.1919
- 1999
76° CONGRES DE SOCIETÂT FILOLOGJICHE FURLANE
A CIVIDÂT IL 26 SETEMBER
Cividale del Friuli - Chiesa di S. Francesco.
Articolo di Michele Obit, tratto da "IL GAZZETTINO"
del 27 Settembre 1999
Mancava il rappresentante della Regione, ma è stata l'unica nota stonata del 76° congresso della Filologica friulana che si è tenuto ieri a Cividale. L'appuntamento è stato anche l'occasione per presentare il numero unico «Cividát», due volumi ricchissimi curati da Enos Costantini, Claudio Mattaloni e Mauro Pascolini. La Filologica ha ottanta anni alle spalle (saranno celebrati il 21 novembre a Gorizia) ma non rinuncia a guardare al futuro. Quello prossimo, con la possibile approvazione della legge di tutela per le minoranze linguistiche che però, ha avvertito il presidente del sodalizio Manlio Michelutti, «non basta», e quello che riguarda il destino delle lingue nella nuova Europa unita.
Non è un caso che la prima pubblicazione della Filologica, quest'anno, sia stata «L'Europa raccontata ai giovani». E non è stato nemmeno casuale l'invito rivolto ad Aurelio Argemí, segretario generale del Centro internazionale Escarré di Barcellona, a parlare del futuro delle lingue minoritarie ma anche a cementare il rapporto tra Catalogna e Friuli, condito da un aneddoto raccontato da Michelutti, la scelta di un ristoratore catalano di rivolgersi alla Filologica per aggiungere, nel proprio menù, il friulano alle altre lingue minori.
Argemí ha avvertito il pericolo della globalizzazione - «Stiamo diventando sempre più californizzati, questo fenomeno porterà per forza alla prevalenza di una lingua sulle altre, quella inglese con accento americano» - aggiungendo che parallelamente si registra un altro fenomeno, la diversificazione delle lingue e culture. «L'avvenire per le lingue minoritarie - ha anche detto - è più che incerto, dipende dalla volontà di coloro che le ritengono proprie. Se i friulani non si ritengono membri della comunità friulana, la vostra lingua non avrà futuro». Argemí ha infine avvertito un processo positivo visto che «ultimamente in tutti i Paesi europei tranne la Grecia c'è più interesse verso le lingue minoritarie».
Davanti ad un platea nutritissima, il congresso era iniziato con i saluti dell'assessore comunale alla cultura Giuseppe Passoni e di quello provinciale Fabrizio Cigolot. Poi Mauro Pascolini ha raccontato il lavoro che ha portato alla realizzazione dei due volumi che compongono il libro «Cividát», un'opera considerata «un figlio che assomiglia al padre, ovvero ai tre padri». Pascolini ha concluso il suo intervento con un monito: «Bisogna favorire i giovani e i bambini affinché venga mantenuta l'identità friulana, e questo va fatto in primo luogo dalle famiglie».
Il Presidende Michelutti e il prof. Aureli Argemí di Barcellona
Il fisarmonicista
Sebastiano Zorza
Articolo di Silvano Bertossi, tratto dal "Messaggero
Veneto"
del 27 Settembre 1999
Il professor Aureli Argemí, studioso di fama internazionale per le lingue minori d'Europa e segretario generale del Centro Escarré di Barcellona, ieri, al 76° congresso che la Società filologica friulana ha voluto a Cividale, è stato chiaro, circostanziato e senza mezzi termini. Nella sua relazione, punto chiave del Congresso, ha esplicitamente detto che se una lingua non serve per vivere, inevitabilmente morirà. Il relatore ha parlato dell'importanza del mantenimento dell'identità di un popolo attraverso la lingua e la cultura.
Le piccole Patrie - ha detto il professor Argemí - vogliono mantenere le loro lingue perché vogliono mantenere il loro senso dell'identità.
Quale sarà l'avvenire di queste lingue nel nuovo millennio? Solo le lingue e le culture sostenute dalla gente resisteranno. Per molte lingue minoritarie - ha detto lo studioso - l'avvenire è molto incerto. «Una lingua non ha futuro - ha precisato Agemí - se non si presenta come un mezzo di comunicazione costante, usato nella quotidianità. Nel bilinguismo vince la lingua più forte. Ecco perché val la pena puntare al plurilinguismo e multilinguismo».
Cividale, ieri, era parato a festa per accogliere il migliaio di partecipanti convenuti dalle varie parti del Friuli. I lavori del congresso, che è stato preceduto da una ricca serie di manifestazioni culturali, si sono svolti nella chiesa di San Francesco. I vari momenti sono stati legati da Eddy Bortolussi. Per l'occasione è stato presentato dal professor Mauro Pascolini, che assieme a Enos Costantini e Claudio Mattaloni lo ha coordinato, il numero unico "Cividát", due ponderosi volumi che hanno avuto il 'Jutòri" della Banca Popolare di Cividale, rappresentata dal dottor Lorenzo Pelizzo. La realizzazione dell'opera è stata presentata... come cuant che al nas un frut, anzit doi zimui.
Dopo un inizio musicale del fisarmonicista Sebastiano Zorza, allievo del maestro Fiocco Fiori, recentemente scomparso, che ha interpretato motivi friulani come Strindulaile e Al cjante il gjâl, hanno preso la parola Giuseppe Passoni, assessore alla cultura di Cividale, e Fabrizio Cigolot, assessore provinciale alla Cultura. E stata fatta notare l'assenza del rappresentante ufficiale della Regione. Sono pervenuti alla Filologica vari messaggi, tra i quali quello di Giovanna Melandri, ministro per i Beni e le attività culturali, in cui si sostiene che «l'identità passa anche attraverso questo tipo di eventi, volti ad approfondire i temi della tradizione friulana».
Il presidente della Filologica, professor Manlio Michelutti, ha motivato la presenza della Filologica a Cividale "par nudrî no la puligane retoriche des celebrazions, ma la braide de culture". Michelutti ha fatto anche riferimento al prossimo convegno, "Cuale lenghe furlane?", che sarà organizzato dall'Università e dall'Olf e che si svolgerà il 1 e il 2 ottobre a Udine. Ha poi presentato le nuove pubblicazioni stampate dalla Filologica. A chiusura la messa in friulano, in Duomo, celebrata da monsignor Genero.
La proclamazione dei vincitori della nona edizione del concorso "Luigi Ciceri" non si è tenuta, come di solito, nel corso del congresso, perché si farà a fine novembre, a Gorizia, per gli 80 anni della Filologica. Il Congresso del Duemila si terrà a Klagenfurt.
Il famoso
motivo di sottofondo "Il cjant de Filologjiche" di A.Zardini, proprio per questa speciale
occasione è stato eseguito e convertito in formato MIDI da ... |