Gusti di Frontiera e “Le nuove frontiere del Vino”
(Testi e foto di Devis Macor)
Il centro storico di
Gorizia si è letteralmente trasformato, per un weekend, nel crocevia
delle frontiere dei paesi europei e quelli prossimi a diventarlo.
Curiosando nel sito, si trovano diversi articoli su Friuli Doc e
altre feste, per creare una “variante” ed evitare di ripeterci,
quest’anno abbiamo deciso di “saltare” il servizio su Friuli Doc
(trattato con dovizia di particolari nel 2007) e di pubblicare
invece qualche breve servizio su altre manifestazioni, come questa,
che mai avevano trovato spazio in queste rubriche.
Già venerdi 26 settembre,
all’apertura degli stand alle 16, il centro storico era frequentato
da numerosi visitatori e turisti, folla che è andata via via
crescendo con il passare delle ore e con un notevole successo nei
due giorni successivi, complice il bel tempo.
I diversi stand
enogastronomici (alcuni dei quali, come quelli di austriaci e
stiriani erano gli stessi visti a Friuli DOC pochi giorni fa) erano
dislocati “a tema” nel centro cittadino.
Così un turista di
passaggio poteva trovare intere aeree dedicate alle specialità delle
diverse regioni. Come accennato poco fa un’intera area era dedicata
a Stiria e Carinzia in particolare e più in generale ad Austria e
Germania, i chioschi che vendevano salsicce, wurstel, Wiener
Schnitzel e birre tedesche e austriache erano sempre colmi di gente,
con code che ricordavano le interminabili attese di “Friuli DOC”,
anche se su scala ovviamene inferiore.
Un altro importante
settore era dedicato alla Francia. Anche qui gli stand erano
spettacolari e particolarmente ricchi di curiosità. Non mancavano i
chioschi dove si potevano assaggiare i vini francesi più pregiati
come il “Bordeaux” o il “Bourgogne”. Ma si potevano anche acquistare
altri prodotti tipici francesi, come ad esempio il sapone di
Marsiglia, o l’aglio. Un'altra area la occupavano i paesi dell’est-europa
come Montenegro, Albania, Serbia, Ungheria, Repubblica Ceca. Anche
qua si potevano degustare i loro tipici prodotti enogastronomici.
Non da meno erano tutti
gli stand “locali”, delle pro-loco della zona, ed altri nei quali si
potevano assaggiare i prodotti nostrani, soprattutto i vini del
Collio, compresi i vitigni autoctoni.
Inoltre non pochi erano
gli stand con prodotti di tipo artigianale (con prodotti molto
curiosi, come ad esempio le rose di legno) affiancati da chioschi
enogastronomici con specialità tipiche da tutt’Italia. Infine ogni settore
presentava degli intrattenimenti musicali con complessi, band e
spettacoli vari.
Sempre nell’ambito della
manifestazione, ed in tema con la stessa, nella suggestiva cornice
del castello di Gorizia presso la "sala del conte") il 26 settembre ha
avuto luogo il convegno “le nuove frontiere del vino” al quale ho
potuto assistere. Tra i relatori del convegno c’era il giornalista e
agronomo Claudio Fabbro, noto amico del “Natisone” che ha trattato
in modo impeccabile il tema “Brevi cenni storico ampelografici
dell’area Mitteleuropea con focus sui vitigni autoctoni”. I vitigni
autoctoni, appunto, sono stati i protagonisti del convegno. Tra le
testimonianze, preziosa è stata quella di Patrizia Felluga,
Presidente del Consorzio Tutela vini DOC Collio, che ha esposto la
difficoltà da parte delel aziende di seguire un numero eccessivo di
vitigni con la proposta di unificare le produzioni con il “Collio
Bianco”. Il convegno era organizzato e promosso dal Comitato Vinum
Loci, Udine e Gorizia Fiere, comune di Gorizia, Camera di Commercio
di Gorizia e banca popolare friuladria Credit Agricole.
Dopo le conclusioni è
seguita, sempre in castello, una degustazione di ottimi vini
autoctoni, friulani e sloveni soprattutto, con tanto di sommelier
qualificati. Personalmente ho provato un Terrano e un altro vino
sloveno autoctono molto buono dal nome però difficilmente
pronunciabile. Ha cosi avuto luogo il brindisi inaugurale della
manifestazione “Gusti di Frontiera” alla presenza del presidente
della Regione Renzo Tondo, una festa che, nonostante la virtuale
“caduta” di molte frontiere di confine del passato, continua ad
essere espressione della diversità e dell’interazione di diverse
culture.
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