nuove dal friuli e dal mondo

Prepotto (UD), Agosto 2008
Santuario di Castelmonte

Articolo dedicato al libro di Oddo Lesizza
Segni devozionali delle Valli del Natisone
(Edito dalla Società Filologica Friulana)

     Diamo spazio alla presentazione del libro di Oddo Lesizza, prezioso collaboratore del nostro sito e che in questi ultimi due o tre anni ha realizzato dei preziosissimi servizi fotografici, molto utili per l'arricchimento delle nostre pagine. Con una modestissima digitale che le ho prestato (la quale produce al massimo foto 1600 x 1200 pixel), con l'esperienza maturata utilizzando la sua classica reflex analogica, Oddo ha raccolto per noi dei servizi fotografici realizzati principalmente nelle vallate che circondano il santuario di Castelmonte, con gruppi di 400-500 foto per volta dei quali non è stato necessario cancellarne nemmeno una...
     Nel 2007 mi è sembrato giusto dare spazio al suo prezioso lavoro attivando la rubrica "Le foto di Oddo", alla quale non ho ancora dedicato l'attenzione che merita, ma che è mia intenzione sviluppare ulteriormente...
     Conoscendo la sua infinita modestia, non mi dilungo nel descrivere la sensibilità ed il buon cuore di questa squisita e umile persona, dimostrati concretamente durante e dopo la mia permanenza in ospedale nell'agosto dello scorso anno. Grazie Oddo!... con tanta riconoscenza, Aldo Taboga.

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Abbiamo effettuato un servizio alla presentazione del libro effettuata a San Pietro al Natisone
il 28 novembre 2007>>>

...tutte le foto (inserite in ordine casuale) sono tratte dai servizi fotografici di Oddo Lesizza...

Segni devozionali delle Valli del Natisone
Un'interessante pubblicazione sul territorio in cui è inserito il santuario di Castelmonte
(Di Alberto Picotti – tratto dal bollettino mensile “La Madonna di Castelmonte” del Giugno 2008)
www.santuariocastelmonte.it

Negli ultimi tempi è molto cresciuta la sensibilità nei confronti dei segni di devozione di cui i nostri antenati hanno costellato il territorio (capitelli, affreschi, crocifissi, statuette, «maine»...). Il Friuli, come altre regioni, è ricco di tali segni di devozione della gente, quasi sempre povera di cose, ma ricca di fede. Il libro che presentiamo è una specie di itinerario, che aiuta a scoprire la fede semplice e profonda di coloro che sono vissuti prima di noi nello splendido territorio delle Valli del Natisone. 

La pietà popolare e le sue espressioni «artistiche»
Facciamo nostro il titolo di un libro felicemente giunto in Redazione, un libro di Oddo Lesizza, che non può mancare di coinvolgerci appieno, oltre che per i suoi contenuti intensamente religiosi, anche perché investe, geograficamente, il nostro santuario. Segni devozionali, dunque, il nostro argomento e, prima di entrare nello specifico delle nostre Valli, cito un volume analogo riferito ai segni religiosi del Friuli occidentale. Ne colgo solo l’eloquente titolo: C’era una volta la pietà popolare e proprio questo ci aiuterà a comprendere meglio l’importanza dell’opera di Oddo Lesizza che ci accingiamo a presentare. Quel C’era una volta... la dice lunga, ma, fortunatamente, ci sono delle felici eccezioni. La pietà popolare è stata espressa per secoli attraverso segni devozionali realizzati particolarmente nelle aree agresti ed era ispirata da una fede-fiducia profonda in Dio, nella Madonna, nei santi: fede, nello schietto abbraccio di essa e fiducia nell’atavica supplica di protezione da ogni avversità. Ma non mancavano pure le devote espressioni di ringraziamento per benefici ricevuti. Quanti ne vediamo tuttora di quadretti P.G.R. (Per Grazia Ricevuta) all'interno delle chiese, ma qui ci riferiamo particolarmente ai segni devozionali «esterni». 

I segni della fede antica e il prezioso «censimento» di Oddo Lesizza
Questi segni devozionali che incontriamo ancora un pò' ovunque lungo le strade delle nostre campagne, le stradicciole dei colli o i sentieri dei nostri monti - segni spesso abbandonati al degrado! - si esprimevano con l'erezione di cappelle, capitelli, ancone, edicole, croci e crocifìssi, statue e anche con affreschi, formelle, terrecotte, nicchie e teche... Devozione! Autentica pietà popolare, schietta e intensa, concretizzata in opere durevoli che, talora, esprimevano pure notevoli valori artistici, ma ciò che se ne coglie, soprattutto, è proprio l'intensa espressione di fede. Ebbene, il quasi totale rallentamento in queste realizzazioni e, spesso, un triste abbandono all'usura del tempo di quelle divenute già storiche, dovrebbero indurci a un'intensa sensibilizzazione di conoscenza e di possibile, doverosa salvaguardia. Per le Valli del Natisone, le nostre Valli, ci ha pensato la fervida iniziativa di Oddo Lesizza, uomo delle Valli, appunto, attivo e concreto, creando una ricchissima documentazione fotografica quale ottima propedeutica per indurre a un'intensa sensibilizzazione verso questa storica realtà dei nostri segni devozionali, richiamandoci alla fede che li ha prodotti e, quindi, all'opportunità o, meglio, al dovere di conservarli ponendo mano a concreti restauri. 

Gente povera di cose ma ricca di fede
Sarebbe pure un riverente atto di ossequio verso gli antenati che, in tempi ben più duri e difficili economicamente, non hanno rinunciato ad esprimere la loro fede lasciandone concreta documentazione. In una particolare foto di Lesizza mi ha colpito la dedica scritta sulla facciata di una cappella, così significativa della ricca pietà popolare della povera gente! Eccola: «Questa Capella è fatta con l'ellemosina dei poveri» (sic! In località Brischis, Vallata dello Judrio, p. 72). La preziosa opera documentale di Oddo Lesizza è durata diversi anni, realizzando un'eccezionale antologia fotografica riferita a ben 134 località di tutti i sette comuni delle Valli: Drenchia, Grimacco, Pulfero, San Leonardo, San Pietro al Natisone, Savogna, Stregna, oltre alle 33 località dei comuni limitrofi Prepotto e Torreano, relativamente affini. Nel libro che ne è seguito sono riportate oltre 500 fotografie a colori! Qui, per evidenti ragioni di spazio, possiamo riprodurne solo alcune, ma - senza tema di esprimerci in termini reclamistici - non possiamo fare a meno di suggerire e caldeggiare l'invito a farsi dono di questo splendido volume di 270 pagine che l'anno scorso ha trovato l'editore ideale nella sensibilità della Società Filologica Friulana con una entusiastica e partecipe «Prefazione» dello stesso presidente, dr. Lorenzo Pelizzo, e la dotta «Introduzione» del prof. Giuseppe Bergamini. 

Una lettera di ringraziamento all'autore
In Redazione è, poi, giunta una lettera, indirizzata a Oddo Lesizza da «un abitante delle Valli del Natisone». Essa compendia candidamente l'opera dell'autore, commentando e apprezzando il profondo spinto che anima e impreziosisce il suo recente libro. Concludiamo questa nostra «Testimonianza» ritenendo giusto e quanto mai opportuno riportarla integralmente: «È doveroso ringraziarla per la sua opera viva e fatta col cuore: Segni devozionali delle Valli del Natisone. Essa ci documenta in modo semplice la fede che la nostra gente aveva. Era la fede semplice e profonda che aiutava la nostra gente ad affrontare la durezza del vivere quotidiano su questa bella terra, le Valli del Natisone, e ad avere speranza. Con la sua paziente e impegnativa ricerca nei nostri paesini, ci aiuta a scoprire e a cogliere le nostre radici, tanti piccoli segni, la bellezza e la varietà del creato, il suo manifestarsi anche attraverso tantissimi colori, il riferirsi costante all'Essere Superiore. Questo suo libro potrebbe rappresentare la traccia per un percorso di ricerca, di rinnovata fede, nei nostri sette comuni, e ciò per ogni singolo, per i gruppi, per le scolaresche, ad esempio, quale interazione tra fede-natura-cultura: tutti ne trarranno sicuramente beneficio. Aiuterà a contagiare positivamente di fede semplice, a far sentire la Presenza, a vedere in ogni persona il capolavoro del creato. Continui a rappresentare il patrimonio di fede coraggiosa della nostra gente: chiese-campanili-campane con il loro canto, le processioni, i luoghi ove si vive il sonno profondo... Ai giorni nostri manca quello che i nostri anziani chiamavano «Strah Bozi» (il «timor di Dio», ndr). Tutta la loro giornata era rivolta a Dio. Persino nella stalla c'era il santino e veniva benedetta; alla sera, quando andavano a chiuderla, si facevano il segno della croce, chiedendo che anche gli animali venissero protetti. Anche la sua opera da voce alle Valli del Natisone e contrasta positivamente lo spegnimento dei nostri paesi». 

Aggiungiamo, ottimisticamente, che non ci sarà «spegnimento» finché ci sarà l'opera sensibile, attiva, illuminante di persone come Oddo Lesizza e di tutti coloro, speriamo molti, che sapranno cogliere il suo concreto messaggio e operare di conseguenza.