Tra il materiale storico che mi sono ritrovato tra le mani
riguardante la Nuova Banda di Orzano, costituito da opuscoli
stampati in occasione dei vari anniversari di fondazione, ho
scelto un articolo scritto dallo stesso Giacomo Pontoni
fondatore e per tanti anni direttore della NBO. Il testo non è
solo un vero e proprio testamento spirituale ma una vissuta e
sofferta pagina di storia del nostro paese, a cavallo
dell'ultimo conflitto mondiale.
Come prima foto ho scelto una posa caratteristica del
dinamico Direttore, immagine stampata molto chiaramente nella
mia memoria. (Webmaster Aldo Taboga, curatore di queste
pagine...)
Giacomo Pontoni, ovvero, mezzo secolo di storia
Cinquanta anni della mia vita
dedicati alla musica, riguardano il periodo dal 1926 al 1976.
(Agosto 1976 - m. Giacomo Pontoni)
Io sottoscritto Giacomo Pontoni, nullatenente -terza
elementare- ho conseguito la licenza di V Elementare all'età
di 33 anni a Thiesi di Sassari, mentre prestavo servizio
militare nelle file della Banda dell'88° Reggimento «Divisione
Friuli».
Di professione «contadino per forza»: il mio sogno era
di dedicarmi alla vita militare, per spirito di avventura e
per conoscere il mondo; non certo per velleitarismo, ma la mia
amata mamma (recentemente scomparsa), mi aveva riportato alla
realtà della vita dicendomi che «se non si lavora la terra,
non si mangia» e così il mio intento fallì.
In effetti, la mia vita fu dura, anzi durissima fin
dall'infanzia; in quei tempi era dura per tutti i ragazzi di
allora, ma per me forse più degli altri. Oltre a coltivare la
campagna dell'insigne Capitolo di Cividale, mio padre faceva
anche il sagrestano, per conseguenza di ciò ero impegnato ogni
mattina a «tirare» le corde per il suono delle campane e
servire la S. Messa.
Durante l'estate, levata alle ore tre del mattino, si era già
sui campi: «mangiare poco e lavorare tanto». All'età di dodici
anni supplicai i miei genitori di lasciarmi imparare la musica
ma la risposta è stata negativa, dettata dalla dura realtà: Te
lo potremo concedere ad un patto: che tu impari a falciare
l'erba! A tredici anni, eravamo nel 1926, avevo imparato a
fare il fieno, sapevo adoperare la falce, ma quanta fatica!
Allora non esistevano le falciatrici meccaniche. Finalmente,
in quell'autunno ebbero inizio le prime lezioni di musica
anche se a rilento a causa delle scarse possibilità
finanziarie della Banda di Orzano; era povera e non aveva
fondi per pagare un maestro. Quindi, solo in casi estremi ci
si avvaleva del m.° Cesare Liberale di Udine, al quale devo
l'insegnamento delle prime posizioni del flauto, mentre per la
teoria ricevevo saltuarie lezioni dal vice-maestro Giovanni
Zuccolo, mi dovetti perciò arrangiare molto da solo.
Nel 1933 subentrò alla direzione della nostra Banda il
bravo m.° Giuseppe Stella «Beput», allora vice maestro della
Banda di Nogaredo di Prato, il quale mi consigliò, vista la
mia grande passione per la musica, di arruolarmi nella Banda
Presidiaria di Udine, ma la mia domanda non venne accolta.
Ebbi più fortuna nel maggio del 1934 in quanto avendomi
il Distretto Militare di Udine assegnato all’8 Alpini chiesi
ed ottenni di venire assegnato alla Fanteria, nel Meridione
d’Italia e così raggiungere il duplice scopo: imparare bene la
musica e vedere un pò l’Italia. A quei tempi era l’unico modo
per poter viaggiare e conoscere luoghi diversi per chi non
aveva mezzi.
Tuttavia, essendo l’ultimo giorno del reclutamento, con
i quadri quasi completi, venni assegnato al Gruppo Someggiato
del 9J Artiglieria a Trento e feci parte di quella prima
fanfara militare, con cappello alpino, iniziando così la
«carriera» di suonatore. Nel 1935 venni richiamato al 15°
Artiglieria a Conegliano Veneto al Reparto Banda diretto
dall’abruzzese m.llo L. Fossati e lì mi feci le ossa al punto
di riuscire a vincere un concorso nella Banda della Milizia
Ferroviaria di allora. Tuttavia, in attesa di essere assunto,
nel maggio del 1940 venni assegnato al 55° Btg. di Gemona che
unitamente all’80° di Parma vennero incorporati nella
Divisione «Granatieri di Sardegna» ed inviati in Jugoslavia a
Lubiana.
Facendo parte di quella Banda, imparai la scrittura
della musica, a trascrivere gli spartiti dei maestri F.
Zugliani (friulano di Tarcento), di Brindani, Tagliavini e
Casanova (parmensi), nati per la musica brillante con stile
alla Secondo Casadei.
Ne 1942 trovandomi in Sardegna, presi parte allo sbarco
in Corsica ove ogni sera tenevamo un concerto in piazza a
Bonifacio.
L’8 settembre 1943, dopo la caduta del fascismo,
sciolta la Milizia, ero di nuovo a Thiesi in Sardegna.
Assegnato alla nuova formazione della «Divisione di
Combattimento Friuli» 87° ed 88° Fanteria che, rientrata a
Napoli nel 1944 ha affiancato gli Alleati fino alla
Liberazione. Al sottoscritto entrato a far parte di questa
prestigiosa Banda diretta dai Marescialli Tabor e Lorenzo
Valente di Manfredonia, venne affidato l’incarico di riesumare
e trascrivere l’intero repertorio musicale della Banda della
Divisione Friuli» che nei combattimenti contro i Tedeschi a
Bastia, si trovava dopo l’8 settembre privata degli strumenti
di musica e degli spartiti musicali.
Al mio rientro nel giugno del 1945 al mio paese ad
Orzano, come ebbi occasione di accennare in precedenza, venni
nominato maestro direttore della banda con pieni poteri, ma
essendo mancata la collaborazione ed anche a causa della
scarsa frequenza alle lezioni, nel luglio del 1948 rassegnai
le mie dimissioni.
Desideravo tanto portare la Banda ad un buon livello
artistico, solo con la buona volontà e senza spese, a
vantaggio di tutti, per un solo nome: «ORZANO».
Nell’agosto dello stesso anno, venne la volta buona,
avendo ritrovata la necessaria collaborazione e con l’appoggio
di fedeli suonatori fondammo il 15 agosto 1948 la « NUOVA
BANDA DI ORZANO », moderna e democratica al motto di:
Passione, Disciplina e Sacrificio.
Senza scopo di lucro, ma con intento educativo e
culturale, rivolta soprattutto ai giovani offrendo loro un
modo utile di impiegare il tempo libero, in un mondo egoista
ed incline allo sfaldamento morale, effettuando servizi
soprattutto nei piccoli centri dove è più difficile
raccogliere fondi per richiamare grandi e rinomate Bande, si è
suonato in occasione di feste religiose, patriottiche e
popolari al di fuori dei partiti politici.
Il cammino della Nuova Banda di Orzano si è rivelato
vieppiù trionfale: dopo soli due anni dalla fondazione era la
più richiesta in provincia di Udine; dopo cinque anni la più
richiesta nella Regione Friuli-Venezia Giulia (primato che
detiene tuttora) inoltre è presente annualmente nelle province
di Trieste, Venezia, Treviso e la cerchia si allarga.
Ha partecipato a due Anni Santi a Roma (nel 1950 e 1975), a
tre tournee all’estero, due volte a Lourdes, a quattro sortite
nella penisola, spingendosi fino a Cassino, Pompei, Capri.
Nei 28 anni dalla sua fondazione la Nuova Banda di Orzano ha
eseguito n. 1208 prestazioni che comprendono servizi per
concerti, processioni, cortei patriottici, sagre popolari,
eseguendo un vasto repertorio di circa duecentocinquanta pezzi
tra opere, marce, canzoni, inni, brani folcloristici, in
avanguardia con le novità discografiche di S. Remo, Casadei,
Canzonissima, Disco per l’estate.
Mi sono immedesimato in questa Nuova Banda di Orzano
che ritengo una mia creatura. Quest’anno, il 1976, vede il
compimento del mio 50° anno di attività musicale: a partire
dal 1926 non sono mai mancato alle lezioni e concerti ed in
questo ritengo di detenere un primato ineguagliato. Ciò è
stato possibile perché vivo di musica, lavoro a suon di
musica. Ecco perché per me è sempre festa e non sento la
fatica neppure quando carico i pesanti carri di stallatico o i
foraggi o le granaglie.
Mi sento felice per essere riuscito seppure con grandi
sacrifici, lavorando per due (anche 16 ore giornaliere), a
realizzare a mie spese una sala di musica che, data la mia
ammirazione per il compositore, ho dedicato al grande maestro
Secondo Casadei «Lo Strauss della povera gente», perché la sua
musica ringiovanisce i vecchi, guarisce gli ammalati, fa
dimenticare le cambiali in protesto.
La sala di musica, sorta, ideata e completata tutta a
mie spese, senza una lira da nessuno, senza alcun contributo,
rappresenta il compendio ideale della mia vita dedicata alla
musica, pertanto alla fine dei miei giorni dichiaro quale
desidero sia la sua destinazione e quanto mi riguarda
personalmente: «Desidero ed ordino di partire dalla “mia” Sala
di musica accompagnato da due Bande musicali, preceduto da un
crocifisso, due lanterne e un prete, inoltre acconsentirò che
pochi intimi, solo coloro che hanno creduto nel mio onesto e
gratuito operato a favore dell’arte musicale, seguano le mie
spoglie mortali. Dopo la mia morte la Sala resterà a
disposizione della “mia” Banda fin tanto che si chiamerà
“Nuova Banda di Orzano» senza pagare una sola lira di affitto.
Ai miei eredi incomberà l’onere di pagare spese di luce
ed acqua e di tenere la Sala di musica sempre in ordine e con
la massima pulizia. In caso di scioglimento della Banda,
desidero, ordino e voglio, divenga museo storico di quella
Banda creata dal nulla e vi si raccolgano, in quanto
possibile, altri strumenti musicali e ciò allo scopo di
portare in alto il nome di Orzano musicale in Italia ed
all’estero.
Mi è motivo di conforto il poter chiudere la mia
attività pubblica senza mai avere avuto una lira e rifiutando
i compensi che ho sempre destinati alla Banda.
La mia attività del tempo libero, dopo aver adempiuto
alle incombenze familiari e quelle di coltivatore diretto, si
è esplicata come presidente del Circolo ENAL di Orzano, come
Direttore di Banda, come rappresentante ANBIMA per la
provincia di Udine.
A proposito dell’ANBIMA, dichiaro che questa
Associazione Nazionale che raduna le Bande Musicali Autonome,
avrebbe potuto fare miracoli ed invece sta perdendo quota,
come la lira italiana oggi. Dalla predetta Associazione mi
sono dimesso nel 1971 in occasione del congresso tenutosi a
Roma, per protestare contro il fuorviamento dalle norme dello
Statuto per una lista bloccata che i soliti «capoccioni»
avevano ben preparato a loro favore.
Ho perciò successivamente aderito alla A.N.L.A.M. creata da
prof. comm. Salvatore Pucci (già presidente regionale dell’ANBIMA
per la Campania, pure esso dimessosi). E’ un ultraottantenne,
grande compositore di musica, che sta dando vita a questa
nuova Associazione per la quale gli sto dando una mano,
rappresentando egli la voce della verità in difesa dell’arte
delle sette note.
Riandando alla memoria, ricordo volentieri anche
l’incarico ricoperto per due anni quale direttore della Banda
dei Bersaglieri in congedo di Udine, il cui direttivo mi
richiese di ricostituire dopo la guerra, e che condussi
brillantemente con passo di corsa in occasione
dell’inaugurazione del Monumento ad Enrico Toti a Gorizia, fra
l’entusiasmo della folla.
Mi ritengo soddisfatto in quanto i miei scopi sono
stati raggiunti, soprattutto per aver insegnato musica a circa
350 allievi. Alcuni di essi si sono fatti onore all’estero,
altri sono divenuti capi orchestra, altri ancora sono
brigadieri o marescialli nelle Forze d’Ordine, altri infine,
sono suonatori nelle Bande militari ed in maggioranza alla «JULIA».
Ho trascritto con inchiostro di china decine di
centinaia di parti musicali, sia per le Bande militari che per
quelle di Orzano. E’ bene si prenda atto che lo stipendio che
percepivo per compenso ai Corsi di Orientamento Musicale, sono
stati devoluti alla “mia” Banda per l’acquisto di strumenti
musicali o per assegnare dei premi ai migliori allievi ed in
questi ultimi anni per completare l’arredamento della Sala di
Musica che ritengo meriti di essere visitata.
In essa, oltre ad una superba collezione di strumenti
musicali e di varie generazioni, che servono a testimoniare un
semplice ma glorioso passato per questa settima Musa, vi è
anche esposta in permanenza una superba mostra fotografica
documentaria che farebbe invidia ad Associazioni ben più
attrezzate.
Proseguendo in questa mia panoramica e per quanto mi
riguarda personalmente, ho preferito rimanere al di fuori di
ogni Partito (già dissi che avendo conosciuto gli Italiani in
pace ed in guerra, ho imparato a diffidare...). Amo la Libertà
e la Patria e per questo ritengo che bisogna guarire l’Italia
al più presto con leggi severe ed uguali per tutti: chi lavora
mangia, chi non lavora: legnate. Per le tasse: chi più ha, più
paghi. Chi non possiede una casa: aiutarlo a farla. Colpire la
delinquenza: se occorre reinstaurando la pena di morte. Penso
che solo così tutto filerebbe più liscio e l’Italia potrebbe
diventare una Nazione modello, ammirata e rispettata anche
all’estero.
Mi ritengo con la coscienza tranquilla perché so di
avere solo dato e niente rubato e mi avvicino alla fine dei
miei giorni con serenità. Anche se dovessi venire abbandonato
dai miei figli e dai suonatori, resterà in me la musica che
colmerà ogni vuoto.
Alla mia dipartita dalla scena terrestre, gradirei
sapere che i “miei suonatori” si presentano ai concerti sempre
freschi ed allegri a fronte alta, anche se hanno moglie o
fidanzata brutta o cattiva ed in più una cambiale in protesto,
senza alcuna speranza di pagarla.
Arrivando alla conclusione di questo mio “passaggio
delle consegne” vi esorto suonatori che quando non sarò più
dovrete essere più uniti che mai, amare la musica che è tutto
nella vita; le belle donne invecchiano mentre la musica rimane
sempre giovane. Cari suonatori, affidate la direzione al più
bravo ed attivo di voi, aiutatelo con la vostra attiva
presenza ed incoraggiamento. Evitate sabotature, rivalità e
personalismi, ma portate sempre in alto al di sopra di tutto
un solo ideale: ORZANO MUSICALE! |