Convegno
su lingue minoritarie, media e emigrazione
Da
Colonia Caroya esperti e rappresentanti di enti friulani e argentini
concordi: «Utilizzare le nuove tecnologie per realizzare un Friuli “in
rete”»
Luca
Peresson, Paolo Cantarutti e Alessandro Carrozzo
Un “borgo
digitale” dove i friulani, da diverse parti del mondo, si sono
confrontati sulla necessità di una comunicazione attiva “da”e “verso”
l’emigrazione. Non una chimera, ma una possibilità concreta, e a costi
contenuti, sfruttando le potenzialità delle nuove tecnologie e forme di
comunicazione, che permettono di interagire con tutti, dappertutto. È
quanto emerso dal convegno “Lingue minoritarie, media, emigrazione II”,
organizzato dalla Comunità Collinare del Friuli con la collaborazione
organizzativa della cooperativa Informazione Friulana (già
promotrici di un incontro sullo stesso tema a Colloredo di Monte Albano
nel 2007) e il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia,
che si è svolto venerdì 14 marzo nella sala cittadina Bodega La
Caroyense a Colonia Caroya in Argentina, città a nord di Cordoba,
fondata nel 1878 da un gruppo di famiglie friulane.
Nel corso
dell’incontro-dibattito, aperto dai saluti di Rodolfo Visintin, sindaco
di Colonia Caroya, di Elia Tomai, consigliere della Comunità Collinare
del Friuli con delega alla Cultura, e di Santiago Lauret, di Bodega La
Caroyense di Colonia Caroya, e che ha visto la partecipazione di
numerosi esperti e rappresentanti di istituzioni friulane e argentine e
di associazioni di emigranti, è stato evidenziato come i nuovi media,
internet in particolare, permettano e sollecitino partecipazione. È
allora possibile progettare un Friuli “mondiale”, un Friuli “in rete”,
nel cui ambito le diverse comunità possano interagire in una rete di
relazioni, possano produrre e scambiare contenuti, esperienze,
informazioni e progetti con continuità? Affermativa la risposta dei
relatori. «C’è una grande domanda di comunicazione», ha rilevato Luca
Peresson, esperto di nuove tecnologie e presidente del Centro Friûl
Lenghe 2000. «I nuovi strumenti già oggi contribuiscono al mantenimento
di legami tra la Piccola Patria e le comunità friulane sparse in ogni
angolo del mondo, al potenziamento delle reti relazionali, ad una
comunicazione più efficace». Lo stesso convegno in terra argentina ne è
stato un esempio concreto, visti i numerosi interventi in
videoconferenza dal Friuli, dal Canada, dalla Repubblica Ceca e dalla
Germania e la possibilità di seguire i lavori da tutto il mondo in
diretta attraverso il web (su
www.friul.tv)
e in streaming su Radio Onde Furlane, nonché di confrontarsi sui temi
trattati grazie ad un forum di discussione sulla rete (ancora aperto
alle considerazioni di chi è interessato all’argomento) all’indirizzo:
http://lenghisminoritarismediaemigrazion.wordpress.com
Nel “paese
virtuale” i friulani si incontrano, dunque, quotidianamente. «Sono
informati su quanto succede nella terra di origine (merito di
televisione satellitare, web, radio on line…), possono collaborare a
distanza a progetti comuni, possono fare rete». Certo, ha rilevato
Peresson, «si può fare di più e meglio», sollecitati anche dalla
consapevolezza che i nuovi media permettono di allacciare contatti con i
nipoti e pronipoti degli emigranti, che, sempre più spesso, ripercorrono
un tragitto attraverso le radici, riavvicinandosi alla cultura e alla
lingua dei nonni. Resta da decidere quali siano le strategie di
comunicazione più opportune, «per poi attivarle», e resta da chiarire
come cambi, in questa prospettiva, il ruolo delle associazioni storiche
degli emigranti. Per Claudio Violino, consigliere regionale del
Friuli Venezia Giulia, «le condizioni sono mature per un rapporto non
solo culturale con le comunità di friulani nel mondo, ma anche
socio-economico. I sodalizi di corregionali all’estero dovrebbero – ha
precisato – promuovere i prodotti friulani nel mondo, anche grazie
all’apporto dei nuovi media». Elvio Ruffino, presidente dell’Alef
Friuli Venezia Giulia, condividendo l’importanza dei temi trattati, ha
ammesso il ritardo nell’azione delle associazioni per i migranti.
Giorgio Santuz, presidente dell’Ente Friuli nel mondo, nonostante
avesse garantito la propria presenza, non ha partecipato al convegno.
Quale il ruolo
della Regione Friuli Venezia Giulia nella gestione del collegamento tra
comunità di migranti e terra di origine? «Quello di sostenere
economicamente e moralmente questa rete», ha affermato Paolo Menis,
consigliere regionale del Friuli Venezia Giulia.
«Non si può fare una
buona politica di tutela delle minoranze linguistiche, senza tener conto
che una parte delle comunità che appartengono a quelle minoranze vivono
fuori dal territorio di origine», ha osservato Marco Stolfo,
direttore del Servizio Identità linguistiche, culturali e corregionali
all’estero della Regione Friuli Venezia Giulia, chiudendo il convegno
dal Friuli. Stolfo ha evidenziato che «la rete intesa soltanto come
strumento non è abbastanza. Servono – ha aggiunto – contenuti
interessanti, perché si possa parlare di una vera comunità in rete, di
gente che cerca di costruire qualcosa in comune, usando le nuove
tecnologie».
In conclusione,
attraverso i nuovi mezzi di comunicazione si accede a strumenti
originali che possono facilitare e rafforzare i legami di cultura e
lingua tra la terra di origine e i luoghi della diaspora. Strumenti che
smentiscono la nota teoria dell’omologazione da villaggio globale in
favore di una condivisione delle esperienze che valorizza il ruolo delle
piccole comunità. Ma, ha ribadito Stolfo, serve «maggiore consapevolezza
ed operatività».
Comunità Collinare del Friuli
Piazza Castello, 7
33010 Colloredo di Monte Albano
http://www.friulicollinare.it/ |