Non è la prima
volta che assisto alla veglia di preghiera che il Gruppo 89 di San Giovanni al
Natisone organizza ogni anno all'Abbazia di Rosazzo, alle quali partecipo
sempre con grande gioia, perchè in mezzo a quel gruppo di giovani, un
"matusa" come me non si sente mai solo. Purtroppo il maltempo quella
sera particolarmente
inclemente, ha impedito la salita dei giovani a piedi da San Giovanni verso Rosazzo con le fiaccole accese.
Indubbiamente osservare dall'alto l'avanzare
del serpentone di luci che striscia nella notte e sale attraverso la strada che scorre
tra le vigne, è uno spettacolo particolarmente suggestivo. Sarà per la
prossima volta...
L'arrivo alla
spicciolata dei gruppetti di giovani tra lampi, tuoni e scrosci di pioggia,
non ha per niente smorzato l'entusiasmo, anzi... sembrava che le difficoltà
causate dal maltempo avessero dato maggior gioia di stare e
pregare insieme tra le antiche mura dell'Abbazia.
La novità di questa edizione della Veglia era
costituita della presenza dell'Icona dell'Amicizia, che partita da Zagabria
dopo alcune tappe in altre località era giunta a San Giovanni al Natisone e a
Rosazzo, per proseguire nei giorni successivi la sua strada e diffondere in altri paesi il suo
messaggio di Pace, Solidarietà e Amore...
Arrivo dell'Icona
dell'Amicizia e collocazione in uno scenario appositamente allestito...
...accolta con canti e preghiere dai ragazzi...
...benvenuto del Rettore
dell'abbazia Mons. Remo Bigotto...
...la distribuzione dei fili colorati di lana...
...e delle splendide copie in miniatura dell'Icona dell'Amicizia"...
L’icona in pellegrinaggio
La sera del 31 dicembre 2006 a Zagabria, frère Alois parlava dell’icona
dell’amicizia:
Quest’icona viene dall’Egitto, è del sesto secolo. Vi vediamo il Cristo
mettere la sua mano sulla spalla del suo amico per camminare con lui, per
accompagnarlo. Possiamo tutti riconoscerci in questo amico del Cristo. Questa
icona ricorda il cuore del Vangelo: se il Cristo risorto è invisibile ai
nostri occhi, possiamo tuttavia confidare nella sua presenza. Egli accompagna
ogni essere umano. Guardare quest’icona, è già una preghiera che ci unisce a
Dio.
E questa amicizia la viviamo anche tra noi. Il Cristo ci riunisce in una sola
comunione, quella della Chiesa. Allarghiamo quindi questa amicizia, superiamo
le separazioni che permangono! Se potessimo fare tutto il possibile affinché
sia più evidente che la Chiesa è un luogo d’amicizia per tutti!
Quando ci rendiamo consapevoli dell’amicizia che Dio ha per ciascuno di noi,
scopriamo un nuovo coraggio per creare un’amicizia con coloro che ci sono
affidati e in particolare con le persone più vulnerabili. Un’attenzione alle
persone più abbandonate ha un immenso valore nelle nostre società dove la
necessità d’essere efficace porta talvolta all’isolamento.
Abbiamo preparato diverse copie dell’icona dell’amicizia, una per ogni paese
europeo qui rappresentato. Durante tutto l’anno prossimo, quest’icona vi
aiuterà a compiere dei piccoli pellegrinaggi di fiducia in luoghi dove dei
giovani si ritrovano, da una città a un’altra, da una parrocchia a un’altra,
in un ospedale o in una casa di bambini abbandonati, in altri luoghi dove
delle persone soffrono. Con questo semplice mezzo, potete trasmettere la buona
novella del Vangelo.
Una copia di quest’icona dell’amicizia è partito in Italia dopo l’incontro. I
ragazzi della Puglia l’hanno portato da Zagabria in pullman con loro. Per
qualche giorno viaggerà in quella zona, dando luogo a dei momenti di preghiera
piccoli e grandi, nelle parrocchie, nelle case e in altri luoghi
significativi. Poi passerà ad un’altra regione, e così via durante tutto
l’anno 2007.
Insieme con l’icona ci sarà un quaderno dove si può scrivere qualche riga come
testimonianza ad ogni sosta dell’icona (cosa avete fatto, dove, una parola di
riflessione…). Poi, alla fine, saremo stupiti di vedere tanti segni di
speranza attraverso tutto il paese.
Sarebbe bello che i giovani di ogni regione accompagni l’icona a delle realtà
di una grande diversità, sarà una maniera molto concreta di creare conoscenza
e amicizia tra gruppi e persone che normalmente non si incontrano.
Non è nello spirito di questo pellegrinaggio di organizzarlo troppo in
anticipo, contiamo sulla disponibilità e la creatività di tanti giovani per
l’andamento dell’insieme. Già il fatto che i giovani di una città o regione
portano l’icona ad un altro posto per continuare il pellegrinaggio creerà
tanti legami tra i vari gruppi.
...erano presenti e sono intervenuti i rappresentanti di diverse fedi religiose
cristiane...
...tra cui un gruppo di pentecostali...
...molto significante il gesto della "mano sulla spalla dell'amico"...
ESTRATTO DAL CANTO FINALE
Spiegazione dell’Icona dell’amicizia.
L’icona è una personale e fedele riproduzione di una antica icona di stile
copto. La riproduzione di questa già negli anni ’80 era diffusa dalla
comunità di Taizé con il nome di “Gesù e il suo amico”. Qualcuno afferma
che questi sia l’abate Menat (Miniato) perché tale nome appare scritto a
fianco del personaggio che cammina accanto al Signore. La comunità di
Bose ha riprodotto questa icona, chiamandola: “Amicizia”.
L’atelier iconografico dell’ASSOCIAZIONE MONASTERO DI BOSE ha dipinto a mano
questa
che misura 60 x 60. Essa quindi è ora un’icona originale ispirata all’antica
immagine.
L’icona rappresenta Gesù che accompagna un discepolo.
Gesù è ben riconoscibile dal nimbo che attornia il capo con all’interno la
croce luminosa. Questo
nimbo (aureola) è segno della grazia divina che è comunicata al discepolo che
cammina a fianco al
suo Signore e dal contatto della mano destra che Gesù posa sulla spalla destra
del discepolo. È la
trasmissione della vita divina a chi segue Gesù via, verità e vita. Gesù è il
maestro e Signore
significati dal libro
chiuso che regge nella mano sinistra: è il Vangelo, la
lieta notizia, il dono
prezioso (la copertina è ricca di pietre preziose) ed è il messaggio
misterioso, il libro sigillato.
Il discepolo è guidato da Gesù che lo accompagna con la sua mano posta sulla
spalla. Essa è
sicurezza, protezione e anche dono di grazia che è espressa dal nimbo simbolo
della santità; grazia
che il discepolo non tiene per sé ma che da in dono con il gesto della mano
destra benedicente.
Nella sinistra egli tiene il rotolo, che può significare che egli ha fatto sua
la Parola del Signore
oppure che egli è nel numero dei salvati dalla grazia del Signore. Meno
probabilmente può
significare la regola del monastero che egli guida.
Le vesti sono di colori caldi che manifestano l’umanità e la povertà del
Signore e del discepolo.
Forse la veste scura di Gesù può significare l’abito monastico.
I grandi occhi manifestano l’apertura del cuore (sono la finestra dell’anima),
la disponibilità a
lasciarsi leggere dentro, anzi il desiderio stesso di entrare in comunione con
chi contempla l’icona.
Il fedele infatti nella contemplazione viene come assunto dal mistero della
grazia che è comunicata
dalla presenza del Signore, dal camminare al suo fianco, dal sentire quella
mano che non solo da
sicurezza e conforto nel cammino ma sembra anche essere come di sostegno alla
stesso Signore
Gesù che, dato che l’usura del tempo ha consumato nell’icona il colore e ha
fatto sparire i piedi
stessi di Gesù, egli sembra ora camminare con i piedi del discepolo,
sbigottito dall’esperienza stessa
che sta vivendo.
Il Gruppo '89 di San Giovanni al Natisone nasce come associazione nel 1990
dall'esperienza di un gruppo giovanile parrocchiale esistente da diversi anni.
Le spinte date dagli avvenimenti dell'anno '89 (la caduta del Muro di Berlino,
la protesta dei giovani di piazza Tien ammen) sono state decisive per la
nascita ed il consolidamento negli anni del Gruppo e dei suoi ideali. Oggi il
gruppo '89 conta più di cento iscritti diffusi oltre il confine del paese di
origine, che rappresentano una continua ricchezza e fresca energia, nonché un
forte impegno e responsabilità per le attività associative. Il Gruppo '89 ha
ispirazione cristiana ma è aperto a tutti coloro che credono nei valori umani
e desidera favorire il dialogo con chi, indipendentemente dalla propria fede,
promuove la dignità dell'uomo. Vuole favorire la pace e promuovere la
solidarietà verso le fasce più deboli e dimenticate. Cerca di vivere la
diversità come armonia delle differenze, come convivialità. Si propone di
creare spazi culturali e ricreativi per i giovani. L'orizzonte è quello della
progettualità: aprire strade nuove e alternative. Non da ultimo vuole essere
un gruppo di amici, coltivare lo spirito di accoglienza, di dialogo, di
incontro.
http://www.gruppo89.org |