nuove dal friuli e dal mondo

Leproso, 28 Maggio 2006

Festa dell'Ascensione

Sebbene fossi presente alla festa con la mia inseparabile fotocamera, ho affidato l'incarico
del servizio fotografico a Devis Macor, che come si può constatare ha lavorato molto bene..
Io mi permetterò solo di commentare la sequenza di immagini...


Puntualmente alle 17 è iniziata la Santa Messa
accompagnata dal coro interparrocchiale (in formato ridotto)...


...ma molto prima un gruppo di signore si era attivato, presso il "punto di raccolta materiale"
(casa mia), per preparare piatti e vassoi ed essere disposti poi sui tavoli dell'area festeggiamenti...


Al termine della messa, lo spazio verde sotto i tendoni si è riempito di gente che
si muoveva intorno ai tavoli, incerta e confusa nel vedere tante prelibatezze...


...nei primi dieci minuti non si è sentito volare una mosca, tanto che quasi quasi si poteva ascoltare l'acqua del Natisone che scorreva tra i sassi, ma poi lentamente, in modo inversamente proporzionale ai contenuti delle due damigiane, il livello del brusio è aumentato sempre di più fino ad udirsi i primi accenni canori...


...finchè don Pietro rompendo gli indugi ha preso il comando dell'improvvisato coro,
intonando i primi canti facenti parte di un completo repertorio stampato su carta,
con il supporto del suo inseparabile microfono amplificato...

 
... ma trovando qualche difficoltà a coordinare le varie sezioni del coro,
che tendevano a proseguire per conto loro...

 
Mentre accadeva tutto ciò, io ero impegnato con delle signore che...
a tutti i costi volevano posare con me...!

LA  SAGRA  DI  LEVRÒNS
(di Bruno Badino)

     Ogni anno nel giorno in cui la Chiesa celebra l’Ascensione del Signore in Cielo, a Leproso si fa la sagra del paese. È una tradizione che risale alla notte dei tempi quella della “Sensa”, la festa della graziosa contrada, immersa nel verde ed allungata sulla sponda sinistra del Natisone, che domina dall’alto. Al centro c’è una bella chiesa restaurata da pochi anni e che ha visto nei secoli chissà quante generazioni di persone partecipare felici alla festa della propria comunità. Sì, perché nei paesi è sempre stata viva e consapevole l’appartenenza ad un gruppo comunitario, una specie di famiglia allargata, dove quasi tutti sono più o meno parenti e sicuramente gli altri sono amici e confidenti. Ed è rimasto sempre vivo il desiderio di celebrare la sagra, per ribadire a se stessi e ai “foresti” (soprattutto ai vicini dirimpettai di Orsaria) la propria specificità e la legittima autonomia ed “indipendenza”.
     Così nel pomeriggio di domenica 28 maggio scorso, una piccola folla si è ritrovata sul sagrato della chiesa di S. Martino per la solenne Messa celebrata dal parroco don Pietro e per i successivi festeggiamenti. “Messa ciantada” dal coro interparrocchiale, tanta gente partecipe e attenta, non tanti i giovani, soprattutto molte persone di mezza età ed anziani. Ma tutti contenti di essere presenti a questa festa, che è rimasta dentro il loro cuore. Perché questa è anche l’occasione di incontrare dopo lungo tempo amici, conoscenti e parenti, per l’occasione ritornati nel paese, abbandonato per un lavoro lontano e migliore. E’ il momento dei saluti e dei confronti (Come va la famiglia?, e i figli bene?; vedi com’è diventato vecchio quello; com’è cambiata nell’ aspetto l’antica “simpatia” di qualche lustro fa…).  Ma è anche il momento conviviale: sotto due gazebo ci sono lunghe tavole con sopra ogni ben di dio, la generosità delle signore di Leproso è davvero  impagabile. Ghiotte specialità culinarie e buon vino hanno catturato l’attenzione di tutti, anche di quelli di Orsaria che come sempre vogliono onorare nel migliore dei modi la “Sensa e chei di Levròns”. Anche chi è giunto con il proposito di non approfittare, di non farsi vedere solo a mangiare e bere, ma di accontentarsi di uno o al massimo di due bicchieri, di fronte a quella offerta munifica, lascia da parte ogni timore e si getta con avidità sui tavoli.
     Alla fine è giunto il momento dei canti, delle vecchie canzoni popolari di tanti anni fa, tanto più che sono presenti ancora le signore del coro e che don Pietro con tanto di altoparlante dirige i volonterosi cantanti. Con ammirata sorpresa si nota che il risultato non è disprezzabile, anzi è piacevole ascoltarlo. I canti si protraggono a lungo, fino a quando ci si accorge che la luce del sole si va confondendo con le fronde delle piante sul Natisone, avviso della vicina sera.
     Si chiude così in bellezza la “Fiesta de Sensa”, che seppur nella sua semplicità, ha fatto rivivere ricordi antichi e ha festeggiato dignitosamente la piccola ma genuina comunità di Leproso. Naturalmente tutti i partecipanti sono rimasti soddisfatti, tanto che molti hanno continuato: si dice che alcuni dei reduci della Sensa sono stati visti molto più tardi in un agriturismo di via Selva  proseguire a festeggiare…