA
...il pubblico che
con attenzione ha seguito il convegno...
BUTTRIO. Assemblea pubblica l’altra sera a Buttrio organizzata
dal Comitato per la difesa del patrimonio storico e
paesaggistico del comune. Argomento principale dell’incontro
il progetto approvato dal Comune per costruzione di un bacino
di laminazione sul rio Rivolo a Vicinale. Secondo il comitato
la realizzazione di tale progetto rappresenterebbe un’inutile
devastazione del paesaggio delle colline a nord-est
dell’abitato di Vicinale.
La serata è stata condotta da Francesco Fontanini portavoce
del comitato, di fronte ad una pubblico nutrito di cittadini,
favorevoli e contrari al progetto, accorsi per avere
delucidazioni sui lavori. Fontanini in vena polemica ad inizio
assemblea sottolinea l’assenza del sindaco Venturini, e di
tutta la maggioranza, assenza rimarcata da una sedia vuota
posta al centro del palco. Sottolinea comunque la forte
volontà del comitato ad un’apertura di un tavolo di confronto
con il sindaco e la giunta, per trovare una soluzione meno
dispendiosa economicamente e a maggior tutela dell’ambiente.
Il comitato da oltre un anno si sta adoperato in studi,
approfondimenti e verifiche, supportati da esperti, per
trovare una soluzione al grave problema delle esondazioni del
rio Rivolo, alternativa alla costruzione di un fronte di
cemento di 170 m di lunghezza e circa 7m di altezza. Secondo
il comitato le esondazioni che hanno colpito i centri
abitativi di Buttrio tra il 1982 e il 2000, sono state
generate dall’incuria dell’uomo, da errate politiche di
urbanizzazione, trascuratezza dei terreni agricoli.
Durante la serata viene sottolineato più volte, che il comune
di Buttrio fa parte dell’associazione nazionale delle Città
del Vino, e quindi vincola moralmente al piano regolatore a
tutela del paesaggio. La costruzione di un opera così
imponente quindi mal si accompagna ai precetti del
regolamento. Il comitato definisce il progetto assolutamente
incoerente sia per la difesa dell’ambiente e delle colline e
dello stesso rio Rivolo, ma anche con la storicità
vitivinicola ed enoturistica di Buttrio. Inoltre la
costruzione di un opera così invasiva e così costosa non
ridurrà il rischio inondazioni. “Per evitare ancora problemi
di inondazioni – conclude Fontanini – è necessario intervenire
lungo tutto il corso del rio e non in un solo punto.” (Silvia Riosa – Messaggero Veneto) |
La zona interessata
vista dall'alto...
(tnx
Google Earth)
(didascalie liberamente tratte dal
linguaggio popolare)
...il Rio Rivolo che scorre in periferia...
...e nell'abitato di Vicinale... prima di
attraversare il capoluogo...
DIGA
SUL RIO RIVOLO A BUTTRIO
La Vita Cattolica del 28 Febbraio
NON C’È
DUBBIO. La sicurezza dei buttriesi e delle loro abitazioni, messa a
rischio dalle possibili esondazioni del rio Rivolo, sta a cuore sia
al Comune che al Comitato per la difesa del patrimonio storico e
paesaggistico di Buttrio. È, però, radicalmente diverso l’approccio
alla questione, nonché le soluzioni prospettate. Il Comune spinge
per la realizzazione di un bacino di laminazione sul corso d’acqua
con una diga frontale di cemento di 170 metri per un’altezza media
di 7,80 metri, come si ricava dal progetto definitivo dell’opera
idraulica, che «garantirà la sicurezza di moltissime abitazioni, da
Vicinale sino a Camino, a rischio di allagamento », sostiene il
sindaco Tiziano Venturini. Il comitato, da parte sua, invita a
sospendere l’iter di realizzazione della diga, che con le sue
«dimensioni faraoniche » rappresenta «un incombente pericolo di
devastazione ambientale e paesaggistica» e ad «avviare con la
Regione percorsi in linea con le più aggiornate tecniche di gestione
del rischio idrogeologico già attuate in ambito europeo», cioè «a
scala di bacino, come prevedono anche le direttive comunitarie». In
pratica, interventi diffusi per trattenere l’acqua piovana dove
cade, in modo che arrivi all’alveo in minor quantità e più
lentamente; realizzazione e individuazione di aree golenali;
utilizzo di tecniche di ingegneria idraulica naturalistica per
stabilizzare i terreni e conservare la naturalità dell’alveo, come
suggerisce Adriano Zanferrari, professore di Geologia strutturale
all’Università di Udine, che ha supportato il comitato, assieme ad
altri esperti, nella individuazione di soluzioni alternative al
bacino di laminazione, presentate nel corso di una partecipata
assemblea pubblica, il 20 febbraio, a Buttrio. Grandi assenti il
primo cittadino e la giunta comunale, che avevano declinato l’invito
a mezzo stampa: «Si tratta di un comizio», si legge nella nota.
Accusa respinta dal comitato, che ha negato di avere interessi
elettorali ed ha invitato all’apertura di un tavolo tecnico con
sindaco e giunta per trovare una soluzione più economica e
rispettosa dell’ambiente. Nella nota, letta nel corso
dell’assemblea, Venturini ribadiva che «le valutazioni espresse dal
gruppo di esperti e progettisti coinvolti nel piano, sotto il
controllo degli uffici regionali preposti, non sembrano attestare la
catastrofica visione del comitato». La questione, ha dichiarato di
recente il sindaco, è di competenza della Regione che «ha approvato
il progetto, finanziato con lo Stato», giunto peraltro alle fasi
finali, ovvero alle pratiche burocratiche necessarie agli espropri.
E la Regione apre ora uno spiraglio. «Se il Comune ritiene opportuno
accogliere le istanze dei cittadini contrari alla diga e rifare il
progetto, riavviando la procedura, può farlo», afferma l’assessore
regionale all’Ambiente e lavori pubblici, Vanni Lenna. «Non è la
Regione a decidere se fare marcia indietro, ma il Comune». Certo è
che «se il Comune è andato incontro a spese relative alla
progettazione e quant’altro, cambiando idea sul progetto della diga,
dovrà rispondere delle spese sostenute». Lenna sottolinea, infine,
la disponibilità della Regione a collaborare con chi vuole
ridefinire un nuovo sistema di intervento sulle situazioni che hanno
una pericolosità oggettiva, come quella del rio Rivolo. A sentire
l’assessore regionale, c’è, dunque, il margine per rivedere il
progetto. La palla passa al Comune, che deve, comunque, attendere la
sentenza del ricorso al Tribunale superiore delle acque pubbliche
presentato da 8 proprietari di terreni compresi nell’area
interessata dal progetto di realizzazione del bacino di laminazione
e interessati dal piano di esproprio. «Si contesta la legittimità
dei provvedimenti amministrativi di approvazione del progetto
dell’opera idraulica, spiega l’avvocato Alessandro Ventura, che
segue il caso, in particolare l’incompetenza del Comune di Buttrio
ad adottare i provvedimenti impugnati a causa della sopravvenuta
decadenza della delegazione amministrativa per superamento dei
termini e il mancato assoggettamento del progetto alla procedura di
valutazione di impatto ambientale». La prima udienza, rinviata due
volte per motivi di ufficio, è fissata per metà marzo. |