Fanna (Santuario di Madonna di
Strada), 5 gennaio 2003
Santa Messa e festeggiamenti per padre Alfonso.
Alcune immagini riprese prima,
durante e dopo la Messa.
Ricordi
(Ines Mion "medunassa")
Milano,
28 Giugno 2002 - 60° di Sacerdozio
Sembra una favola raccontare
al giorno d’oggi una storia vissuta realmente e che ha per protagonisti
quattro frati minori conventuali e tanti tanti ragazzi.
La storia inizia con la
venuta a Fanna di questi frati: padre Amedeo, padre Alfoso, padre Andrea,
padre Aurelio. Ognuno di loro aveva il suo compito. padre Amedeo era il
Rettore, padre Andrea direttore dell’Azione Cattolica femminile, padre
Aurelio fra le altre cose spirituali componeva musica sacra, inni e canti
della montagna, padre Alfonso era l’organizzatore di tutto, in particolare
dei suoi ragazzi.
L’oratorio non esisteva,
c’era una casa con un grande cortile ed un prato, credo di proprietà del
comune. Padre Alfonso non si sa come ottenne il permesso di formare un
Oratorio maschile, quello femminile era sito nell’asilo ove vi erano le suore
dell’Immacolata Concezione e davano una mano a padre Andrea per la nostra
formazione di ragazze. Nell’oratorio c’erano a quei tempi: il pallone, la
palla a volo, il ping-pong e tanti altri giochi che non ricordo.
Come avesse fatto padre
Alfonso a quei tempi e con quale denaro, resta un mistero che Dio solo sa.
Con questi giochi,
preghiere, gite, animava e si faceva amare da noi e dai ragazzi, andava in
canonica solo a mangiare e per le preghiere comunitarie. Il resto del tempo
lo passava in oratorio dove aveva fatto arrivare 10 o 15 orfani di guerra
sotto la sua guida e di atri collaboratori.
Con l’aiuto di Fanna
presente e di Fanna emigrata eresse la nuova sala cinematografica dove noi
ragazzi e adulti passavamo il tempo domenicale.
Quello che sto scrivendo è
un ristrettissimo sunto della vita di padre Alfonso.
Come avrà fatto padre
Alfonso a realizzare la parte più bella e più intensa del suo operato?
Devo dire c’era una volta il
campeggio? Si!!!
Padre Alfonso ha organizzato
per diversi anni un campeggio al mare e ai monti. Io ricordo solo quello dei
monti perché al mare non andai. Con l’aiuto dell’opera Pontificia iniziò il
campeggio montano, sito nel territorio di Cimolais chiamato "le 5 fontane di
Val Montanara", una valle estesa, vasta, ricca di prati e di monti.
Come si arrivava a quel
posto? Il nostro caro ed amato Bepi Cialcia (ancora tra noi) ci caricava sul
suo sbuffante camion assieme alle provviste ci portava (nella dolce valle
delle fontane) accompagnati dalle parole di un canto di Padre Aurelio.
Arrivati alle fontane, si
preparavano la cucina, le tende ed un altare fatto con le pietre, dove ogni
mattina si ascoltava la S.Messa, poi via a scalare monti, passeggiate
interminabili e cantare, cantare sempre a squarciagola.
Nelle passeggiate per il
pernottamento si dormiva nei fienili assieme ai pastori e alle loro pulci…
con il calare della notte arrivava il momento magico della giornata,
scendavamo il Rio Settimana ricco di acqua gelata, per recitare il Rosario
accendendo un gran falò e qui dopo le preghiere Padre Aurelio suonava la
fisarmonica intonando i bei canti da lui composti. Il risveglio e l’ora del
sonno era suonata con la tromba dal gemel (Bertino).
Non ricordo quanto durava il
campeggio, potevano essere settimane o una manciata di giorni, perché era
così intensamente vissuto, perché il tempo non esisteva.
Potrei scrivere ancora,
certo, e senza fine perché la vita di Padre Alfonso è senza fine: senza fine
perché il resto della sua vita rimane nei nostri cuori.
Giovani di
Fanna in campeggio con i frati subito dopo la guerra.
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